Guido Cattaneo

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Guido Cattaneo, O.P.
arcivescovo della Chiesa cattolica
 
Incarichi ricopertiArcivescovo dell'Arborea
Grande Inquisitore dell'Arborea[1][2]
 
Elevato arcivescovo10 maggio 1312
Deceduto1339
 

«Venerabili fratri Guidoni Archiepiscopo Arborensi Inquisitori heretice pravitatis in regno Sardinie per sedem apostolicam constituito»

Blasone dell'Ordine dei Frati Predicatori, di cui Guido Cattaneo faceva parte

Guido Cattaneo, O.P. (... – 1339), è stato un arcivescovo cattolico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Di probabile origine toscana, è chiamato nelle fonti anche con il cognome Carano, Captuno, Capturno.[3] Fu arcivescovo dell'Arborea dal 1312 al 1339.[4]

Appartenente all'Ordine dei Frati Predicatori, ricevette diverse bolle pontificie. Le prime due da papa Clemente V, in cui il pontefice gli comunicava della sua nomina episcopale e la sua conseguente consacrazione.[5] Da papa Giovanni XXII ebbe mandato di procedere -anche con la scomunica, l'interdetto e la sospensione- contro gli ecclesiastici che in Sardegna e in Corsica non pagavano la decima ecclesiastica. Allo stesso tempo, ebbe la facoltà di perdonare gli insolventi qualora avessero regolato il dovuto, e, inoltre, di assolvere gli ecclesiastici che avessero celebrato i misteri divini in luoghi vietati.[6]

Nel maggio del 1322 si recò ad Avignone in qualità di ambasciatore di Ugone II di Arborea, e là, alla presenza del sovrano di Napoli, Roberto d'Angiò e del plenipotenziario aragonese Vitale di Villanova, assicurò il pontefice, con la mediazione del cardinale Napoleone Orsini, che la spedizione che Giacomo II d'Aragona stava preparando per conquistare i domini pisani della Sardegna avrebbe avuto l'appoggio incondizionato di Ugone II di Arborea, a patto che questi e i suoi successori conservassero la piena sovranità sul proprio regno (il Giudicato di Arborea), pur facendosi vassalli della Corona d'Aragona tramite il pagamento di un censo annuo di 3000 fiorini d'oro.[6]

Immediatamente dopo la sconfitta pisana in Sardegna ad opera del Giudicato di Arborea e la Corona d'Aragona, Guido fu autorizzato con bolla pontificia a contrarre un mutuo di 1500 fiorini, garantendolo con i propri beni e quelli della Chiesa.[7]

Il primo giorno di maggio del 1328 giunse a Saragozza alla corte di Alfonso IV d'Aragona, accompagnato da Pietro, primogenito del giudice di Arborea, (che proprio in quell'anno sposerà, a Barcellona, Costanza di Saluzzo)[8], in qualità di inviato del sovrano sardo per prestare giuramento di vassallaggio personale al re aragonese.[6]

Da Avignone intanto papa Gregorio XII spediva le "bolle" datate 20 dicembre 1328 e 20 gennaio 1329, in cui comunicava a Guido di avergli affidato l'incarico di tenere lontani, specialmente a Sassari, da ogni tipo di usura i mercanti e cittadini.[6]

Nel 1322 aveva partecipato ad Avignone ad un convegno convocato da papa Gregorio XII sulla "povertà evangelica". Proprio in quella occasione scrisse, per sostenere le tesi del pontefice, un opuscolo. Questo, dal titolo De usu bonorum temporalium Christi et duscipulorum eius é l'unica rappresentazione delle forme letterarie utilizzate nel XIV secolo nel giudicato di Arborea.[6]

La sua ultima citazione da vivo è del 1335, quando compare nel testamento del giudice d'Arborea Ugone II come Dominum fratri Guidonem Dei Gratia Tirensem et Arborensem Archiepiscopi.[9]

Guido Cattaneo risultava già morto nel 1339.[10]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Bianca Pitzorno, Vita di Eleonora d'Arborea, principessa medioevale di Sardegna, p. 49.
  2. ^ Francesco Cesare Casula (a cura di), Dizionario Storico Sardo, p. 389.
    «venerabili fratri Guidoni Archiepiscopo Arborensi Inquisitori heretice pravitatus...»
  3. ^ Francesco Cesare Casula (a cura di), Dizionario Storico Sardo, p. 388.
    «È riportato nelle fonti anche col cognome Catano, Capturno, Caputno. Probabilmente di origine toscana,»
  4. ^ Francesco Cesare Casula (a cura di), Dizionario Storico Sardo, p. 388.
    «fu Arcivescovo dell'Archidiocesi oggi chiamata di Oristano, anticamente di Arborea, dal 1312 al 1339»
  5. ^ Francesco Cesare Casula (a cura di), Dizionario Storico Sardo, p. 388.
    «A questo religioso, appartenente all'Ordine dei Frati Predicatori, Clemente V indirizzò due bolle: la prima, per comunicargli la nomina episcopale; la seconda, per concedergli la consacrazione e il pallio tramite l'arcivescovo Oddone.»
  6. ^ a b c d e Francesco Cesare Casula (a cura di), Dizionario Storico Sardo, p. 388.
  7. ^ Francesco Cesare Casula (a cura di), Dizionario Storico Sardo, p. 388.
  8. ^ Francesco Cesare Casula (a cura di), Dizionario Storico Sardo, p. 30.
  9. ^ Francesco Cesare Casula (a cura di), Dizionario Storico Sardo, p. 389.
  10. ^ Francesco Cesare Casula (a cura di), Dizionario Storico Sardo, p. 389.
    «Nel 1339 anch'egli risultava deceduto.»

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Francesco Cesare Casula (a cura di), Dizionario Storico Sardo, Carlo Delfino Editore, Sassari, 2003, ISBN 88-7138-241-2
  • Bianca Pitzorno, Vita di Eleonora di Arborea, principessa medioevale di Sardegna, Oscar Mondadori, Milano, 2010, ISBN 978-88-04-59714-8

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]