Giuseppe Ferrari (scultore)

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Giuseppe Ferrari (Ferrara, 1804Ferrara, 1864) è stato uno scultore italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Il Monumento Masetti nella Sala del Colombario della Certosa di Bologna

Studiò all'Accademia di belle arti di Bologna a spese del Comune di Ferrara, sotto Giacomo De Maria, vincendo il premio Curlandese con Il Profeta Geremia. Dopo gli studi bolognesi, si trasferì a Roma nel 1830, nuovamente sussidiato dal Comune ferrarese, studiando all'Accademia nazionale di San Luca, rimanendovi per tre anni operando accanto a Pietro Tenerani e realizzando opere per la certosa ferrarese. Rientrato a Ferrara poco dopo il 1844, ottenne in quell'anno la cattedra di Scultura alla civica scuola d'arte.[1] L'anno successivo fu proposto come accademico all'accademia bolognese.[2]

Nonostante l'approvazione ottenuta, non furono realizzati i suoi monumenti a Pio IX (1847) da collocare nell'allora piazzetta della Pace (adiacente al castello e poi inclusa in corso Martiri della Libertà[3][4]) e quello di Savonarola.[2]

Nel 1859 fu pubblicato a Ferrara il volume con le incisioni riguardanti le principali Opere di scultura di Giuseppe Ferrari, a cura di Luigi Napoleone Cittadella dove vennero riportate sia le opere in certosa sia quelle all'estero, distribuito in varie accademie italiane.[2]

Nel 1860, in quanto membro della Commissione Emiliana di Conservazione di Belle Arti, segnalò la necessità di conservare la statua di papa Paolo V ed il portale marmoreo d'ingresso dell'allora fortezza militare. Alla sua morte, donò i propri libri e gessi al Comune di Ferrara. Il suo busto fu eseguito da Gaetano Davia e la lapide così recita:

«G. F. Allievo distinto del Tenerani nell'Arte di Fidia, accademico di Venezia e Bologna, professore in patria»

Anche il fratellastro Luigi lavorò nello studio romano di Tenerani: nel 1852 mise in opera il suo monumento a Simon Bolivar nella cattedrale di Caracas.[2]

Esposizioni[modifica | modifica wikitesto]

A Ferrara nel 1847 e 1854 (con modelli in gesso per il monumento Bartoli e varie tombe); a Bologna nel 1836 e a Torino alla Promotrice di Belle Arti (1863).[1][2]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Autore di busti e monumenti sepolcrali.[1]

Certosa di Bologna:

  • Resurrezione di Cristo, cella Masetti.[2]

A Napoli:

  • Angelo della resurrezione, tomba Zir.[2]

Certosa di Ferrara:[2]

  • I due angeli con croce nel Famedio
  • Monumento di Vincenzo Monti
  • Monumento di Alfonso Varano
  • Monumento di Daniele Bartoli
  • Monumento di Maria Rossi Scutellari
  • Ritratto di Giovanni Boldrini
  • Tomba Navarra, anni '50[5]
  • Tomba Guidetti
  • Tomba Grossi
  • Tomba Massari
  • Tomba Trotti col bassorilievo L'amor materno
  • Tomba Munari
  • Tomba Strozzi
  • Tomba Dalla Fabbra
  • Tomba Casazza
  • Tomba Zaffarini
  • Tomba Severi
  • Tomba Ravalli
  • Tomba Gottardi
  • Tomba Agnelli
  • Tomba Ferretti

Opere all'estero[modifica | modifica wikitesto]

A Londra, Il Genio della Primavera per la contessa Jersen; a Dublino alcune opere tra cui monumento di Maria Obrion nel Duomo; due statue di santi in Irlanda.[1][2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Panzetta.
  2. ^ a b c d e f g h i Post Mortem.
  3. ^ Gerolamo Melchiorri, PACE (Piazza della), in Carlo Bassi (a cura di), Nomenclatura ed etimologia delle piazze e strade di Ferrara, Ferrara, 2G, pp. 99-103 e 214-216, ISBN 9-788889-248218.
  4. ^ Foto d'epoca dell'allora Piazza della Pace
  5. ^ Lucio Scardino, Trine di marmo - Le sculture di Luigi Legnani (Ferrara 1851-1910), Ferrara, Liberty house, 2005, p. 56.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Lucio Scardino e Antonio P. Torresi, Post Mortem - Disegni, decorazioni e sculture per la Certosa ottocentesca di Ferrara, Ferrara, Liberty house, 1998, p. 171.
  • Alfonso Panzetta, Nuovo dizionario degli scultori italiani dell'Ottocento e del primo Novecento, Torino, Ad Arte, 2003, p. 366, ISBN 88-89082-00-3.

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