Giovanni Sarotti

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Rosolino Giovanni Battista Sarotti
NascitaEdolo, 1 maggio 1901
MorteHamanlei, 11 novembre 1935
Cause della morteMorto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaArtiglieria
SpecialitàCarristi
Reparto1º Reggimento fanteria d’Africa
Anni di servizio1920-1935
GradoSergente maggiore
GuerreGuerra d'Etiopia
Decorazionivedi qui
dati tratti da Le medaglie d'oro al valor militare volume primo (1929-1941)[1]
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Rosolino Giovanni Battista Sarotti (Edolo, 1º maggio 1901Hamanlei, 11 novembre 1935) è stato un militare italiano insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Edolo, provincia di Brescia, il 1 maggio 1901, figlio di Giuseppe e di Caterina Azzaroli.[2][3] Rimasto orfano in tenera età crebbe presso l'orfanotrofio maschile di Brescia.[3] Chiamato a prestare servizio militare di leva nel Regio Esercito con la sua classe, prestò servizio nel 5º Reggimento artiglieria da campagna dal novembre 1920 al luglio 1922.[2] Riammesso in servizio attivo con ferma speciale per la Colonia, sbarcò a Tripoli nel febbraio 1926 assegnato a quella Direzione d'artiglieria. Promosso sergente nell'ottobre 1929, dopo aver frequentato un corso allievi sottufficiali, veniva trasferito al Gruppo squadriglie auto-blindate.[2] Nel settembre 1931 fu promosso al grado di sergente maggiore, entrò in servizio permanente effettivo nel febbraio 1934, e poi fu trasferito nel Regio corpo truppe coloniali della Somalia italiana.[2] Sbarcato a Mogadiscio il 15 febbraio 1935 assegnato alla 1ª Compagnia carri armati del 1º Reggimento fanteria d'Africa.[2] Cadde in combattimento a Hamanlai, durante la guerra d'Etiopia, l'11 novembre 1925, e fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Capo squadra di un carro d’assalto, in aspro combattimento si distingueva per ardimento e valore personale. Avuto il proprio carro immobilizzato nel generoso tentativo di trarne un altro in salvamento, si rifiutava di abbandonarlo difendendosi animosamente in una lotta impari contro masse urlanti ed inferocite. Immolava eroicamente la propria esistenza emergendo dal carro in disperata difesa ed al grido: « Viva l’Italia » accoglieva la scarica in petto che lo fulminava. Hamanlei, 11 novembre 1935 .[4]»
— Regio Decreto 13 maggio 1940.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare 1965, p.128.
  2. ^ a b c d e f Combattenti Liberazione.
  3. ^ a b CEnciclopedia Bresciana.
  4. ^ Quirinale - scheda - visto 23 marzo 2023
  5. ^ Registrato alla Corte dei conti addì 7 luglio 1940, registro 5 Africa Italiana, foglio 244.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare, Le medaglie d'oro al valor militare volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 128.

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