Giovanni Abbatelli Chiaramonte

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Giovanni Abbatelli
Barone di Cefalà
Stemma
Stemma
In carica1453 –
1459
PredecessoreGiovanni Abbatelli
SuccessoreManfredi Abbatelli Chiaramonte
Nascitafine del XIV secolo
Morte1459
DinastiaAbbatelli
PadreGiovanni Abbatelli
MadreEleonora Chiaramonte Ventimiglia
ConiugiMaria Talamanca La Grua
Eulalia La Grua Ventimiglia
Figli
  • Pietro (I)
  • Isabella (I)
  • Ubertinello (I)
  • Agata (I)
  • Francesco (II)
ReligioneCattolicesimo
Giovanni Abbatelli Chiaramonte

Presidente del Regno di Sicilia
Durata mandato1449 - 1452
Capo di StatoAlfonso V d'Aragona
PredecessoreAntonio Rosso Spadafora, conte di Sclafani
SuccessoreAntonio Rosso Spadafora, conte di Sclafani

Giovanni Abbatelli Chiaramonte, barone di Cefalà (fine del XIV secolo1459), è stato un nobile, politico e mercante italiano del XV secolo.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque presumibilmente alla fine del XIV secolo, da Giovanni, I barone di Cefalà, e dalla di lui consorte Eleonora Chiaramonte Ventimiglia dei Conti di Modica, di cui era il figlio secondogenito. Intraprese l'attività di mercante come il padre, ed anche di banchiere, attività quest'ultima che lo vide in affari in particolare con i de' Medici di Firenze e con la Repubblica di Venezia (di cui era console in Sicilia), nonché con le Fiandre, con Aigues Mortes e con Londra.[1]

Ambasciatore del Regno di Sicilia presso il Re della Corona d'Aragona nel 1431, fu nominato maestro secreto del Regno con uno stipendio annuo di 200 onze nel 1440, poi aumentato a 300.[2][3] Regio consigliere del re Alfonso V d'Aragona assieme al fratello maggiore Federico, nel 1443 ebbe la nomina a Gran camerlengo, e nel 1444 ebbe affidata dal Sovrano la giurisdizione criminale e civile sugli Ebrei di Sicilia.[2][3] Fu deputato, presidente e capitano generale del Regno di Sicilia nel 1449-52, e procuratore del Re Alfonso per affari importantissimi dell'isola.[3][4]

Nel 1453, succedette al padre nel possesso della baronia di Cefalà, per investitura ottenuta il 27 giugno di quell'anno.[5] Morto nel 1459, essendogli premorti i due figli maschi, nel titolo di Barone di Cefalà gli succedette il fratello minore Manfredi.[5]

Matrimoni e discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Giovanni Abbatelli Chiaramonte, II barone di Cefalà, sposò in prime nozze la nobildonna figlia di Ubertinello, da cui ebbe i seguenti figli:

  • Pietro Antonio, morto celibe;
  • Isabella, che fu moglie di Gilberto Valguarnera, signore di Godrano;
  • Ubertinello, morto celibe;
  • Agata, che fu moglie di Luciano Ventimiglia, signore di Castronovo.[6][7]

Dalla seconda unione con la nobildonna Eulalia La Grua Ventimiglia, figlia di Gilberto, barone di Carini, ebbe un solo figlio:

  • Francesco († 1526), che sposò in prime nozze la dama spagnola Eleonora Solera, ed in seconde nozze la nobildonna Maria Tocco, figlia di Leonardo, conte di Cefalonia, ed ambedue le unioni non gli diedero discendenti.[8][9]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Maurici, p. 19.
  2. ^ a b Maurici, p. 20.
  3. ^ a b c Muzio.
  4. ^ E. Reina, Novello onore ai dotti e agli artisti catanesi. Prolusione agli studi nella R. Università di Catania, Tipografia Galatola, 1860, p. 77.
  5. ^ a b F. M. Emanuele Gaetani, marchese di Villabianca, Della Sicilia nobile. Parte Seconda, vol. 2, Stamperia de' Santi Apostoli, 1757, p. 175.
  6. ^ Mugnos, p. 9.
  7. ^ Maurici, p. 65.
  8. ^ Mugnos, pp. 9, 25.
  9. ^ Opere storiche inedite sulla città di Palermo ed altre città siciliane, vol. 1, Pedone Lauriel, 1872, p. 236, nota 1.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • F. Mugnos, Teatro genologico delle Famiglie Nobili titolate feudatarie ed antiche nobili del fidelissimo Regno di Sicilia viventi ed estinte, vol. 1, Palermo, Coppola, 1667.
  • B. C. Muzio, Famiglia Abbatelli di Palermo e Catania in Sicilia, in Giornale araldico-genealogico-diplomatico, n. 12, Fermo, Reale Accademia Araldica Italiana, giugno 1874, pp. 376-378.
  • F. Maurici, "Illi de domo et familia Abbatellis" I Baroni di Cefalà: una famiglia dell'aristocrazia siciliana fra '400 e '500, Palermo, Officina di Studi Medievali, 1985.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]