Giacomo da Viterbo

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Template:Arcivescovo della Chiesa Cattolica Giacomo da Viterbo (Viterbo, circa 1255Napoli, 1307) è stato un filosofo, teologo e arcivescovo italiano, appartenente all'Ordine Agostiniano, beatificato da papa Pio X nel 1911.

Fu arcivescovo di Benevento nel 1302, poi di Napoli dal 1302 alla morte.

Biografia

Nacque a Viterbo tra il 1255 ed il 1256; alcuni storici del XVIII secolo lo hanno considerato appartenente alla nobile famiglia viterbese dei Capocci, ma in proposito sussistono molti dubbi[1]. Studiò sicuramente presso il convento viterbese della Santissima Trinità degli Eremitani di Sant'Agostino, nel cui ordine entrò intorno al 1272, sempre presso lo stesso convento. Recatosi a Parigi, si perfezionò negli studi teologici con il confratello filosofo e teologo Egidio Romano; rientrato in Italia, ricoprì più volte, tra il 1281 ed il 1286 e su indicazione di Egidio, le cariche di Definitore e Visitatore nella Provincia Romana del suo ordine. Tornato a Parigi per completare gli studi, conseguì prima il baccellierato (1288) e quindi, nel 1293, il dottorato in teologia[2]. In quegli anni mostrò tutte le sue grandi capacità letterarie e filosofiche, arrivando a succedere allo stesso Egidio Romano - che era stato nel frattempo eletto Priore Generale dell'Ordine - presso lo Studium parigino e guadagnandosi l'appellativo di Doctor speculativus. Nel 1300 ricevette l'incarico di Primus Lector, cioè Direttore dell'insegnamento, presso lo Studium fondato a Napoli dagli agostiniani[3].

Scrisse la sua opera più conosciuta, il trattato De regimine christiano, negli anni in cui si faceva più acuto lo scontro tra papa Bonifacio VIII ed il re di Francia Filippo IV il Bello, tra il 1296 ed il 1303. Il lavoro di Giacomo riprendeva le tesi della bolla pontificia Unam Sanctam, difendendo l'idea ierocratica, o teocratica, ed il diritto del papato ad esercitare il potere temporale[4].

Bonifacio VIII gli manifestò la sua stima ordinandolo prima arcivescovo di Benevento, il 3 settembre 1302, e quindi nominandolo, il 12 dicembre dello stesso anno, dopo soli tre mesi, arcivescovo della ancor più prestigiosa sede di Napoli. Qui, grazie all’appoggio del re Carlo II d'Angiò e di suo figlio Roberto, con i quali ebbe ottimi rapporti, diede notevole impulso ai lavori per la costruzione di una nuova Cattedrale.

Il suo ruolo fu importante anche in occasione della canonizzazione del santo pontefice Celestino V in quanto fu affidata proprio a lui la causa da parte di papa Clemente V: per istruire tale causa nel 1306 ascoltò non meno di trecento testimoni, tra Campania ed Abruzzo. La morte lo colse alla fine del 1307, ma se ne ignora la data precisa[5], così come non è noto il luogo della sepoltura.

Il suo culto[6] venne confermato ab immemorabili il 14 giugno 1914 da papa Pio X; la sua memoria liturgica ricorre il 4 giugno[7].

Il De regimine christiano e le altre opere

L'opera più significativa di Giacomo è sicuramente il De regimine christiano, dedicato a papa Bonifacio VIII e terminato presumibilmente nel 1303, in cui il religioso viterbese approfondisce i temi del papato, inteso come teocrazia, e del potere temporale della Chiesa. In questo lavoro Giacomo, partendo da considerazioni di stampo prettamente agostiniano, ritiene che il potere temporale abbia un fondamento naturale, perfezionato dall'opera della Chiesa. Questo scritto ha suscitato nei secoli l'interesse di molti teologi e studiosi, anche perché è comunemente considerato il primo trattato sistematico sul governo della Chiesa[8]; ve ne sono attualmente diverse traduzioni in varie lingue: in italiano la più recente è quella del 1993, a cura di A.Rizzacasa e G.B.Marcoaldi, che ha appunto il significativo titolo de Il Governo della Chiesa. Tra le altre opere di Giacomo tradotte e pubblicate vanno ricordati due lavori prettamente teologici, le Quaestiones disputatae de praedicamentis in divinis, collocabili tra il 1293 ed il 1295 e pubblicate dall'Ypma, che sono ritenute di grande interesse[9], e la Summa de peccatorum distinctione, scritta tra il 1300 ed il 1306 ed edita dall'Ambrasi. Esistono tuttora vari manoscritti di questo teologo agostiniano che non sono stati tradotti integralmente.

Note

  1. ^ L'argomento è approfondito da Ugo Mariani, Giacomo da Viterbo in Chiesa e Stato nei teologi agostiniani del XIV secolo, Roma, 1957; lo studioso agostiniano, dopo lunghe ricerche, non ha trovato alcuna menzione di Giacomo tra i membri della famiglia viterbese dei Capocci. Lo stesso Mariani indica l'epoca della nascita, desunta da altre ricerche.
  2. ^ Molte notizie sulla vita di Giacomo sono reperibili on line nella monografia di Paolo Vian,GIACOMO DA VITERBO, su Dizionario Biografico degli Italiani Treccani, che reca anche una notevole bibliografia.
  3. ^ Il volume di Giacomo da Viterbo Il Governo della Chiesa (De regimine christiano), Nardini, Firenze, 1993, con traduzione e commento di G.B.Marcoaldi e A.Rizzacasa, reca una interessante e corposa nota bio-bibliografica ricca di notizie sulla vita di questo religioso
  4. ^ Si veda in proposito l'edizione succitata del 1993 del De regimine christiano, nella cui introduzione vengono ampiamente trattate tali problematiche.
  5. ^ Secondo il Vian (op.cit.) la sua morte va collocata tra il 6 settembre 1307, ultima data in cui il suo nome compare in una lettera di Carlo II d'Angiò, ed il 17 marzo 1308, data in cui Clemente V ne nominò il successore alla sede arcivescovile di Napoli, Umberto de Montauro.
  6. ^ Sempre secondo Vian (op.cit.) vi sono immagini del '300, nel viterbese, nel beneventano e nel napoletano, in cui Giacomo viene raffigurato con l'aureola dei Santi.
  7. ^ Fino al 2005 la memoria era il 12 dicembre.
  8. ^ Lo precisa puntualmente l'articolo di Bruno Silvestrini,O.S.A., su SantieBeati on-line (v.Collegamenti esterni).
  9. ^ Si veda in proposito quello che scrive sulle Quaestiones il Mariani (op.cit.).

Bibliografia

  • Ugo Mariani, O.E.S.A., Chiesa e Stato nei teologi agostiniani del XIV secolo, cap.Giacomo da Viterbo, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma, 1957
  • Giacomo da Viterbo, Il Governo della Chiesa, note e commento di A.Rizzacasa e G.B.Marcoaldi, Nardini, Firenze, 1993
  • Giuseppe Signorelli, Viterbo nella Storia della Chiesa, Cionfi, Viterbo, 1907

Voci correlate

Collegamenti esterni

Predecessore Arcivescovo di Benevento Successore
Adenolfo 1302 Monaldo Monaldeschi O.F.M.
Predecessore Arcivescovo di Napoli Successore
Filippo Minutolo 1302-1307 Umberto de Montauro