Gerolamo Induno

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Gerolamo Induno (Milano, 13 dicembre 182518 dicembre 1890) è stato un pittore e patriota italiano.

Biografia

Formazione e opere giovanili

Fratello minore di Domenico, frequenta l’Accademia di Brera dove, dal 1839 al 1846 è allievo di Luigi Sabatelli.

Dal 1845 comincia a esporre alla mostra braidense le sue prime opere, studi dal vero, ritratti e una Scena dai Promessi Sposi.

Coinvolto nei moti antiaustriaci del 1848 si rifugia con il fratello ad Astano, in Svizzera, poi si trasferisce a Firenze, dove espone Interno di cucina.

La Repubblica Romana

A Firenze si arruola come volontario sotto il comando del generale Giacomo Medici, con il quale partecipa alla difesa di Roma, assediata dai francesi, ed esegue numerosi schizzi e riprese dal vero.

Durante la difesa di palazzo Barberini, appena riconquistato al nemico, viene gravemente ferito; dopo essere stato curato presso i frati dell'Ospedale Fatebenefratelli, riesce a tornare a Milano, grazie alla protezione del conte Giulio Litta.

Pittura storica e bellica

Negli anni seguenti espone a Brera opere di tema risorgimentale che ricordano gli eventi romani (Trasteverina colpita da una bomba, Porta San Pancrazio dopo l’assedio del 1849, La difesa del Vascello), accanto a soggetti di genere, influenzato dalle tematiche care al fratello (Sciancato che suona il mandolino, La nonna, Povera madre).

Dal 1854 al 1855 partecipa alla campagna di Crimea nel corpo dei bersaglieri di Alessandro La Marmora e, in qualità di pittore-soldato, esegue disegni, studi e resoconti per immagini che al ritorno in patria utilizza per quadri molto apprezzati dalla critica e dal pubblico per i sentimenti patriottici espressi (La battaglia della Cernaia, commissionato da Vittorio Emanuele II).

Nel 1855 partecipa insieme al fratello all’Esposizione Universale di Parigi dove ottiene l’ammirazione della critica; a Milano e a Firenze espone opere esemplicative della sua versatilità, dal ritratto alla veduta, al tema di genere.

Arruolatosi nelle fila garibaldine si conferma definitivamente quale interprete ufficiale dell’epopea risorgimentale, sia per le tematiche di carattere ufficiale (L’imbarco a Genova del generale Giuseppe Garibaldi, La battaglia di Magenta), sia per quelle in cui il motivo patriottico declina nei modi della pittura di genere (Un grande sacrificio, La partenza del coscritto, Triste presentimento).

Negli anni Sessanta oltre a eseguire dipinti celebrativi (L’ingresso di Vittorio Emanuele II a Venezia, La morte di Enrico Cairoli a Villa Gori), partecipa anche a grandi imprese decorative, come le Allegorie di Roma e di Firenze per i nuovi ambienti della Stazione Ferroviaria di Milano e il sipario con il Giorno del plebiscito di Napoli per il teatro di Gallarate.

Pittura virtuosistica e di genere

Alla fine del decennio il clima di inquietudine e di instabilità di quel momento storico, influenza il suo modo di dipingere, che predilige soggetti di gusto neosettecentesco, molto richiesti dalla committenza, realizzati con una pennellata quasi virtuosistica.

Gli anni Settanta e Ottanta vedono la presenza delle opere di Gerolamo alle principali Esposizioni europee oltre che italiane: Vienna (1873), Napoli (1877), Parigi (1878), Torino (1880), Roma (1883), Anversa (1885), Venezia (1887), Londra (1888) con opere di vero e proprio virtuosismo pittorico come La partita a scacchi e Un amatore di antichità. Dopo una lunga malattia, muore il 19 dicembre del 1890. (Fonte testo - Archivio Induno)

Opere

  • La battaglia della Cernaia
  • La battaglia di Magenta
  • Un grande sacrificio
  • Triste presentimento
  • La partita a scacchi
  • Ritratto equestre di Vittorio Emanuele II
  • L’addio del coscritto
  • La lettera
  • Il figurinaio
  • Amore di bimbo
  • decorazione della Stazione di Milano


Collegamenti esterni

Archivio Induno