George Pollock, I baronetto

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Sir George Pollock
Sir George Pollock
NascitaLondra, 4 giugno 1786
MorteWalmer, Kent, 6 ottobre 1872
Dati militari
Paese servito Regno Unito
Forza armataBengal Army
Anni di servizio1801–1846
GradoFeldmaresciallo
GuerreSeconda guerra anglo-maratha
Guerra anglo-nepalese
Prima guerra anglo-birmana
Prima guerra anglo-afghana
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Sir George Pollock, I baronetto (Londra, 4 giugno 1786Walmer, 6 ottobre 1872), è stato un ufficiale britannico.

Partecipò alla seconda guerra anglo-maratha, alla guerra anglo-nepalese alla prima guerra anglo-birmana e alla prima guerra anglo-afghana. Fu uno dei protagonisti della spedizione di Kabul.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Infanzia e formazione[modifica | modifica wikitesto]

Pollock era figlio di David Pollock, di Charing Cross, sellaio di Giorgio III del Regno Unito, e di Sarah Pollock (nata Parsons)[1]; suo fratello maggiore era l'avvocato e politico Sir Frederick Pollock, I baronetto. La famiglia Pollock era un ramo della famiglia Balgray, nel Dumfriesshire; il padre di David Pollock era un borgomastro di Berwick-upon-Tweed e il nonno uno yeoman di Durham. La sua attività di sellaio era ufficialmente apprezzata dalla famiglia reale[2]. Sir John Pollock, IV baronetto, pronipote di David Pollock, affermò che David era, "forse senza saperlo", Pollock di Balgray, essendo la linea principale della famiglia (Pollock di Pollock) estinta[3].

Carriera militare[modifica | modifica wikitesto]

Nepal e India[modifica | modifica wikitesto]

Educato alla Royal Military Academy di Woolwich, il 14 dicembre 1803 Pollock fu promosso lieutenant-fireworker nell'artiglieria del Bengal Army[4]. Promosso tenente il 19 aprile 1804, entrò in azione nella battaglia di Deeg del novembre 1804 e nell'assedio di Bhurtpore della primavera 1805, durante la seconda guerra anglo-maratha[4]. Promosso a capitano tenente il 17 settembre 1805 e a capitano il 12 marzo 1812, prestò servizio nella guerra anglo-nepalese prima di essere promosso maggiore il 12 agosto 1819[5]. Divenne assistente aiutante generale di artiglieria nel 1820 e fu promosso tenente colonnello il 1º maggio 1824[4].

Dopo un periodo di malattia trascorso in Inghilterra, Pollock comandò l'artiglieria britannica nella battaglia di Prome del novembre 1824 e a Bagan nel febbraio 1826, durante la prima guerra anglo-birmana[4]. Il 2 gennaio 1827 fu nominato compagno dell'Ordine del Bagno[6]. Fu promosso a colonnello di prima nomina il 1º dicembre 1829 e quindi inviato nel 1830 a Cawnpore (Kanpur) per comandare un battaglione di artiglieria[1]. Divenne colonnello comandante dell'artiglieria del Bengal Army il 3 marzo 1835[7] e tenne per breve tempo un comando divisionale a Danapur (Patna), con il grado di brigadiere generale, prima di passare al comando più anziano del distretto di Agra con il grado di maggior generale il 28 giugno 1838[8].

Afghanistan[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Ritirata da Kabul e Spedizione di Kabul.
Sir George Pollock nell'unifirme da feldmaresciallo

Nel 1838, Lord Auckland, governatore generale dell'India decise di invadere l'Afghanistan per proclamare un ex sovrano filo-britannico come re dell'Afghanistan, dando così inizio alla prima guerra anglo-afghana. La campagna iniziale fu un successo, ma alla fine del 1841, di fronte alla crescente ostilità degli afghani, i leader militari e politici decisero di ritirare i 5000 soldati britannici e indiani e i 12000 civili al seguito, tra cui donne e bambini, da Kabul e di tornare in India. La ritirata da Kabul, avvenuta nel gennaio 1842, fu un disastro e si concluse con un massacro a causa della debolezza del comandante britannico, del freddo e degli attacchi delle tribù afghane[9]. Tra le forze in ritirata e l'India restava solo la piccola guarnigione britannica di Jalalabad: la leggenda vuole che solo uno, (William Brydon), sia sopravvissuto al massacro ed abbia raggiunto Jalalabad[10]. In realtà, Brydon non fu l'unico europeo a sopravvivere alla ritirata: circa 115 britannici tra ufficiali, soldati, mogli e figli, furono catturati e presi come ostaggi e sopravvissero per essere poi rilasciati[11]. In questo contesto Pollock fu nominato comandante della forza inviata a soccorrere Jalalabad: avanzò attraverso il passo Khyber e nell'aprile 1842, dopo aver vinto la battaglia di Jellalabad, giunse in soccorso della guarnigione[4].

Pollock fu uno dei protagonisti, con il generale William Nott, della spedizione di Kabul, organizzata per salvare gli ostaggi britannici tenuti prigionieri a Kabul. Si unì a una forza britannica comandata dal generale William Nott che stava avanzando su Kabul da Kandahar. Dopo aver combattuto battaglie a Gandamak, al passo Jagdalak e a Tezeen, Pollock vinse la battaglia di Kabul nel settembre 1842, prendendo così il controllo della città[12]. Prima di ritirarsi in India nell'ottobre 1842 ordinò la distruzione del gran bazar di Kabul[12]. Promosso cavaliere di gran croce dell'Ordine del Bagno il 2 dicembre 1842[13], divenne residente britannico a Lucknow nel dicembre 1843 e membro militare del Council of India nel settembre 1844[12].

Nel 1844 i residenti britannici a Calcutta istituirono la "Medaglia Pollock" per commemorare i successi ottenuti da Pollock. Questa medaglia doveva essere assegnata al "miglior cadetto della stagione" del Seminario militare di Addiscombe[14].

Ultimi anni[modifica | modifica wikitesto]

Remnants of an Army di Elizabeth Butler ritrae William Brydon al suo arrivo a Jalalabad

Dopo essere tornato in Inghilterra nel 1846, Pollock beneficiò di una rendita vitalizia annua di 1000 sterline della Compagnia delle Indie orientali[15] e visse a Clapham Common[16]. Fu promosso tenente generale l'11 novembre 1851[17] e divenne membro della Court of Directors della Compagnia delle Indie orientali nel 1854[12]. Promosso generale il 17 maggio 1859[18], il 19 agosto 1861 fu nominato cavaliere comandante dell'Ordine della Stella d'India[19]. Fu promosso a cavaliere gran commendatore dell'Ordine della Stella dell'India il 24 maggio 1866[1] e feldmaresciallo il 24 maggio 1870[20]. Nel novembre del 1871 fu nominato Conestabile della Torre[21], e baronetto il 20 marzo 1872[22]. Durante la pensione fu anche colonnello onorario del 1st Surrey (or South London) Rifle Volunteer Battalion[23]. Morì a Walmer nel Kent il 6 ottobre 1872 e fu sepolto nella navata nord nella Westminster Abbey[24][25].

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1810 Pollock sposò Frances Webbe Barclay, da cui ebbe quattro figli e una figlia[4]. Il figlio maggiore Frederick gli succedette come "II baronetto Pollock del Khyber Pass", il secondo figlio George David divenne un celebre chirurgo e fu pioniere nell'uso degli innesti cutanei, mentre il terzo figlio Robert fu ucciso nella battaglia di Mudki nel 1845[26][27]. Dopo la morte della prima moglie, nel 1852 sposò Henrietta Wollaston[12].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Vetch.
  2. ^ History of Parliament Online.
  3. ^ Pollock, 1950, p. 267.
  4. ^ a b c d e f Heathcote, 1999, p. 243.
  5. ^ (EN) The London Gazette (PDF), n. 17509, 24 August 1819.
  6. ^ (EN) The London Gazette (PDF), n. 18319, 2 January 1827.
  7. ^ (EN) The London Gazette (PDF), n. 22587, 7 January 1862.
  8. ^ (EN) The London Gazette (PDF), n. 19639, 24 July 1838.
  9. ^ Colley, 2003, pp. 349–350.
  10. ^ CNN.
  11. ^ Colley, 2003, p. 350.
  12. ^ a b c d e Heathcote, 1999, p. 244.
  13. ^ (EN) The London Gazette (PDF), n. 20173, 2 December 1842.
  14. ^ Memoir to Illustrate the Origin and Foundation of the Pollock Medal, 1875.
  15. ^ (EN) The London Gazette (PDF), n. 20750, 2 July 1847.
  16. ^ (EN) The London Gazette (PDF), n. 22234, 26 February 1859.
  17. ^ (EN) The London Gazette (PDF), n. 21265, 21 November 1851.
  18. ^ (EN) The London Gazette (PDF), n. 22274, 14 June 1859.
  19. ^ (EN) The London Gazette (PDF), n. 22542, 27 August 1861.
  20. ^ (EN) The London Gazette (PDF), n. 23622, 7 June 1870.
  21. ^ (EN) The London Gazette (PDF), n. 23796, 14 November 1871.
  22. ^ (EN) The London Gazette (PDF), n. 23842, 22 March 1872.
  23. ^ (EN) The London Gazette (PDF), n. 22528, 9 July 1861.
  24. ^ Stanley, 1882, p. 240.
  25. ^ Westminster Abbey.
  26. ^ Moore e Paget, 1905, pp. 304–305.
  27. ^ Burke's Peerage, 2003.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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