Gabriel Vahanian

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Gabriel Vahanian

Gabriel Vahanian (Marsiglia, 24 gennaio 1927Strasburgo, 30 agosto 2012) è stato un teologo francese protestante.

Il suo scritto più importante è La morte di Dio da cui ha tratto il nome la "teologia della morte di Dio", corrente di pensiero teologico sviluppata nei circoli accademici statunitensi (nei quali insegnò per circa 26 anni), attorno agli anni sessanta del Novecento.

Vita e opere[modifica | modifica wikitesto]

Vahanian ricevette il baccalaureato nel 1945, presso il Lycee de Valence in Francia e il Master's Degree in Teologia nel 1950 al Seminario Teologico di Princeton, ove raggiunse anche il dottorato nel 1958. La sua dissertazione aveva come titolo: Il Protestantesimo e le Arti (Protestantism and the Arts).

Vahanian fu educato nella corrente teologica riformata di Giovanni Calvino e di Karl Barth, del quale tradusse La fede della Chiesa. Presto si distinse per l'interesse alla relazione fra letteratura e teologia, e fra cultura e religione. Un protestante francese suo contemporaneo era il teologo laico e critico sociale Jacques Ellul.

Vahanian fu membro fondatore del primo Consiglio (board of directors) della American Academy of Religion, nonché professor emeritus di teologia culturale all'Université Marc Bloch di Strasburgo. Prima del suo posto a Strasburgo, Vahanian tenne due diverse cattedre alla Syracuse University, ove egli fondò il corso universitario di Religione.

Il suo primo libro, La morte di Dio: la cultura della nostra era post-cristiana (1961), fu salutato come pietra miliare della critica teologica da Rudolf Bultmann. Negli anni sessanta, gli scritti teologici di Vahanian, Harvey Cox, Paul Van Buren, William Hamilton, Thomas J. J. Altizer e Richard Rubenstein vennero riconosciuti da molti osservatori come un nuovo movimento cristiano ed ebraico che si fonda sulla morte di Dio. Come però ebbe a notare John Warwick Montgomery, la posizione di Vahanian era considerata «disperatamente conservatrice agli occhi dell'ateismo cristiano».[1] Vahanian espresse la sua comprensione della "morte di Dio" come evento accaduto quando Dio venne ad essere mutato in semplice artefatto culturale. Vahanian era allarmato dalla oggettificazione di Dio:[2]

(EN)

«The Christian era has bequeathed us the 'death of God,' but not without teaching us a lesson. God is not necessary; that is to say, he cannot be taken for granted. He cannot be used merely as a hypothesis, whether epistemological, scientific, or existential, unless we should draw the degrading conclusion that 'God is reasons.' On the other hand, if we can no longer assume that God is, we may once again realize that he must be. God is not necessary, but he is inevitable. He is wholly other and wholly present. Faith in him, the conversion of our human reality, both culturally and existentially, is the demand he still makes upon us.»

(IT)

«L'era cristiana ci ha lasciato in eredità la "morte di Dio", ma non senza insegnarci nulla. Dio non è necessario: cioè, Egli non può essere preso per sicuro. Egli non può essere usato meramente come un'ipotesi, sia essa epistemologica, scientifica o esistenziale, a meno di arrivare alla conclusione degradante che "Dio è la ragione". D'altra parte, se non possiamo più assumere che Dio è, possiamo ancora una volta dedurre che Egli deve essere. Dio non è necessario, ma è inevitabile. Egli è interamente altro e interamente presente. La fede in lui, con la conversione della nostra realtà umana, sia dal punto di vista culturale sia da quello esistenziale, è la richiesta che Egli ancora fa a noi.»

Articoli di Vahanian su un vasto numero di argomenti sono apparsi su pubblicazioni e riviste come The Nation, The Christian Century and Réforme or Foi et Vie e la Biblioteca dell'Archivio di filosofia. Ha lavorato come membro della Commissione Presidenziale sull'etica biomedica ed ha tenuto incontri in diverse università del Nord America, America Latina, Europa e Asia. Fra sue pubblicazioni più recenti ricordiamo Dio Anonimo (Anonymous God, 2003), Tillich ed il nuovo Paradigma Religioso (Tillich and the New Religious Paradigm, 2004) e Lode del Secolare (Praise of the Secular, 2008).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ John Warwick Montgomery, Suicide of Christian Theology, p. 80.
  2. ^ Gabriel Vahanian, Wait Without Idols, p. 46.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • The Death of God: The Culture of Our Post-Christian Era, (New York: George Braziller, 1961).
  • Wait Without Idols, (New York: George Braziller, 1964).
  • No Other God, (New York: George Braziller, 1966).
  • God and Utopia: The Church in a Technological Civilization, (New York: Seabury Press, 1977). ISBN 0816403554
  • L'utopie chretienne, (Paris: Desclee de Brouwer, 1992). ISBN 2220032442
  • La foi, une fois pour toutes: meditations kierkegaardiennes, (Geneve: Labor et Fides, 1996). ISBN 2830908368
  • Anonymous God: An Essay on Not Dreading Words, (Aurora: Davies Group, 2002). ISBN 1888570571
  • Tillich and the New Religious Paradigm, (Aurora: Davies Group, 2004). ISBN 1888570628
  • Praise of the Secular, (Charlottesville: University of Virginia Press, 2004). ISBN 081392703X

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN18430 · ISNI (EN0000 0001 0860 8078 · SBN SBLV242842 · BAV 495/286714 · LCCN (ENn50046634 · GND (DE119489791 · BNE (ESXX1472086 (data) · BNF (FRcb131680436 (data) · J9U (ENHE987007275937105171 · CONOR.SI (SL181491299 · WorldCat Identities (ENlccn-n50046634