Fuga nei mondi perduti

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Fuga nei mondi perduti
Titolo originalePorts of Call
AutoreJack Vance
1ª ed. originale1998
1ª ed. italiana1999
Genereromanzo
Sottogenerefantascienza
Lingua originaleinglese
AmbientazioneDominazione Gaenica
ProtagonistiMyron Tany
SerieMyron Tany
Seguito daLurulu

Fuga nei mondi perduti (Ports of Call) è un romanzo di fantascienza dello scrittore statunitense Jack Vance pubblicato per la prima volta nel 1998.

Racconta il viaggio picaresco del giovane Myron Tany attraverso la Dominazione Gaenica; il romanzo Lurulu del 2004 ne è il seguito.

Storia editoriale[modifica | modifica wikitesto]

Fu pubblicato nel 1998.

La traduzione italiana di Maura Arduini è stata pubblicata dalla Mondadori nel 1999, nel volume n. 1352 della collana Urania e poi di nuovo nel 2007, nel volume n. 45 della collana Millemondi come parte dell'antologia Myron Tany e I vandali dello spazio, che comprende anche il seguito Lurulu ed un terzo romanzo: I vandali dello spazio.[1]

Trama[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia di Myron vorrebbe per lui una carriera sicura e rispettabile nella finanza; tuttavia, quando la sua ricca ed eccentrica prozia Madame Hester Lajoie entra in possesso di uno yacht spaziale, Myron improvvisamente scopre che la realizzazione dei suoi sogni d'avventura a lungo soppressi è a portata di mano. In qualità di capitano della nave spaziale entra al servizio di Madame Hester nel suo viaggio alla ricerca di una clinica ove sembra sia possibile ripristinare la perduta giovinezza dei clienti ricchi; Myron scopre presto che sua zia è tanto capricciosa quanto esuberante e dopo una discussione, si ritrova solo su un pianeta remoto.

Invece di tornare a casa, Myron trova lavoro come agente commerciale su un vecchio cargo dello spazio, continuando così a viaggiare tra gli esotici pianeti della Dominazione Gaenica.

Collegamenti con altre opere dell'autore[modifica | modifica wikitesto]

Il romanzo Lurulu del 2004 ne è il seguito.

Critica[modifica | modifica wikitesto]

Elizabeth Hand, recensore di F&SF, ha lodato Ports of Call definendolo "delizioso", dichiarando che "si gode di Ports of Call come si fa con una restoration comedy[2], per l'oltraggiosa purezza dei suoi personaggi e la precisione della potenza descrittiva spesso lunatica, di Vance"[3].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Catalogo Vegetti.
  2. ^ Commedia spregiudicata e brillante tipica della Restaurazione inglese.
  3. ^ (EN) Elizabeth Hand, Books: Ports of Call, in F&SF, agosto 1998. URL consultato il 7 maggio 2017.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Jack Vance, Fuga nei mondi perduti, collana Urania, traduzione di Maura Arduini, n. 1352, Mondadori, 3 gennaio 1999, ISSN 1120-5288 (WC · ACNP).
  • Jack Vance, Fuga nei mondi perduti, in Myron Tany e I vandali dello spazio (antologia), collana Urania Millemondi, traduzione di Maura Arduini, n. 45, Mondadori, ottobre 2007, 7 - 269, ISSN 1123-0762 (WC · ACNP).

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]