Fratelli Bandiera

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File:Attilio Bandiera.jpg
Attilio Bandiera ritratto da Giuseppe Pacchioni,compagno di spedizione,nel carcere di Cosenza prima dell'esecuzione
Emilio Bandiera ritratto da Giuseppe Pacchioni,compagno di spedizione,nel carcere di Cosenza prima dell'esecuzione
Esecuzione dei fratelli Bandiera

Attilio Bandiera (Venezia, 24 maggio 1810Vallone di Rovito, 25 luglio 1844) ed Emilio Bandiera (Venezia, 20 giugno 1819Vallone di Rovito, 25 luglio 1844) sono stati due patrioti italiani.

Nobili, figli del barone Francesco Bandiera, ammiraglio, e di Anna Marsich; a loro volta ufficiali della Marina da guerra austriaca, aderirono alle idee di Giuseppe Mazzini e fondarono una loro società segreta, l'Esperia (nome col quale i greci indicavano l'Italia antica) e con essa tentarono di effettuare una sollevazione popolare nel Sud Italia.

Nel marzo 1844 a Cosenza, in Calabria scoppiò un moto durante il quale il capitano Galluppi, figlio del grande filosofo Pasquale Galluppi, trovò la morte. In breve tempo ritornò la calma e con la calma il processo, dove furono condannate a morte 21 persone, delle quali solo sei furono giustiziate. Il 13 giugno 1844, i fratelli Emilio e Attilio Bandiera, disertori della marina austriaca, partirono da Corfù (dove avevano una base allestita con l'ausilio del barese Vito Infante) alla volta della Calabria seguiti da 17 compagni, dal brigante calabrese Giuseppe Meluso e dal corso Pietro Boccheciampe. Il 16 giugno 1844 sbarcarono alla foce del fiume Neto, vicino Crotone e appresero che la rivolta scoppiata a Cosenza si era conclusa e che al momento non era in corso alcuna ribellione all'autorità del re[1]. Pur non essendoci alcuna rivolta i fratelli Bandiera vollero lo stesso continuare l'impresa e partirono per la Sila. Il Boccheciampe, appresa la notizia che non c'era alcuna sommossa a cui partecipare, sparì e andò al posto di polizia di Crotone per denunciare i compagni. L'allarme dato, raggiunse anche la cittadina di San Giovanni in Fiore, e più precisamente

«...giorno 19 giugno del 1844. In punto che corrono le ore 18 (ore 14 correnti), è qui che giunse la triste notizia che il bandito Giuseppe Meluso di San Giovanni in Fiore, da molti anni rifugiò in Corfù, sia disbarcato nelle marine del Marchesato, con un mediocre numero di persone abbigliate alla militare , ed introdottisi in tenimento di Cerenzia e Caccuri, limitrofo a questo capuologo, col disegno di perturbare la pubblica quiete»

Il "Cippo della Stragola". Monumento commemorativo in ricordo della cattura dei Fratelli Bandiera avvenuta in questo luogo

Subito iniziarono le ricerche dei rivoltosi ad opera delle guardie civiche borboniche. Proprio quando il gruppetto si trovava alle porte di San Giovanni in Fiore, vennero avvistati dalle guardi civiche partite dal paese, e in seguito ad alcuni scontri a fuoco, avvenuti presso la località della Stragola (dove oggi si trova un ceppo in marmo commemorativo dell'eroiche gesta) nel comune di San Giovanni in Fiore, vennero tutti catturati (meno il brigante Giuseppe Meluso che, buon conoscitore dei luoghi, essendo egli stesso originario di San Giovanni in Fiore, riuscì a sfuggire alla cattura). Vennero prima portati presso le prigioni della cittadina silana, tranne i feriti che vennero trasportati immediatamente a Cosenza. I catturati furono portati dinanzi la corte marziale, che li condannò a morte. Il re Ferdinando II questa volta fu severo e ne graziò pochi; i fratelli Bandiera con altri sette compagni, Giovanni Venerucci, Anacarsi Nardi, Nicola Ricciotti, Giacomo Rocca, Domenico Moro, Francesco Berti e Domenico Lupatelli, vennero fucilati nel Vallone di Rovito il 25 luglio 1844[2]. Le salme dei nove fucilati, prima furono seppellite nella chiesa di Sant'Agostino e poi nel Duomo di Cosenza. Quelle dei fratelli Bandiera e di Domenico Moro rientrarono a Venezia il 18 giugno 1867, circa un anno dopo la liberazione della città al termine della Terza guerra di indipendenza. Le tre salme sono sepolte nella Basilica dei Santi Giovanni e Paolo[3].

Note

  1. ^ Istituto di storia del Risorgimento italiano Comitato cosentino, I martiri cosentini del 15 marzo 1844: celebrazione ad iniziativa della consulta del comitato cosentino del Regio Istituto di storia del Risorgimento italiano: 15 marzo 1937, Cosenza, SCAT, 1937.
  2. ^ Felice Venosta, I fratelli Bandiera e loro compagni martiri a Cosenza: notizie storiche, Milano, C. Barbini, 1863.
  3. ^ Alessandro Conflenti, Commiato di Cosenza alle ceneri dei fratelli Bandiera e Domenico Moro, Cosenza, SN, 1867.

Bibliografia

  • Salvatore Meluso, La spedizione in Calabria dei Fratelli Bandiera. Soveria Mannelli (Catanzaro), Rubbettino Editore, 2001.
  • Riccardo Pierantoni, Storia dei fratelli Bandiera e loro compagni in Calabria. Milano, Cogliati, 1909.
  • Carlo Alberto Radaelli; Storia dello assedio di Venezia negli anni 1848 e 1849. Napoli, 1865.
  • Mauro Stramacci; La vera storia dei fratelli Bandiera. Roma, Mediterranee, 1993.
  • A. Conflenti, I fratelli Bandiera e i massacri di Cosenza del 1844, Cosenza, Tipografia Bruzia, 1862.

Collegamenti esterni