Francesco Paciotto

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Francesco Paciotto (Urbino, 1521Urbino, 1591) è stato un architetto italiano, autore di numerose opere civili e militari del XVI secolo..

Fu allievo a Urbino di Gerolamo Genga, prima di recarsi a Roma all'Accademia Vitruviana.

Lavorò in Emilia per i Farnese, ai quali fu raccomandato da Annibal Caro, segretario e da Alessandro Manzuoli.

Ottavio, secondo duca di Parma e Piacenza lo incaricò per il primo progetto, del 1558, per il palazzo Farnese di Piacenza. Sulle rive del Po, smaltellò la cittadella viscontea e vi cominciò la costruzione della sede ducale il 9 dicembre 1558. Il progetto prevedeva un edificio rettangolare attorno a un cortile con loggiato e esedra, posta sul lato opposto a quello dell'ingresso.

Il progetto fu successivamente modificato dal Vignola, che dal 1561, subentrò al incarico, riprogettandolo completamente. Paciotto si era infatti allontanato dall'Italia a seguito seguito della moglie del duca Ottavio, Margherita d'Austria. Era stata infatti nominata da Filippo II di Spagna governatrice delle Fiandre. Qui realizzò la cittadella di Anversa.

Dal 1564 a 1568 eresse, per il duca Emanuele Filiberto, le cittadelle di Vercelli e Torino, dal 1562 capitale dello stato sabaudo.

Eseguì anche progetti per Filippo II di Spagna; si occupò della chiesa dell'Esorial, e di quella per le Descalzas Reales a Madrid.

Per i Farnese fornì anche disegni per il Palazzo di Caprarola, introducendo nei propri progetti, prima del Vignola, la rampa elicoidale all'ingresso. Criticò duramente il progetto vignolesco al cardinale Alessandro Farnese.

Molto probabilmente è l'autore del progetto del Corridore di Parma; primo nucleo del Palazzo della Pilotta di Parma; il duca Ottavio, infatti, nel 1580 richiamò il Paciotto a Parma, forse proprio per redigere il progetto del edificio lineare su tre pilastri che univa la fortezza sforzesca al Palazzo Ducale.

Francesco Maria II della Rovere, duca di Urbino lo nominò nel 1578 conte del feudo di Montefabbri, titolo e tenuta che costò a Paciotti 16.400 scudi.