Forti austriaci nel Polesine

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Forte di Boara
Forti Austriaci
Rappresentazione del forte di Boara Polesine
Ubicazione
Stato Impero austriaco
Stato attualeBandiera dell'Italia Italia
CittàRovigo
Coordinate45°05′41.7″N 11°47′07.7″E / 45.094917°N 11.785472°E45.094917; 11.785472
Mappa di localizzazione: Italia
Forti austriaci nel Polesine
Informazioni generali
TipoTurmfort
MaterialeCemento armato
Demolizione9 luglio 1866
Condizione attualeNessuna traccia visibile
Informazioni militari
ArmamentoCannoni
Azioni di guerraNessuna
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Forte di Sarzano
Ubicazione
Coordinate45°04′28.7″N 11°49′17.5″E / 45.074639°N 11.821528°E45.074639; 11.821528
Informazioni generali
TipoTurmfort
MaterialeCemento armato
Demolizione9 luglio 1866
Condizione attualeNessuna traccia visibile
Informazioni militari
ArmamentoCannoni
Azioni di guerraNessuna
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Forte di Borsea
Ubicazione
Coordinate45°03′06.3″N 11°47′13.7″E / 45.05175°N 11.787139°E45.05175; 11.787139
Informazioni generali
TipoTurmfort
MaterialeCemento armato
Demolizione9 luglio 1866
Condizione attualeNessuna traccia visibile
Informazioni militari
ArmamentoCannoni
Azioni di guerraNessuna
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Forte di Roverdicrè
Ubicazione
Coordinate45°04′15.7″N 11°46′07.9″E / 45.071028°N 11.768861°E45.071028; 11.768861
Informazioni generali
TipoTurmfort
MaterialeCemento armato
Demolizione9 luglio 1866
Condizione attualeNessuna traccia visibile
Informazioni militari
ArmamentoCannoni
Azioni di guerraNessuna
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La rete difensiva del Polesine nel periodo della dominazione austriaca era composta da 4 fortificazioni situate rispettivamente nelle località di Boara Polesine, Sarzano, Roverdicrè e Borsea.[1] Esse facevano parte di una struttura più ampia composta da lunette e cinta difensive che a loro volta rientravano in un più ampio piano difensivo per il Veneto.

Ad oggi non vi restano più tracce visibili a causa della demolizione nel 1866 e della successiva costruzione di edifici.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Dopo la seconda guerra d'indipendenza, nel 1859, a seguito della cessione della Lombardia all'Italia, il Comando Supremo Imperiale Austriaco decise di costruire una rete di fortificazioni per la difesa del Veneto dal neo-nascente stato Italiano. A motivo di ciò tra il 1859 e il 1862 in Polesine vennero costruiti quattro forti nelle posizioni strategiche di Boara Polesine, Sarzano, Roverdicrè e Borsea assieme a 20 batterie dì artiglieria tra cui quattro “lunette”.

Questi formavano un quadrilatero attorno alla città di Rovigo . Questa tipologia di strutture la si può ritrovare in altre città tra Lombardia e Veneto quali Legnago, Mantova, Verona e Peschiera.

Nel pieno della terza guerra d'indipendenza nel 1866 le truppe presenti a Rovigo si spostarono verso Stanghella ed il 9 luglio dello stesso anno, le strutture difensive vennero fatte demolire alle ore 23:00 per ordine dell'impero Austro Ungarico.

Vennero usate ingenti quantità di esplosivo e le testimonianze dell'epoca riportano che l'esplosione si sia udita fino alle città di Ferrara, Adria e Monselice.

I forti[modifica | modifica wikitesto]

I quattro forti appartenevano alla categoria dei “Turmfort“ (letteralmente ”forte a torre”) in quanto presentavano una struttura piramidale a base circolare che si innalzava su tre piani.

Ogni forte era circondato da un fossato che ne delimitava il perimetro.

Armamenti[modifica | modifica wikitesto]

Secondo le memorie del tenente colonnello in comando Salis Soglio ogni forte era armato con 49 cannoni di ferro da 12 libbre a retrocarica, 24 cannoni di ferro per granata da 7 libbre, 4 pezzi d'artiglieria per razzi da 6 libbre per un totale di 77 pezzi d'artiglieria. I forti di Borsea e Roverdicrè erano inoltre equipaggiati con altri tre pezzi d'artiglieria per un totale di 80.

A differenza di ciò che afferma Salis Soglio, Biscaccia afferma che il numero di cannoni era nettamente inferiore; infatti riporta un totale di soli 48 cannoni per forte.

Impiego operativo[modifica | modifica wikitesto]

I forti di Borsea, Roverdicrè e Sarzano, salvo che per il collaudo avvenuto il 1º luglio 1863, non vennero mai utilizzati in combattimenti.

Il forte di Boara invece, venne utilizzato il 3 febbraio 1866 in una simulazione che risultò fallimentare a seguito di problemi strutturali che, a causa del terreno sabbioso e il peso eccessivo dei materiali impiegati, fecero sprofondare il forte.

Costi[modifica | modifica wikitesto]

Per la costruzione delle quattro fortificazione furono spesi:

  • forte di Sarzano: 230,000 fiorini;
  • forte di Borsea: 200,000 fiorini;
  • forte di Roverdicrè: 198,000 fiorini;
  • forte di Boara: 440,000 fiorini.

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Biscaccia (1865), p. 240.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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