Falco novaeseelandiae

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Falco della Nuova Zelanda
Stato di conservazione
Prossimo alla minaccia (nt)[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Aves
Ordine Falconiformes
Famiglia Falconidae
Sottofamiglia Falconinae
Genere Falco
Specie F. novaeseelandiae
Nomenclatura binomiale
Falco novaeseelandiae
Gmelin, 1788

Il falco della Nuova Zelanda (Falco novaeseelandiae Swainson, 1837), Kārearea in māori, è un uccello falconiforme della famiglia dei Falconidi. È l'unico falco endemico della Nuova Zelanda, nonché l'unico rapace endemico dell'isola sopravvissuto fino ai giorni nostri. Per il suo aspetto viene spesso confuso con la più grande e più comune albanella australasiatica.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Si differenzia dalla più grande albanella australasiatica (Kāhu in maori), più comune e diffusa in tutta la Nuova Zelanda, in quanto cattura le prede in volo e si nutre di carogne solo di rado. È un uccello piuttosto aggressivo, che difende violentemente il proprio territorio; in alcuni casi ha attaccato cani e perfino esseri umani.

Con un'apertura alare di circa 45 cm e un peso che solo raramente supera i 450 g, il falco della Nuova Zelanda pesa poco più della metà di un'albanella australasiatica; ciononostante, il falco è solito attaccare in volo l'albanella non appena questa entri nel suo territorio. Il maschio è grande solo due terzi della femmina.

Il falco della Nuova Zelanda nidifica in una fenditura del terreno erboso o del terriccio in vari luoghi: sotto le rocce di una parete a picco o su una cornice rocciosa, tra le piante epifite cresciute sul ramo di un albero o sotto tronchi o rami caduti al suolo[2][3], tutti luoghi non riparati che rendono i pulcini e le uova vulnerabili ai predatori.

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

In passato gli ornitologi hanno ritenuto questo rapace sia una forma aberrante di lodolaio sia un uccello strettamente imparentato con tre specie sudamericane (F. deiroleucus, F. rufigularis e F. femoralis); tuttavia, più recenti studi basati sull'analisi di proteine ricavate dalle penne, suggeriscono una più stretta parentela con il falco bruno australiano[4].

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Il falco della Nuova Zelanda è diffuso soprattutto nelle fitte boscaglie e nelle regioni più elevate dell'Isola del Sud e solo raramente è stato avvistato a nord di una linea immaginaria che corre attraverso le regioni centrali dell'Isola del Nord. Una piccola popolazione nidifica anche sulle Isole Auckland; sulle Isole Chatham, invece, è noto solo a partire da resti fossili.

Raffigurazione del falco della Nuova Zelanda tratta da Birds of New Zealand di Buller (1888).

Stato di conservazione[modifica | modifica wikitesto]

Sebbene protetto fin dal 1970, è considerato una specie vulnerabile.

Reintroduzioni[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2005 il Ministero neozelandese dell'Agricoltura e delle Foreste finanziò un progetto che utilizzava i falchi per controllare il numero degli uccelli nocivi che saccheggiavano i vigneti; altro scopo del progetto era quello di monitorare questi uccelli e stabilire una popolazione nidificante nei pressi della regione vinicola del Marlborough[5]. Inizialmente vennero rilasciati nei vigneti quattro falchi provenienti dalle colline circostanti. Dopo il rilascio di altri 15 esemplari questa piccola popolazione cominciò a nidificare - per la prima volta dopo la deforestazione dell'area avvenuta 150 anni fa. Una delle maggiori minacce che grava su questa popolazione ricostituita è costituita dalle collisioni con i cavi elettrici, che hanno ucciso un quinto dei falchi reintrodotti[6][7].

Nella cultura di massa[modifica | modifica wikitesto]

Il falco della Nuova Zelanda compare sul retro delle banconote da 20 dollari neozelandesi ed è stato raffigurato per due volte su francobolli dello stesso Paese. È comparso inoltre su una moneta da collezione da 5 dollari coniata nel 2006[8].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) BirdLife International 2010, Falco novaeseelandiae, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ S. Marchant e P.J. Higgins (a cura di), Handbook of Australian, New Zealand and Antarctic Birds. Volume 2: Raptors to Lapwings, Melbourne, Oxford University Press, 1993, p. 287, ISBN 0-19-553069-1.
  3. ^ C.J.R. Robertson (a cura di), Reader's Digest Complete Book of New Zealand Birds, Surry Hills, NSW, Reader's Digest, 1985, pp. 154–155, ISBN 0-949819-97-2.
  4. ^ S. Marchant e P.J. Higgins (a cura di), Handbook of Australian, New Zealand and Antarctic Birds. Volume 2: Raptors to Lapwings, Melbourne, Oxford University Press, 1993, p. 290, ISBN 0-19-553069-1.
  5. ^ SFF Project Summary, su maf.govt.nz, Ministry of Agriculture and Forestry. URL consultato il 25 febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il 22 maggio 2010).
  6. ^ Falcons Return to Wairau Plain, su maf.govt.nz, Ministry of Agriculture and Forestry (press release), 13 dicembre 2007. URL consultato il 25 febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il 23 maggio 2010).
  7. ^ Protection sought for vineyard falcons, Radio New Zealand, 25 febbraio 2010. URL consultato il 25 febbraio 2010.
  8. ^ 2006 New Zealand Falcon coin sets Archiviato il 13 maggio 2006 in Internet Archive.. Accessed 6 April 2006.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Sandy Chrichton, On a wing and a prayer, in Forest & Bird, maggio 2009, pp. 21–25.
  • Andrew C.W. Thomas, The Behaviour and Development of New Zealand Falcons (Falco novaeseelandiae) Nesting in Plantation Forest., in Unpublished MSc thesis, Massey University, Palmerston North, 2008.

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