Ecomuseo della Valvarrone

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Ecomuseo della Valvarrone
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàValvarrone
IndirizzoVia Roma Loc. Introzzo N.6, 23836 Valvarrone
Coordinate46°04′52.32″N 9°20′23.78″E / 46.0812°N 9.33994°E46.0812; 9.33994
Caratteristiche
TipoEcomuseo
Istituzione2 dicembre 2009
FondatoriUnione dei comuni della Valvarrone
Apertura2009
Sito web

L'Ecomuseo dalla Valvarrone è un ecomuseo della Provincia di Lecco in Lombardia. Il territorio dell'ecomuseo comprende quello dei Comuni di Valvarrone (Comune nato nel 2018 dalla fusione dei Comuni di Introzzo, Tremenico e Vestreno) e Sueglio. Ha sede legale a Introzzo e sede operativa a Vestreno. Dal 2020 ricomprende nel suo patrimonio il Museo Cantar di Pietra che sorge a Tremenico[1]. L'ecomuseo è stato riconosciuto dalla Regione Lombardia[2].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'Ecomuseo della Valvarrone è nato il 2 dicembre 2009 con la sua istituzione da parte dei comuni di Vestreno, Sueglio, Introzzo e Tremenico che costituivano l'Unione dei comuni della Valvarrone[3]. L'ecomuseo si basa su due studi sul territorio realizzati da Edo Bricchetti e commissionati dall'Unione dei Comuni della Valvarrone[4].

Patrimonio dell'Ecomuseo della Valvarrone[modifica | modifica wikitesto]

L'Ecomuseo della Valvarrone documenta, conserva e valorizza il patrimonio della Valvarrone attraverso un'attenzione particolare verso cinque aspetti del territorio: teatri di natura, sentieri storici, architetture in quota, architetture della fede e luoghi della quotidianità. I teatri di natura raggruppano i rilievi montuosi, i corsi d'acqua, le pendici dei monti e i pascoli; i sentieri storici sono le strade militari, le strade di culmine e i sentieri di montagna; le architetture in quota sono i borghi medioevali, le aggregazioni abitative e i segni architettonici; le architetture della fede sono le testimonianze del sentimento religioso; i luoghi della quotidianità sono i saperi e i ritmi domestici, le tradizioni, i mestieri e gli oggetti e le testimonianze della quotidianità[5].

I temi al centro dell'attenzione dell'ecomuseo sono poi declinati in una serie di percorsi, che permettono di vistare e scoprire il patrimonio del territorio: Il “Miraggio del lago” - Per borghi a mezza costa; Per Roccoli - “Looc” e trincee; Anfiteatri militari - Linea Cadorna, Monte Legnoncino; Le Valli dei molini - Sueglio, Tremenico; In Miniera - Tremenico e Lentrée; Monte Legnone - “Alta Via” della Valsassina. Valrasga.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Marco Milani, Cantar di Pietra, a Tremenico presentati il nuovo museo e la mappa di comunità, su Lecco Notizie, 5 febbraio 2020. URL consultato il 26 febbraio 2020.
  2. ^ L’Ecomuseo della Valvarrone tra gli ecomusei riconosciuti della Regione Lombardia sul sito della regione Archiviato il 23 settembre 2015 in Internet Archive., consultato 22 agosto 2014.
  3. ^ Descrizione dell’istituzione dell’Ecomuseo della Valvarrone sul sito dell’Associazione Amici dell’Ecomuseo della Valvarrone http://www.amiciecomuseovalvarrone.it/lecomuseo/ecomuseo-della-valvarrone/ Archiviato il 26 agosto 2014 in Internet Archive., consultato 22 agosto 2014.
  4. ^ Edo Bricchetti, ‘’Studio per un atlante ecomuseale’’, 2006; studio commissionato dall’Unione dei comuni della Valvarrone e realizzato nell’ambito degli “Interventi per attività di promozione educativa e culturale” del Settore Cultura della Provincia di Lecco, Legge IX; Edo Bricchetti, ‘’’Studio per la costituzione di un archivio “Memorie di una valle”’’’, 2008, studio realizzato nell’ambito dell’iniziativa “’Il 900 Lecchese” promossa dalla Provincia di Lecco.
  5. ^ Dominanti ecomuseali sul sito dell’Ecomuseo della Valvarrone http://www.ecomuseodellavalvarrone.it/pages/02_mappe000.html, consultato 22 agosto 2014.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Edo Bricchetti, ‘'Studio per un atlante ecomuseale'’, Unione dei Comuni della Valvarrone, 2006.
  • Edo Bricchetti, ‘'’Studio per la costituzione di un archivio “Memorie di una valle”'’', Unione dei Comuni della Valvarrone, 2008.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]