Discussione:Biennio rosso in Italia

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Biennio rosso in Italia
Argomento di scuola secondaria di II grado
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Progetto Wikipedia e scuola italiana


Lupo Rosso[modifica wikitesto]

è del tutto infondato oltre che privo di riferimenti dire che durante il biennio rosso la borghesia aveva paura del "totalitarismo" possibile dopo la "rivoluzione". senza poi entra nello specifico nel dibattito sull'uso del termine totalitarismo.--Francomemoria 13:41, 31 gen 2008 (CET)[rispondi]

@@@@@ d'accordo con Francomemoria--Lupo rosso 13:48, 31 gen 2008 (CET)[rispondi]

Gramsci e Bordiga animatori del biennio rosso ?[modifica wikitesto]

Avevo cancellato [1] l'assunto "Tra gli animatori del biennio rosso vi furono Amadeo Bordiga e Antonio Gramsci...", perché risultava contraddittorio con quanto detto in Storia dell'Italia fascista: "La direzione velleitaria e confusa delle occupazioni, che aveva mostrato l'incapacità delle forze politiche più radicali a sviluppare una reale e progressiva azione rivoluzionaria, fu immediatamente chiara a molti politici, in particolar modo a Gramsci...". Naturalmente avevo cancellato dopo aver chiesto lumi a un'esperta in materia. Quindi, se l'assunto (come pare) è una bufala deve essere cancellato al più presto, se invece è un'informazione fondata deve essere corredato di fonte autorevole. Per ora ho messo il template CF. --Norge (msg) 17:37, 12 giu 2010 (CEST)[rispondi]

Lupo Rosso[modifica wikitesto]

Gramsci e' a posto vediamo per Bordiga--Lupo rosso (msg) 18:48, 12 giu 2010 (CEST)PS sistemato anche Bordiga--Lupo rosso (msg) 18:54, 12 giu 2010 (CEST)[rispondi]


@@@@@

«La storia del Biennio Rosso iniziò a Torino il 13 settembre 1919 con la pubblicazione sulla rivista Ordine Nuovo del manifesto Ai commissari di reparto delle officine Fiat Centro e Brevetti, nel quale si ufficializzava l’esistenza e il ruolo dei Consigli di fabbrica quali nuclei di gestione autonoma delle industrie da parte degli operai. Già tre mesi prima Gramsci e Togliatti avevano affrontato il problema, sempre sulla stessa rivista, in un articolo chiamato Democrazia operaia.»

storiaxxisecolo ossia ANPI per Gramsci non mi sembra possibile dire che non centri niente col Biennio Rosso per Amedeo Bordiga occorre verificare la consistenza del link che ho messo in riferimento ,comunque chiamarli animatori mi pare eccessivo pure a me meglio personalita' di spicco che interagirono con gli accadimenti del Biennio Rosso, un po' sminuente per Antonio Gramsci --Lupo rosso

«Torino, culla dell’industrializzazione italiana, si prefigurava cosi'come il centro propulsore del bolscevismo, in quanto la struttura dei Consigli proposta dagli ordinovisti ricalcava, seppur con peculiarita' proprie, quella dei Soviet russi. Le proteste iniziarono nelle fabbriche di meccanica, per poi continuare nelle ferrovie, trasporti e in altre industrie, mentre i contadini occupavano le terre. Le agitazioni si diffusero anche nelle campagne della pianura padana, innescando duri scontri fra proprietari e braccianti, con violenza da una parte e dall’altra, soprattutto in Emilia e Romagna. Gli scioperanti, pero', fecero molto piu' che un’occupazione, sperimentando per la prima volta forme di autogestione operaia: 500.000 scioperanti lavoravano, producendo per se stessi. Durante questo periodo, l'Unione Sindacale Italiano (USI) raggiunse quasi un milione di membri.»

storiaxxisecolo ossia ANPI

(msg) 17:35, 13 giu 2010 (CEST)[rispondi]

«1920

Lo sciopero degli operai dell’industria di Torino di marzo-aprile (sciopero delle lancette) per il riconoscimento dei consigli di fabbrica apre una vivace polemica tra la direzione socialista e il gruppo dell’Ordine nuovo, le cui posizioni politiche ricevono l’approvazione di Lenin. Gramsci si avvicina alla frazione astensionista del Psi, guidata da Bordiga, che prospetta la costruzione del Partito comunista.-»

dal sito dedicato ad Antonio Gramsci mi par quindi che quantomeno un qualcosina c'entri Antonio Gramsci ed il Biennio Rosso--Lupo rosso (msg) 18:25, 13 giu 2010 (CEST)[rispondi]

Verso il porto ?[modifica wikitesto]

Che Gramsci e Bordiga abbiano avuto parte nel biennio rosso è fuori discussione, visto che erano contemporanei e due dei maggiori esponenti della sinistra. La frase in esame, però, dice;

«Tra gli animatori del biennio rosso vi furono Amadeo Bordiga e Antonio Gramsci...»

Nel comune significato, fa presupporre che i due siano stati tra i principali ideatori e organizzatori, il che non sembra essere né pacifico, né minimamente condiviso. Per risolvere la situazione, a questo punto, direi di confezionare una frase che delinei con chiarezza le posizioni di Gramsci e Bordiga nei confronti del "Biennio rosso", anche considerando quanto espresso in merito nella voce Storia dell'Italia fascista:

«La direzione velleitaria e confusa delle occupazioni, che aveva mostrato l'incapacità delle forze politiche più radicali a sviluppare una reale e progressiva azione rivoluzionaria, fu immediatamente chiara a molti politici, in particolar modo a Gramsci...»

Sulla base di quanto detto da Paola e dal Lupo, filtrato dalle mie modeste capacità intellettive, propongo il seguente periodo:

«Gli scioperi e le occupazioni ebbero un'origine principalmente sindacale, motivati da un miglioramento delle condizioni economiche e di lavoro. Alcuni esponenti comunisti del PS, tra i quali Gramsci e Bordiga (altri ?) tentarono di dare un senso politico nazionale alle manifestazioni spontanee, spingendo l'azione dei consigli di fabbrica verso l'autonomnia gestionale, sull'esempio dei Soviet russi. Tale posizione si scontrò con quella della frangia massimalista del PS e fornì il pretesto a Mussolini per denunciare il pericolo di una rivoluzione bolscevica italiana e proporsi come restauratore dell'ordine.»

Quanto sopra vuole unicamente essere una "base pratica di lavoro", senza limitazioni a modificare, tagliare o ampliare il discorso. Se al termine della discussione gli assunti delle due voci non saranno più contraddittori e godranno di un largo consenso, avremo reso un buon servizio a chi legge. --Norge (msg) 09:16, 14 giu 2010 (CEST)[rispondi]


'@@@@@'[Gli scioperi e le occupazioni ebbero un'origine principalmente sindacale, motivati da un miglioramento delle condizioni economiche e di lavoro. Alcuni esponenti comunisti del PS, tra i quali Gramsci e Bordiga (altri ?) tentarono di dare un senso politico nazionale alle manifestazioni spontanee, spingendo l'azione dei consigli di fabbrica verso l'autonomnia gestionale, sull'esempio dei Soviet russi. Tale posizione si scontrò con quella della frangia massimalista del PS e fornì il pretesto a Mussolini per denunciare il pericolo di una rivoluzione bolscevica italiana e proporsi come restauratore dell'ordine] aparte qualche correzione il pezzetto non e' brutto.Non si possono chiamare [Alcuni esponenti comunisti] non essendoci ancora un partito comunista ma forse meglio componenti dell'ala filosovietica del PSI.Non capisco dove vorresti inserirlo spiegati meglio ciao dal --Lupo rosso (msg) 19:01, 14 giu 2010 (CEST)[rispondi]

Scusami Lupo, ma non avevo notato la tua modifica "Personaggi di spicco che interagirono politicamente con i moti...". Ora non è più in contrasto con l'assunto dell'altra voce e per me si può anche lasciare così. --Norge (msg) 19:58, 14 giu 2010 (CEST)[rispondi]


@@@@@ d'accordo quindi lasciasmo cosi'anche se ci sarebbe da espandere la questione di Torino col gruppo di L'Ordine Nuovo per adesso lasciamo cosi'a presto--Lupo rosso (msg) 20:02, 14 giu 2010 (CEST)[rispondi]

disclaimer sul biennio rosso[modifica wikitesto]

Questa voce o sezione sull'argomento storia è ritenuta non neutrale. Motivo: La voce non parla minimamente degli omicidi, delle violenze, delle torture e delle atrocità compiute durante il biennio rosso su contadini, piccoli proprietari, piccoli commercianti, gente comune, lavoratori, ecc non appartenenti alle cooperative ed alle leghe rosse. Nessuna menzione nemmeno per quanto riguarda gli eccidi e gli sbeffeggiamenti di reduci, feriti e mutilati della prima guerra mondiale da parte dei movimenti rossi.

Sezione "Le occupazioni delle fabbriche e le violenze"[modifica wikitesto]

A mio parere, ci sono alcuni problemi con le fonti. Il paragrafo seguente: "Nel corso dell'occupazione della FIAT e di molte altre fabbriche torinesi, l'impiegato oleggese Mario Sonzini, sindacalista e membro della commissione interna alle Officine Metallurgiche, fu sequestrato il 23 settembre dalle Guardie rosse e, dopo un processo sommario fu ucciso a pistolettate, sorte condivisa a poche ore di distanza anche dalla guardia carceraria Costantino Scimula. Dalle seguenti indagini si venne a scoprire che i due uccisi non furono gli unici sequestrati dalle Guardie rosse in quei giorni a Torino", è provvisto di una fonte costituita da un link non funzionante, cosicché non è possibile verificare né la fondatezza né la significatività né l'importanza dell'episodio riferito. Inoltre, il paragrafo seguente: "Si verificarono durante questo periodo atti di violenza nei confronti dei proprietari terrieri e dei crumiri o di impiegati di diverso orientamento politico, che non volevano aderire agli scioperi" è documentato in modo troppo generico. Il libro di Maione è senz'altro una fonte autorevole, ma senza l'indicazione specifica delle pagine è impossibile verificare in cosa consistettero questi "episodi di violenza", né quale ne fu la rilevanza, il contesto, l'esito, e via dicendo. (Fra l'altro, se non ricordo male, Maione è uno storico di orientamento marxista che parteggia apertamente per gli scioperanti e che nel suo libro tende a giustificare e ad approvare largamente tutti gli "episodi di violenza" da parte degli operai). --Salvatore Talia (msg) 19:49, 19 set 2012 (CEST)[rispondi]

A me il ilnk funziona. Ad ogni buon conto ho inserito anche il riferimento al cartaceo. --Quattroporte (msg) 19:23, 23 set 2012 (CEST)[rispondi]
Il link avevo notato funzonare ad intermittenza infatti avevo citato anche il riferimento preciso per ovviare a dubbi. Sonzini mi mi pare rilevante oltre a ciò, al di là della tragica fine divenne poi anche "martire del fascismo", gli fu intitolata un battello della Classe Pellegrino Matteucci oltre a numerosi gruppi rionali. Su la fonte Maione onestamente non saprei, non ho il testo.--Jose Antonio (msg) 22:29, 23 set 2012 (CEST)[rispondi]
La persona e la vita di Sonzini non credo rivesta particolare rilevanza enciclopedica, ma il "Caso Sonzini e Scimula" fu l'avvenimento simbolo del cd Biennio rosso, continuamente seguito dall'opinione pubblica, nei 18 mesi dagli eventi alla sentenza, attraverso centinaia di articoli sulla stampa nazionale. Al di là della grande rilevanza storica, il caso sarebbe enciclopedico anche solo dal punto di vista accademico, in riferimento alla celebre tesi della "legittima difesa reciproca", esposta dall'On. Ferri nella sua arringa conclusiva, che ancora oggi si studia nelle facoltà di Giurisprudenza.--Quattroporte (msg) 11:32, 24 set 2012 (CEST)[rispondi]
Al momento l'unica fonte citata nella voce è un articolo di cronaca dell'epoca (sarebbe forse il caso di unificare le due note, dato che si tratta di una stessa e medesima fonte citata prima in versione cartacea e poi in versione on line; a proposito, continuo a non riuscire ad aprire il link, ma sarà forse un problema del mio computer). Mi sembra un po' poco per attestare la "grande rilevanza storica" dell'episodio nel contesto di una voce generale dedicata al biennio rosso. Io credo di non averlo mai visto menzionato in nessun testo storiografico su quel periodo. Messo così nella voce, anzi, l'episodio suona abbastanza POV perché sembra finalizzato a caratterizzare come violento e criminale l'intero moto di occupazione delle fabbriche. Io lo espungerei dalla voce. Semmai, qualora il "caso Sonzini" risultasse rilevante sotto altri punti di vista (sotto l'aspetto giuridico, o della storia della propaganda fascista o altro), si potrebbe (come tu stesso suggerisci) creare una voce ad hoc debitamente documentata. --Salvatore Talia (msg) 22:00, 29 set 2012 (CEST)[rispondi]
Perdonami, ma comincio a perdermi e non più capire di cosa stiamo discutendo.
Riassumendo quanto detto sul "caso Sonzini e Scimula", abbiamo chiarito che:
  • è un caso che all'epoca ebbe grande risonanza;
  • fa parte degli eventi che hanno caratterizzato il periodo storico cd "Biennio rosso";
  • è stato dovutamente e brevemente citato nella voce adita, con il riferimento a fonte certa e consultabile.
Andando al sodo, il tuo problema quale sarebbe, che il riferire quegli eventi possa "caratterizzare come violento e criminale l'intero moto di occupazione delle fabbriche"?
--Quattroporte (msg) 17:08, 30 set 2012 (CEST)[rispondi]
Dei punti che hai elencato, quelli non controversi sono il terzo e (forse) il primo. Perdonami tu, ma è tutt'altro che acclarato il secondo, che è poi quello più importante: da quale fonte si evince che questo fatto di cronaca (proprio questo, fra i migliaia di fatti di cronaca nera attestati dalla stampa di quel periodo) sia stato così rilevante da avere "caratterizzato il periodo storico"? Sto parlando, ovviamente, di una fonte la quale attesti, non semplicemente che l'episodio sia avvenuto, ma che abbia rilevanza enciclopedica in una voce di carattere storico sul biennio rosso. Si tratta, in altre parole, di citare un testo storiografico (possibilmente autorevole) che parli del "caso Sonzini-Scimula" nei termini che dici tu, cioè come di un fatto di grande importanza storica. --Salvatore Talia (msg) 19:28, 30 set 2012 (CEST)[rispondi]
(fc) Di testi che parlano del caso Sonzini e Scimula, ne trovi a bizzeffe: basta cercare.
In merito all'importanza del caso, un autore dell'epoca è ritornato più volte sull'argomento, ad esempio scrivendo: «... la morte del Sonzini e del Scimula sono indimenticabili, sono inespiabili. Il racconto della strage è stato rifatto decine di volte da ognuno dei mille giornali borghesi: i due morti sono diventati il primo termine di un'equazione che ha come secondo termine la cifra di oltre mille più un x illimitato.»
Si chiamava Antonio Gramsci. Credi che possa bastare quanto ad autorevolezza?
--Quattroporte (msg) 20:13, 30 set 2012 (CEST)[rispondi]
Veramente, nell'articolo che hai citato, Gramsci parla dell'episodio Sonzini negandone la rilevanza storica e denunciando la strumentalizzazione che (a suo parere) la stampa di parte borghese aveva operato di questo fatto di cronaca. Scrive infatti Gramsci: «Nell'anno 1920, che viene rappresentato come l'anno del 'potere assoluto' del bolscevismo in Italia, sono caduti sulle vie e sulle piazze del nostro paese 616 operai, 1734 sono stati feriti. Per la stampa borghese questi morti e questi feriti sono cancellati dalla memoria e dalla storia. Per la magistratura i responsabili di queste morti violente non sono responsabili di pena. I particolari sanguinosi di tanti eccidi non vengono sciorinati al pubblico né dalle colonne dei giornali, né dagli atti delle istruttorie. Nel 1921 centinaia e centinaia di morti, migliaia di feriti, decine di bastonati si aggiungono a quelli del 1920. Essi, per la stampa borghese, sono cancellati dalla storia e dalla memoria. Per la magistratura essi non avevano e non hanno una figura giuridica, non sono persone, non sono cittadini: potevano e possono essere uccisi, feriti, bastonati, così come la selvaggina nel tempo della licenza di caccia.» Subito dopo queste parole, comincia nel testo di Gramsci il brano che hai citato tu: «Invece, la morte del Sonzini e del Scimula sono indimenticabili, sono inespiabili. Il racconto della strage è stato rifatto decine di volte da ognuno dei mille giornali borghesi: i due morti sono diventati il primo termine di un'equazione che ha come secondo termine la cifra di oltre mille più un x illimitato. Ogni nuovo operaio che viene massacrato viene massacrato perché nel settembre 1920, a Torino, un gruppo di ignoti operai ha massacrato Sonzini e Scimula» (corsivo mio). Il brano che hai citato è palesememente ironico (cosa che non si evince dalla tua citazione mutila). La fonte esatta è: Antonio Gramsci, Semplici riflessioni intorno ad un processo, in "L'Ordine Nuovo", 3 marzo 1922, ora in: A. G., Socialismo e fascismo. L'Ordine Nuovo 1921-1922, Einaudi, Torino 1978 (settima edizione), pp. 463-4. Quindi, ricapitolando: sappiamo da uno scritto di Gramsci (fonte autorevole) che il caso Sonzini fu un fatto di cronaca il quale ebbe una certa rilevanza alla sua epoca, in quanto fu sfruttato a fini di propaganda dalla stampa antisocialista allo scopo di gettare discredito sul movimento operaio. In altre parole, la fonte che hai citato dimostra proprio ciò che ho detto: il caso Sonzini non ha rilevanza storiografica nell'ambito di una valutazione generale del periodo storico, ma si trattò solo di un momento dell'offensiva propagandistica antioperaia di quell'epoca. --Salvatore Talia (msg) 21:23, 30 set 2012 (CEST)[rispondi]


Sperando che si riesca a visionare: Gian Domenico Pisapia, padre di Giuliano Pisapia [2] e [3]--Jose Antonio (msg) 20:07, 30 set 2012 (CEST) Aggiungo anche Paolo Spriano [4]--Jose Antonio (msg) 20:09, 30 set 2012 (CEST)[rispondi]

Finalmente. I primi due sono testi di diritto penale che attestano la rilevanza giuridica del caso Sonzini (ma questa è una voce di storia, non di diritto); il terzo è un testo storiografico e si può eventualmente citare come fonte. Però, se la fonte è Spriano, bisogna riportare l'episodio nei termini in cui Spriano ne parla. Non ho il testo sotto mano, vedrò di procurarmelo e poi ne riparleremo. Grazie per adesso. --Salvatore Talia (msg) 21:36, 30 set 2012 (CEST)[rispondi]

Inizio dell'occupazione: fonte[modifica wikitesto]

Ciao Dolomite, mi spieghi il perché di questo tuo edit, contraddetto dalla medesima fonte che tu stesso hai citato? Trascrivo da "La stampa", 31 agosto 1920, pagina 1: "L'occupazione è avvenuta senza violenze personali. Dopo aver sequestrato negli uffici i dirigenti, i capi servizio, gli operai hanno posto anche una loro guardia alle casseforti per impedire che ne fossero distolti da chicchessia i valori. Allo stabilimento Isotta Fraschini furono sequestrati nei loro uffici anche l'avv. Isotta e il signor Vincenzo Fraschini verso i quali gli operai usarono ogni riguardo [...] L'occupazione come dicemmo è avvenuta tranquillamente. Alla Questura non pervennero che le rimostranze di quelli che si vedevano sequestrati." --Salvatore Talia (msg) 18:20, 10 nov 2012 (CET)[rispondi]

Ciao Salvatore. Non ho compreso quale sia la contraddizione tra il testo che ho inserito e quello che è scritto nella fonte. Mi pare combacino perfettamente. Puoi essere più preciso?--Dolomite (msg) 18:22, 10 nov 2012 (CET)[rispondi]
Non hai scritto che il direttore generale dell'Isotta Fraschini, "intervenuto per redarguire il comportamento delle maestranze, fu pesantemente malmenato da alcuni esagitati e ricoverato in ospedale"? Invece l'articolo della "Stampa" dice testualmente che "l'occupazione è avvenuta senza violenze personali", e non vedo dove questo articolo parla del direttore generale e del suo ricovero. --Salvatore Talia (msg) 18:28, 10 nov 2012 (CET)[rispondi]
Sì, ma l'episodio è citato nello stesso articolo. Tuttavia, ho ricontrollato, aspettando la tua risposta, notando che si riferisce a un fatto preliminare, durante lo "sciopero bianco", avvenuto il 28 agosto. Pertanto hai fatto bene a toglierlo. Data l'importanza del personaggio sarebbe il caso di reinserirlo, ma occorre che venga meglio contestualizzato.--Dolomite (msg) 18:35, 10 nov 2012 (CET)[rispondi]
Ah, O.K., ora l'ho visto anch'io. E' nella prima colonna, ottavo capoverso. Dice così: "Però nessun incidente grave si è verificato tranne le solite questioni tra capi reparti e maestranze. Tra gli incidenti verificatisi nella giornata di sabato il più grave è quello accaduto negli stabilimenti Isotta Fraschini, dove l'ing. Dalfabbro, intervenuto a criticare aspramente il contegno degli operai è stato aggredito e percosso da un gruppo di scalmanati che lo aveva circondato; il Dalfabbro tentò reagire con modi energici. Egli è rimasto ferito e contuso in più parti del corpo e dovette ricorrere all'opera di un medico. Di questo fatto si è anche occupata l'autorità di pubblica sicurezza, la quale ha già identificato l'aggressore. Essa procede a termini di legge contro di esso". E' un episodio che si riferisce a sabato 28 agosto 1920, quando ancora non erano scattate né la serrata né l'occupazione e gli operai stavano ancora esercitando l'ostruzionismo (o "sciopero bianco", come lo definisce il giornalista della Stampa). Però l'articolo dice "aggredito e percosso" e non "pesantemente malmenato", e non dice che il Dalfabbro fu ricoverato in ospedale, ma solo che dovette ricorrere alle cure di un medico. Francamente, a me pare un episodio minore: "solite questioni tra capi reparti e maestranze", come dice l'articolo. Ricordiamoci che questa è una voce di storia, non una rassegna di cronache dell'epoca. --Salvatore Talia (msg) 19:21, 10 nov 2012 (CET)[rispondi]
Sì, l'episodio è leggero (ho messo "pesantemente malmenato" invece di "ferito e contuso in più parti" per abitudine ad evitare il copyviol), ma il personaggio è molto importante. Il fatto è significativo dello stato di tensione di quei giorni, dato che Cesare Del Fabbro era molto popolare per le sue imprese e invenzioni, al pari di un odierno (sic) calciatore. Comunque, vedi tu.
P.S.: La Stampa dice "dovette ricorrere all'opera di un medico", ma si trattava di un medico dell'Ospedale Militare di Milano, dove fu ricoverato essendo Dal Fabbro un Colonnello "prestato all'industria". --Dolomite (msg) 19:35, 10 nov 2012 (CET)[rispondi]
Oddio, su un articolo di quotidiano di 92 anni fa spero bene che il copyright sia già scaduto! :-) Scherzi a parte, se sei d'accordo, mi regolerei come per il caso Sonzini (vedi discussione qui sopra). Anche lì ero abbastanza perplesso sull'opportunità di tenere in voce un episodio, la cui sola fonte era costituita da un articolo di cronaca dell'epoca; sinché Quattroporte e José Antonio mi hanno molto gentilmente fornito altre fonti di carattere meno contingente, che infatti ho poi utilizzato. Anche in questo caso, mi atterrei alla regola di inserire solo episodi attestati in testi storiografici o quantomeno in libri autorevoli che si riferiscono a quel lontano periodo. Altrimenti si corre il rischio di fare della voce una rassegna della stampa quotidiana del 1919-20: cosa che sarebbe forse interessante, ma fuori luogo qui su Wikipedia, secondo me. - P.S. La vicenda del sequestro nei loro uffici di Isotta e Fraschini la terrei in voce, perché gli storici (Spriano e Tasca, quest'ultimo l'avevo citato al riguardo in una nota) attestano che si verificarono spesso episodi simili. Quindi questo è un caso particolare di un fenomeno generale ampiamente registrato in storiografia. Quando è così, direi che si può integrare l'informazione tratta dal libro con altri particolari tratti da altre fonti a stampa. Ma sempre con cautela, perché siamo sul filo della ricerca originale. --Salvatore Talia (msg) 23:27, 11 nov 2012 (CET)[rispondi]

Ho creato la voce Biennio rosso in Europa scorporando da qui, la voce era abbastanza estesa e gli argomenti degni di essere trattati autonomamente in particolare Biennio rosso (Italia) che appare abbastanza approfondito.--Jose Antonio (msg) 17:40, 4 dic 2012 (CET)[rispondi]

Sì, solo che adesso bisogna riflettere a cosa fare del paragrafo relativo al dibattito politico e storiografico, paragrafo che al momento è riferito unitariamente all'Italia e all'Europa. Tenerlo tutto di qua? Spostarlo tutto di là? Sdoppiarlo? Parliamone, se non ti spiace. --Salvatore Talia (msg) 19:03, 4 dic 2012 (CET)[rispondi]

Effettivamente non starebbe male da entrambe le parti pertanto non saprei. La voce Biennio rosso in Europa (modifica pure il titolo se credi) è più una "voce quadro" mentre Biennio rosso (Italia) è più un approfondimento di un singolo aspetto (l'evoluzione del fenomeno in Italia) sarebbe da valutare se il "dibattito politico e storiografico" inserito nella voce quadro potrebbe riguardare tutti gli aspetti che il fenomeno ha rivestito in Europa o se è più incentrato sul singolo caso italiano. Secondo me riguarda più l'Italia ma mi fido del tuo giudizio.--Jose Antonio (msg) 19:50, 4 dic 2012 (CET)[rispondi]

Grazie della fiducia. Allora ci ho pensato sopra, e sono dell'idea di spostare di là il paragrafo, magari mantenendo di qua solo alcuni giudizi relativi specificamente alla situazione italiana. Vedo come fare e poi procedo. --Salvatore Talia (msg) 12:07, 7 dic 2012 (CET)[rispondi]

Collegamenti esterni modificati[modifica wikitesto]

Gentili utenti,

ho appena modificato 1 collegamento/i esterno/i sulla pagina Biennio rosso in Italia. Per cortesia controllate la mia modifica. Se avete qualche domanda o se fosse necessario far sì che il bot ignori i link o l'intera pagina, date un'occhiata a queste FAQ. Ho effettuato le seguenti modifiche:

Fate riferimento alle FAQ per informazioni su come correggere gli errori del bot

Saluti.—InternetArchiveBot (Segnala un errore) 05:33, 20 lug 2018 (CEST)[rispondi]

Collegamenti esterni interrotti[modifica wikitesto]

Una procedura automatica ha modificato uno o più collegamenti esterni ritenuti interrotti:

In caso di problemi vedere le FAQ.—InternetArchiveBot (Segnala un errore) 11:42, 14 mar 2021 (CET)[rispondi]

sistemazione[modifica wikitesto]

Salve a tutti, in particolare a [@ Salvatore Talia] che della voce è il maggior contributore attualmente in servizio. Ho standardizzato le note, strutturato la bibliografia in ordine alfabetico (e anche seguendo la frase finale di queste indicazioni), ridotto l’overlinking, rimosso il corsivo in voce (come da queste avvertenze), e fatto qualche rara modifica. A proposito di rimandi, dev’esserci un errore nell’indicazione al termine del paragrafo «Alla fine della prima guerra mondiale […] "intransigente" la federazione giovanile» che indica Vivarelli pp. 353-353 (e che non ho alterato non possedendo il testo, chi di voi ce l’ha potrà correggere). In un lavoro che ha richiesto grande attenzione, nonostante le riletture sicuramente qualcosa mi sarà sfuggito, il mio occhio è stanco e uno sguardo distaccato di certo individuerà quello che non funziona e provvederà a sistemare e migliorare – o a indicarlo. Se i pasticci dovessero essere tanti, non esitate a tornare alla versione precedente. Grazie dell’attenzione e di qualsiasi segnalazione o intervento vogliate operare. Lineadombra 09:58, 17 set 2023 (CEST)[rispondi]

Ciao Linea, grazie per il tuo lavoro! Se non ricordo male Vivarelli fu aggiunto in voce da un altro utente, che non è più attivo su Wikipedia. In ogni caso è una fonte di cui non dispongo, quindi non sarei in grado di correggere l'errore nell'indicazione. A presto! --Salvatore Talia (msg) 14:42, 17 set 2023 (CEST)[rispondi]