Diocesi di Letopoli

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Letopoli
Sede vescovile titolare
Dioecesis Letopolitana
Patriarcato di Alessandria
Sede titolare di Letopoli
Mappa della diocesi civile d'Egitto (V secolo)
Vescovo titolaresede vacante
Istituita1925
StatoEgitto
Diocesi soppressa di Letopoli
Suffraganea diAlessandria
Erettacirca IV secolo
Soppressacirca XIV secolo
Dati dall'annuario pontificio
Sedi titolari cattoliche

La diocesi di Letopoli (in latino Dioecesis Letopolitana) è una sede soppressa del patriarcato di Alessandria e una sede titolare della Chiesa cattolica.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Letopoli, identificabile con Auassim (in copto Boushen) nel delta del Nilo a 12 km a nord-ovest del Cairo, è un'antica sede episcopale della provincia romana dell'Egitto Primo nella diocesi civile d'Egitto, ed era suffraganea del patriarcato di Alessandria.

Originario di Letopoli era san Foibammone, martire degli inizi del IV secolo, venerato nel sinassario al 5 febbraio. Una diocesi è attestata nella prima metà del IV secolo con il vescovo Isacco, nel 327, che aveva aderito allo scisma meleziano; Isacco è ancora documentato ad Alessandria nel mese di maggio del 335 in una riunione di vescovi meleziani, in preparazione al concilio di Tiro previsto per quell'anno;[1] lo stesso vescovo fu avversario di Atanasio di Alessandria durante il concilio di Sardica nel 343/344. Probabilmente Isacco fu sostituito sulla sede di Letopoli da Paolo, di cui parla Atanasio in una lettera a Draconzio di Ermopoli minore del 354. Due altri vescovi bizantini prima del concilio di Calcedonia sono menzionati nella lettera pasquale di Teofilo di Alessandria del 404, in cui fa memoria del defunto vescovo Timoteo e del suo successore Apelle.

Questi quattro vescovi sono quelli attribuiti da Michel Le Quien alla sede di Letopoli e sono citati anche nella voce di Cannuyer nel Dictionnaire d'histoire et de géographie ecclésiastiques. Tuttavia gli autori non concordano nell'assegnare i vescovi alla diocesi di Letopoli, per la quasi omonimia con la diocesi di Latopoli nella provincia romana della Tebaide Seconda. Lo stesso Le Quien inserisce Isacco anche nella lista episcopale di Latopoli, in quanto dalle fonti coeve non è chiaro a quale delle due sedi attribuire questo vescovo. Roger Aubert assegna invece tutti i vescovi di Letopoli alla sede di Latopoli[2]; Klaas A. Worp inserisce Isacco tra i vescovi di Letopoli, mentre Paolo, Timoteo e Apelle li assegna a Latopoli; infine per Annick Martin Isacco e Paolo erano vescovi di Letopoli, mentre gli altri due di Latopoli.

A partire dall'VIII secolo sono noti vescovi copti di Letopoli, di fede non caledoniana. Dall'XI secolo essi accumulano i titoli di Letopoli e di Giza, indizio della costante diminuzione dei cristiani nel delta del Nilo, che portò la Chiesa a sopprimere, unendole, le antiche diocesi. La sede di Letopoli/Boushen/Auassim è ancora attestata in una lista di vescovati del XIV secolo, poi di lei non si conosce più nulla.

Dal 1925 Letopoli è annoverata tra le sedi vescovili titolari della Chiesa cattolica; la sede è vacante dal 20 marzo 1967.

Cronotassi[modifica | modifica wikitesto]

Vescovi greci[modifica | modifica wikitesto]

  • Isacco † (prima del 327 - dopo il 343/344)
  • Paolo † (prima del 354)
  • Timoteo † (? - 404 deceduto)
  • Apelle † (404 - ?)

Vescovi copti[modifica | modifica wikitesto]

  • Shamul † (menzionato nel 705/730)
  • Mosè † (menzionato nel 743)
  • Baqireh † (menzionato nel 830/849)
  • Markurah † (menzionato nel 1047/1077)
  • Hazikyath † (menzionato nel 1086)
  • Cirillo † (menzionato nel 1240)
  • Morqos † (menzionato nel 1299)

Vescovi titolari latini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Peter van Minnen, P.Harrauer 48 and the Problem of papas Heraiscus in P.Lond. VI 1914, Tyche, 16, 2001, pp. 103-105. (FR) Annick Martin, Athanase d'Alexandrie et l'Église d'Égypte au IVe siècle (328-373), École Française de Rome, Roma, 1996, pp. 359-361. (FR) Hans Hauben, Catholiques et Mélitiens à Alexandrie à la veille du Synode de Tyr (335), in : Coptic Studies on the Threshold of a New Millennium II: Proceedings of the Seventh International Congress of Coptic Studies, Leiden, August 27-September 2, 2000, Peeters Publishers, 2004, pp. 905-922.
  2. ^ Dictionnaire d'histoire et de géographie ecclésiastiques, vol. XXX, col. 843.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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