Dedicato a Frazz

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Dedicato a Frazz
album in studio
ArtistaSemiramis
Pubblicazioneottobre 1973
Durata37:10
Dischi1
Tracce8
GenereRock progressivo
EtichettaTrident Records
ProduttoreRobert Cunningham
FormatiLP, CD
Semiramis - cronologia
Album precedente
Album successivo
(2017)

Dedicato a Frazz è l'unico album in studio del gruppo musicale italiano Semiramis, pubblicato nell'ottobre 1973 dalla Trident Records

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Si tratta di un concept album basato sulla storia del clown Frazz (si noti che Frazz è l'acronimo dei musicisti che incisero il disco), personaggio inventato dal bassista Marcello Reddavide:[1]

«È la storia di uno psicopatico, uno che viveva pensando che nel luna park dove andava fossero tutti lì con le lucine e i giochini per far divertire lui e non perché devi pagare il biglietto e spendere i soldi. Questa è una descrizione molto spicciola, ma il succo è quello. Infatti poi noi impicchiamo il manichino [...] lo facciamo morire durante il pezzo Frazz, ossia, lui stesso uccideva lo psicopatico che era dentro di lui. Questo personaggio guariva e scopriva la realtà cruda e spesso brutta della vita, col consumismo, la globalizzazione e tutto il resto.»

Dal lato musicale, il disco presenta sonorità tra il rock progressivo romantico (soprattutto per l'uso del mellotron alla Genesis) e l'hard rock. La copertina, ispirata da René Magritte, è opera del grafico Gordon Faggetter.

Nel 1989 viene ristampato su CD con l'aggiunta del brano Per una strada affollata (parte 2).

Tracce[modifica | modifica wikitesto]

Testi di Marcello Reddavide, musiche di Michele Zarrillo.

Lato A
  1. La bottega del rigattiere – 5:58
  2. Luna Park – 4:28
  3. Uno zoo di vetro – 3:57
Lato B
  1. Per una strada affollata (parte 1) – 4:23
  2. Per una strada affollata (parte 2) – 3:03 – presente nella ristampa in CD del 1989
  3. Dietro una porta di carta – 3:10
  4. Frazz – 5:06
  5. Clown – 4:30

Formazione[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Max Rock Polis, Intervista ai Semiramis, su mat2020.blogspot.com, 9 dicembre 2017. URL consultato l'8 settembre 2019.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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