David George Ritchie

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Copertina di un'opera di Ritchie

David George Ritchie (Jedburgh, 26 ottobre 1853Saint Andrews, 3 febbraio 1903) è stato un filosofo scozzese.

Filosofo di impostazione neohegeliana, studiò ad Edimburgo e ad Oxford nel Balliol College, centro del neoidealismo inglese. Nel 1894 fu nominato professore di logica e metafisica alla University of St. Andrews. Fu membro fondatore e terzo Presidente (1898-1899) della Società Aristotelica, un'autorevole organizzazione accademica ancora esistente e molto attiva.[1]

Pensiero[modifica | modifica wikitesto]

Ritchie cercò di fondere l'indirizzo etico-idealistico di Thomas Hill Green con quello sociale dell'economista Arnold Toynbee. Rifacendosi alla concezione hegeliana, Ritchie si oppose all'evoluzionismo darwiniano che se è in grado di descrivere i vari passaggi di una formazione storica, non può però dire nulla sul suo valore. Ritchie tentò anche di interpretare hegelianamente l'evoluzionismo darwiniano, considerando la selezione naturale come un'astuzia della ragione che tende a far prevalere non solo il più forte, ma anche il più dotato di razionalità.[2]

Sia a Oxford sia a St. Andrews, Ritchie scrisse principalmente di etica e di filosofia politica. Uno dei suoi primi scritti fu un saggio sulla "razionalità della storia" (The Rationality of History), contribuendo a Essays in Philosophical Criticism, scritto nel 1883 da un gruppo di giovani filosofi influenzati da Hegel e dai suoi interpreti. Infatti Ritchie fece parte della generazione di pensatori a volte conosciuti come i "Giovani hegeliani".[3]

Di natura semplice e sincera, Ritchie perseguì le verità che si era proposto con devozione e dedizione. Ebbe molti amici nonostante il suo carattere riservato. Ritenne che questioni di etica e di politica dovessero essere esaminate da un punto di vista metafisico. Per Ritchie le fondamenta dell'etica posavano necessariamente sull'ideale di benessere sociale e, tenendo in vista questo fine, procedette a tracciarne la storia in tempi diversi, il modo in cui si modella nella mente di ogni individuo e il modo in cui può essere sviluppato e realizzato. Ritchie fu un liberale moderno con tendenze socialiste ritenendo inoltre che il valore finale della religione dipendesse sull'ideale impostato per l'umanità nella sua forma più alta.[3]

In Italia, le sue opere sono state tradotte e curate da Antonio Lombardi e Gabriele Zuppa[4]. Lombardi ha anche prodotto la prima monografia in italiano su Ritchie[5].

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Tra le principali opere:

Il suo Philosophical Studies venne curato da Robert Latta (1905), che ne scrisse la prefazione.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Membri del Consiglio, sito della Società Aristotelica.
  2. ^ (EN) S. M. den Otter, Ritchie, David George (1853–1903), 35763.
  3. ^ a b (EN) Elizabeth Sanderson Haldane, "Ritchie, David George", in Sidney Lee, Dictionary of National Biography, 1912 (ora di pubblico dominio, supplemento 3, Londra: Elder & Co., 1912, p. 208–209.
  4. ^ Darwinismo e politica, su Benvenuti su gazzettafilosofica!. URL consultato il 5 maggio 2021.
  5. ^ David George Ritchie. Un darwinista hegeliano nell'Inghilterra vittoriana - Antonio Lombardi - Libro - Edizioni di Pagina - Biblioteca filosofica di Quaestio | IBS, su ibs.it. URL consultato il 5 maggio 2021.

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