Dasyatis brevicaudata

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Pastinaca liscia
Un gruppo di Dasyatis brevicaudata
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Classe Chondrichthyes
Sottoclasse Elasmobranchii
Ordine Myliobatiformes
Famiglia Dasyatidae
Genere Dasyatis
Specie D. brevicaudata
Nomenclatura binomiale
Dasyatis brevicaudata
(Hutton, 1875)
Nomi comuni

pastinaca liscia, razza dalla coda breve

La pastinaca liscia (Dasyatis brevicaudata (Hutton, 1875)) è un pesce cartilagineo della famiglia Dasyatidae[2] distribuita lungo le coste africane dell'oceano Indiano e nelle acque dell'Australia e della Nuova Zelanda[1].

Predilige i fondali sabbiosi, detritici e limosi della zona intercotidale, sino ad una profondità di 470 metri[senza fonte].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Gli adulti possono raggiungere una larghezza di oltre 2 metri, una lunghezza di 4,3 metri e un peso superiore ai 350 chili[senza fonte]. La coda è molto robusta in prossimità del corpo e presenta uno o più aculei veleniferi in grado di infliggere gravi ferite anche mortali,nonostante sia un pesce poco aggressivo. La colorazione del dorso varia dal grigio-marrone al bluastro, mentre il ventre è di colore chiaro.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

È piuttosto comune sui fondali sabbiosi delle acque costiere, dei porti, delle baie e delle scogliere. Spesso, con l'arrivo dell'alta marea, decine di esemplari di questa specie si riuniscono in grandi gruppi. Uno fenomeno curioso è quello che si manifesta durante il periodo estivo in Nuova Zelanda, dove centinaia di queste pastinache si radunano intorno alle isole Poor Knights per motivi ancora sconosciuti, legati forse alla riproduzione.[3]

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

Si nutre prevalentemente di piccoli pesci, gronghi, bivalvi, crostacei ed altri invertebrati bentonici.[senza fonte]

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

È una specie ovovivipara.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Duffy, C. & Paul, L. 2003, Dasyatis brevicaudata, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020. URL consultato il 15 gennaio 2016.
  2. ^ (EN) Bailly, N. (2015), Dasyatis brevicaudata, in WoRMS (World Register of Marine Species). URL consultato il 15 gennaio 2016.
  3. ^ (EN) Anthoni, J.F., Poor Knights marine reserve: The mystery of the social sting rays, su Sea Friends. URL consultato il 15 gennaio 2016 (archiviato dall'url originale il 21 gennaio 2015).
  4. ^ (EN) Bester C., Florida Museum of Natural History Ichthyology Department: Short-tail Stingray, su flmnh.ufl.edu, Florida Museum of Natural History Ichthyology Department. URL consultato il 15 gennaio 2016 (archiviato dall'url originale il 4 gennaio 2016).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Andrea Ferrari e Antonella Ferrari, Tutto Squali, Milano, Mondadori, 2000. ISBN 88-04-47996-5

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