Cultura Sub-Bonnanaro

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La cultura Sub-Bonnanaro (o Bonnanaro B) è una cultura che si sviluppò in Sardegna alla metà II millennio a.C. fra il 1650 e il 1330 a.C. [1]. Lentamente da una fase prenuragica, attraverso questa cultura si transitò definitivamente alla cultura nuragica vera e propria, con la costruzione generalizzata a tutta l'isola di migliaia torri nuragiche.

Resti del protonuraghe di Bruncu Madugui
Nuraghe monotorre

Cronologia[modifica | modifica wikitesto]

Secolo prima di cristo
Sub-Bonnanaro Sa Turricula 1650/1600-1500
Sub-Bonnanaro Monti Mannu 1500-1400
Sub-Bonnanaro San Cosimo 1400-1330

Insediamenti[modifica | modifica wikitesto]

Gli pseudonuraghi e i protonuraghi sono poco numerosi rispetto al totale delle costruzioni. I primi sono costituiti da una base con corridoio e un vano scala per accedere al terrazzo. Qui sono costruite una o più capanne con base di pietra e copertura con travi e frasche come quello di Bruncu Madugui di Gesturi.

I protonuraghi hanno, a livello del suolo, una camera con due cellette laterali, o più camere con falsa volta (a thòlos tronca), su cui si stende un solaio di lastroni di pietra. Sopra si costruiscono capanne di pietra con copertura di travi e frasche.

A questo periodo appartengono anche un gran numero di nuraghi monotorre e si può notare facilmente il periodo di costruzione delle torri da una maggiore o minore l'inclinazione delle pareti esterne: i nuraghi più antichi hanno un'inclinazione dei muri simile a quella di Su Nuraxi di Barumini; quelli di età media hanno un'inclinazione simile al nuraghe Santu Antine di Torralba, mentre in quelli di età più recente l'inclinazione dei muri è somigliante a quella del nuraghe Losa di Abbasanta.

Culto[modifica | modifica wikitesto]

Contemporaneamente alla costruzione di nuraghi, si iniziò l'edificazione di pozzi sacri per il culto delle acque, assieme ai templi a megaron di supposta derivazione micenea e le tombe dei giganti iniziarono ad essere costruite con tecnica nuragica e senza stele centrale

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Giovanni Ugas-L'alba dei Nuraghi (2005) pg.12

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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