Corrado Valguarnera

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Corrado Valguarnera Tomasi
Principe di Niscemi
Duca dell'Arenella
Stemma
Stemma
In carica1879 –
1903
PredecessoreGiuseppe Valguarnera Ruffo
SuccessoreGiuseppe Valguarnera Favara
TrattamentoDon
NascitaPalermo, 24 giugno 1838
MorteNapoli, 13 gennaio 1903 (64 anni)
DinastiaValguarnera
PadreGiuseppe Valguarnera Ruffo
MadreCaterina Tomasi Wochinger
ConsorteMaria Antonietta Favara Camminneci
Figli
ReligioneCattolicesimo
Corrado Valguarnera

Senatore del Regno d'Italia
LegislaturaXIII
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoSinistra storica
ProfessionePossidente

Corrado Valguarnera Tomasi, VII principe di Niscemi (Palermo, 24 giugno 1838Napoli, 13 gennaio 1903), è stato un nobile, patriota e politico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Palermo il 24 giugno 1838 da Giuseppe, VI principe di Niscemi, e dalla nobildonna Caterina Tomasi Wochinger dei principi di Lampedusa, di cui era figlio primogenito.

Di idee liberali, durante la seconda guerra di indipendenza, era capo del Comitato di soccorso per i feriti, costituito dal movimento liberale aristocratico[1].

Nel 1860, il Valguarnera entrò nel comitato rivoluzionario che organizzò l'insurrezione di Palermo, e la sera del 7 aprile fu arrestato dalla polizia borbonica e condotto a Castellammare, mentre si trovava a Palazzo Monteleone assieme ad altri aristocratici palermitani, anch'essi arrestati in quanto componenti attivi del comitato.[2][3] Dopo lo sbarco e l'occupazione della Sicilia da parte di Garibaldi, fu uno dei pochi nobili palermitani che prese parte alla spedizione dei Mille[4]; il Valguarnera seguì Garibaldi anche nella spedizione in Aspromonte del 1862, dove fu arrestato dai soldati del Regio Esercito.[5]

Succeduto al padre, morto nel 1879, nei titoli di Principe di Niscemi e di Duca dell'Arenella, nel 1880 fu creato senatore del Regno d'Italia per la XIII legislatura.

Morì a Napoli il 13 gennaio 1903, all'età di 64 anni.

Matrimonio e discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Il 16 aprile 1866[5], sposò la sedicenne Maria Antonietta Favara Camminneci (1850-1912), unica figlia di Vincenzo, un patriota e politico di famiglia borghese originaria di Partanna, da cui ebbe quattro figli.[6]

Letteratura[modifica | modifica wikitesto]

Lo scrittore Giuseppe Tomasi di Lampedusa, suo parente, nel suo romanzo Il Gattopardo, si ispirò alla figura di Valguarnera per la creazione del personaggio di Tancredi Falconeri.[7]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Grande ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa delle campagne delle Guerre d'Indipendenza (1 barretta) - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia a ricordo dell'Unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Orazio Cancila, Palermo, Laterza, 1999, p. 80.
  2. ^ G. Volpe, L'Italia nella triplice alleanza (1882-1915), Flaccovio, 1939, nota 67, p. 181.
  3. ^ G. Pandolfo, Una rivoluzione tradita: i Siciliani e Garibaldi, Italo-Latino-Americana Palma, 1985, p. 144.
  4. ^ G. Pipitone Federico, Francesco Crispi e la Spedizione dei Mille, Tipografia Boccone del Povero, 1910, p. 20.
  5. ^ a b A. Vitello, I Gattopardi di Donnafugata, Flaccovio, 1963, p. 149.
  6. ^ M. Varia, I "Favara" di Partanna. Profilo di quattro personaggi di maggiore spicco, in Kleos, Associazione Culturale Kleos, 9 gennaio 2010, pp. 6-7.
  7. ^ D. Gilmour, L'ultimo gattopardo. Vita di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Feltrinelli, 2003, p. 177.

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