Chiesa di Santa Maria del Pantano

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Chiesa di Santa Maria del Pantano
Facciata della chiesa
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneEmilia-Romagna
LocalitàGaleata
Indirizzovia Pantano ‒ Pantano ‒ Galeata (FC)
Coordinate44°00′32.39″N 11°55′18.34″E / 44.008998°N 11.92176°E44.008998; 11.92176
Religionecattolica
Diocesi Forlì-Bertinoro
Consacrazione1295
Stile architettonicoromanico

La chiesa di Santa Maria del Pantano è una pieve romanica situata nei pressi di Galeata.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Consacrata il 23 dicembre 1295 ai tempi di Bonifacio VIII, come risulta da un antico documento, si suppone che la sua fondazione sia di gran lunga precedente, dato che gli anziani di Galeata nel 1654 levarono un coro di proteste in seguito alla minaccia di soppressione del convento, affermando che contava ben 800 anni di antichità. Da non confondere con la chiesa omonima nel comune di Montegallo nei Monti Sibillini, andata quasi completamente distrutta nel sisma del 30 ottobre 2016.

Architettura[modifica | modifica wikitesto]

Portale della chiesa
Particolare dei capitelli

La chiesa, appartenuta a un convento di Agostiniani, si presenta oggi con un aspetto che non dev'essere molto differente da quello delle origini, a navata unica con una sobria facciata divisa in due parti da un cornicione posto subito sotto l'unica finestra (più tarda). Il portale, dalla ghiera semicircolare in forte rilievo e caratterizzato da quattro capitelli a foglie d'acanto stilizzate perfettamente conservati. La chiesa reca altri segni delle antiche vestigia romaniche, per esempio all'esterno, sul fianco destro, dove troviamo una finestra, arbitrariamente aperta in periodo più tardo al posto di quello che i resti dei grandi blocchi in pietra della muratura originale fanno pensare fosse un portale laterale, inoltre una finestra tamponata presumibilmente originale (visibile anche all'interno), così come la lesena in pietra dai bei conci squadrati che si vede tra queste due finestre. Traccia meno visibile al pubblico, se non nella festività del 15 agosto (unico giorno in cui la chiesa è aperta, in occasione della processione dell'Assunzione) è il piccolo sistema di volte che sorreggeva il primo piano dell'oramai scomparso campanile della pieve, un piccolo ambiente in cui però si riconoscono gli archi a tutto sesto e la tipica muratura romanica. Reperti degni di attenzione provenienti dalla chiesa sono tre affreschi, uno del XIV secolo, raffigurante una Vergine allattante il Bambino, di lontani influssi giotteschi, e gli altri, dallo stesso soggetto, presumibilmente risalenti al XV secolo, riconducibili alla scuola del Ghirlandaio. Per migliore conservazione sono stati staccati e sono ora visibili al museo civico e archeologico Mambrini, che ha ora sede nel rinascimentale convento dei frati minori di Pianetto.

Curiosità[modifica | modifica wikitesto]

Un aneddoto sulla chiesa riguarda la visita effettuata il 4 luglio 1705 da Monsignor Giovanni Battista Missiroli, vescovo di Bertinoro (diocesi a cui la chiesa era soggetta) e marchese di Valdoppio, alla chiesa, o meglio, all'allora Convento degli Agostiniani. Egli scoprì infatti in questa occasione che i quattro monaci non osservavano la clausura; infatti due vivevano presso la chiesetta della Madonna dell'Umiltà, mentre il priore Padre Francesco Ostili di Galeata, "spesso va fuori monastero, vagando di qua e di là senza abito religioso, ma con una piccola toga che gli arriva al ginocchio, suscitando meraviglia" (Agnoletti, 1989, p. 15). Da questa stessa visita si rileva che il monastero era in rovina, fatto che portò alla sua soppressione alla fine del secolo.

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