Chiesa di Santa Maria Assunta (Ton)

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Chiesa di Santa Maria Assunta
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneTrentino-Alto Adige
LocalitàVigo di Ton (Ton)
Coordinate46°15′49.68″N 11°05′09.93″E / 46.263801°N 11.086091°E46.263801; 11.086091
Religionecattolica di rito romano
TitolareMaria Assunta
Arcidiocesi Trento
Consacrazione1742
ArchitettoBernardo Tacchi il Vecchio

La chiesa di Santa Maria Assunta è la parrocchiale di Vigo di Ton, frazione-capoluogo del comune sparso di Ton, in provincia e arcidiocesi di Trento[1]; fa parte della zona pastorale delle Valli del Noce[2].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La prima citazione della pieve di Ton risale al 1233; in un documento del 1288 conservato presso l'archivio di Stato di Trento è menzionato il curato, pre' Guglielmo[1].

L'abside

Forse nel XIV secolo la pieve fu oggetto di un restauro, dato che la comunità di Dardine, sottoposta a una tassa per raccogliere i fondi per i lavori, si rifiutò di fornire la somma stabilita[1].
Nel Quattrocento la chiesa venne interessata da una risistemazione, al termine della quale fu riconsacrata dal vescovo titolare di Drivasto Francesco della Chiesa, legato dell'arcivescovo di Trento Udalrico di Liechtenstein[1].

Nel XVI secolo, probabilmente verso il 1530, ebbe inizio il rifacimento della pieve, che nel 1537 non era stata ancora terminata; i lavori, eseguiti da Luigi Frisoni, furono ultimati nel 1549. La consacrazione venne impartita il 20 novembre 1558 da monsignor Mariano Mano, ausiliare del cardinale arcivescovo Cristoforo Madruzzo[1].

Nel 1719 prese il via un nuovo rifacimento, progettato da Bernardo Tacchi il Vecchio e voluto dal pievano don Pietro Antonio Guardi; in questa occasione venne ampliata la navata, furono costruite la cappella laterale dell'Immacolata e la sagrestia e si sopraelevò il campanile[1].

Nel 1908 vennero rialzati i muri perimetrali; durante la prima guerra mondiale gli austriaci requisirono tre campane e nel 1926 ne vennero installate sei nuove, fuse dalla Colbacchini[1].
La pieve fu restaurata tra il 1949 e il 1950, e più ancora tra il 1968 e il 1971. Il 28 agosto 2011 un incendio danneggiò parzialmente l'interno della chiesa; in seguito a questo fatto tra l'autunno del medesimo anno e il 2014 fu condotto un intervento di risanamento e di ripristino[1].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Esterno[modifica | modifica wikitesto]

La facciata della chiesa, a capanna e intonacata, è suddivisa da una cornice marcapiano aggettante in due registri; quello inferiore, scandito da quattro paraste poggianti su uno zoccolo, presenta il portale d'ingresso, al quale s'accede tramite quattro scalini, mentre quello superiore, tripartito da quattro lesene e coronato dal timpano triangolare entro il quale v'è un oculo, è caratterizzato da una finestra rettangolare[1].

L'interno

Interno[modifica | modifica wikitesto]

L'interno dell'edificio è composto da un'unica navata a pianta rettangolare, che, coperta dalla volte a botte, è suddivisa in quattro campate, scandite da coppie di paraste; al termine dell'aula si sviluppa il presbiterio, introdotto dall'arco santo a tutto sesto, sopraelevato di due scalini, caratterizzato da volta a vela e chiuso dall'abside poligonale[1].

Opere di pregio qui conservate sono l'urna con le reliquie di sant'Uberto, fatta realizzare da don Giuseppe Mattia Thun[3], l'edicola con la tomba dei Thun, risalente al 1549[3], il dipinto avente come soggetto la Visione di San Francesco, eseguito nel XVIII secolo da Francesco Guardi[3], e la pala raffigurante la Madonna con il Bambino, realizzata da Giovanni Antonio Guardi nel Settecento[4].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i j Chiesa di Santa Maria Assunta <Vigo, Ton>, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 13 marzo 2021.
  2. ^ VIGO DI TON – S.Maria Assunta, su diocesitn.it. URL consultato il 13 marzo 2021.
  3. ^ a b c la Chiesa a Vigo di Ton dedicata a Santa Maria Assun, su anastasiavaldinon.it. URL consultato il 13 marzo 2021.
  4. ^ Le tre Marie, su castelthun.com. URL consultato il 13 marzo 2021.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]