Chiesa di Sant'Antonio Abate (Diano Marina)

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Chiesa di Sant'Antonio Abate
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLiguria
LocalitàDiano Marina
IndirizzoCorso Garibaldi, Diano Marina (IM)
Coordinate43°54′32.63″N 8°04′57.43″E / 43.909064°N 8.08262°E43.909064; 8.08262
Religionecattolica di rito romano
Titolaresant'Antonio abate
Diocesi Albenga-Imperia
Consacrazione1873
ArchitettoLuigi Crescia
Inizio costruzioneXIV secolo; 1862
CompletamentoXIV secolo; 1865

La chiesa di Sant'Antonio Abate è un luogo di culto cattolico situato nel comune di Diano Marina, in corso Giuseppe Garibaldi, in provincia di Imperia. La chiesa è sede della parrocchia omonima del vicariato di Diano Marina della diocesi di Albenga-Imperia.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La navata centrale

L'edificio, eretto al titolo di arcipretura con decreto del 10 marzo 1690[1], emanato dal vescovo di Albenga monsignor Alberto Blotto, distaccandola dalla precedente matrice della parrocchia di San Nicola in Diano Castello[1], è uno dei luoghi più importanti del territorio dianese. La storia della sua edificazione più recente, ubicata adiacente al mare, è stata ricostruita dagli storici grazie a diversi scavi archeologici condotti tra il 2002 e il 2004 dall'Istituto Internazionale di Studi Liguri.

La struttura trasparente a protezione dell'area scavi archeologici

Le sette fasi edilizie sembrerebbero iniziare dal XIV secolo[1]; successivamente il primario edificio subì radicali trasformazioni che ne mutarono la struttura barocca, quest'ultima riprendente nelle forme e negli stili la chiesa di Santa Maria Maddalena a San Lorenzo al Mare[1]. Al Seicento risalirebbe l'antico sagrato che fu realizzato con la tecnica dei ciottoli di mare bianchi-neri, il rissêu, tipico di molte chiese ed edifici di culto liguri. Lo scultore Giuseppe Gaggini entro il 1694 completò l'altare maggiore e la balaustra.

Oramai insufficiente ad accogliere l'accresciuta popolazione locale, l'antica chiesa di Sant'Antonio Abate fu demolita e ricostruita ex novo, con forme più ampie, tra il 1862 e il 1865[1] su progetto dell'architetto romano Luigi Crescia[1]. La cerimonia di benedizione della nuova parrocchiale avvenne il 23 ottobre 1865[1], mentre la consacrazione dell'edificio fu officiata dal vescovo albenganese monsignor Pietro Anacleto Siloni l'11 maggio 1873[1].

Completata la realizzazione della cupola del campanile nel 1874[1], nel febbraio del 1887 il pittore savonese Lazzaro De Maestri stava portando al compimento le decorazioni artistiche delle volte quando, il 23 febbraio dello stesso anno[1], il terremoto che colpì il territorio del Dianese e del Ponente ligure danneggiò gravemente la struttura e definitivamente l'intera opera pittorica del De Maestri[1]. Chiusa al culto e interdetta al pubblico per alcuni mesi[1], la prima domenica di ottobre del 1887[1] il luogo di culto poté riaprire alle funzioni religiose; nello stesso anno si ingrandì l'attuale coro[1].

Struttura[modifica | modifica wikitesto]

L'altare maggiore

Il suo interno è composto da tre navate[1] e scandito da venti colonne con capitelli di ordine corinzio in stile neoclassico[1].

La navata centrale e il catino absidale sono stati affrescati dal pittore Raffaele Resio nel corso del 1903[1], mentre Antonio e Francesco Bertolotto curarono la nuova decorazione della volta[1].

Conserva al suo interno alcune tele di scuola pittorica ligure quali: la Morte di san Giuseppe di Domenico Piola[1]; la Deposizione dalla Croce di Luca Cambiaso[1]; la Deposizione di Cristo nel sepolcro, opera del 1645[1] del pittore Giovanni Battista Casoni[1] di Sarzana; la Madonna Addolorata di Giovanni Agostino Ratti[1]. Sulle pareti del presbiterio sono presenti due opere di Luigi Morgari realizzate nel corso degli anni trenta del Novecento[1].

L'antico pulpito marmoreo

Il pulpito in marmo - proveniente dalla precedente chiesa[1], così come altri marmi e altari laterali - nella quale sono scolpite le raffigurazioni di santa Chiara, sant'Antonio abate e sant'Erasmo sono opera dello scultore genovese Gio Maria Augustallo[1].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Fonte dal libro di Andrea Gandolfo, La provincia di Imperia: storia, arti, tradizioni. Volume 1, Peveragno, Blu Edizioni, 2005.

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