Chiesa di San Cristoforo (Ascoli Piceno)

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Chiesa di San Cristoforo
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneMarche
LocalitàAscoli Piceno
IndirizzoVia d'Argillano - Ascoli Piceno
Coordinate42°51′18.94″N 13°34′43.88″E / 42.855261°N 13.578855°E42.855261; 13.578855
Religionecattolica
TitolareSan Cristoforo
Diocesi Ascoli Piceno
Stile architettonicoBarocco (interno)
Completamento1790

La chiesa di San Cristoforo, detta anche chiesa della Confraternita della Buona Morte, è un luogo di culto cattolico ubicato nel centro storico di Ascoli Piceno, nel quartiere di Santa Maria Intervineas.

Storia e descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Meridiana sul fianco della chiesa

Sorge nello stesso sito dove, in precedenza, era presente un'altra chiesa, risalente al XIV secolo. L'edificio fu poi ricostruito nel 1593-98 e venne completata del tutto nel 1790.

La facciata, in via d'Argillano, estremamente lineare e semplificata è di forma rettangolare e intonacata, risale al 1603 e su cui si apre un portale riquadrato in travertino, recante sull'architrave l'iscrizione "DOMUS MEA EST DOMUS ORATIONIS", sormontato da una lapide di forma mistilinea. Sul muro del lato esterno dell'edificio, in corrispondenza di corso Mazzini, ci sono una meridiana e, in prossimità dello spigolo est, la Fonte dei Cani, costruita nel 1823 da Ignazio Cantalamessa, costituita in realtà da due leoni accovacciati, risalenti al XIII secolo, sorreggenti col dorso il bacino sovrastante.

Interno[modifica | modifica wikitesto]

Fontana dei cani sulla parete della chiesa

All'interno, a navata unica, sono presenti tre altari in stile barocco, in gessone ascolano opera di Giuseppe Giosafatti. Da non trascurare le tele: quella posta sull'altare maggiore raffigura San Cristoforo e Sant'Emidio, mentre, sull'altare di destra è raffigurato il Miracolo di San Nicola di Bari, entrambe di Lodovico Trasi. La tela raffigurante Le anime purganti, posta sulla parete destra, è di Nicola Monti[1]. L'altare di sinistra, pressoché identico a quello posto sulla parete di fronte, fu probabilmente realizzato da Lazzaro Giosafatti successivamente agli altri due, ed ospita la Madonna dei Sette Dolori, di autore anonimo del XVII secolo. È presente nella chiesa un organo a canne datato 1763 di Gaetano Callido (op.3) la più antica opera superstite del celebre organaro.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il Piceno. Chiesa di San Cristoforo, su ilpiceno.it. URL consultato il 26 febbraio 2017.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Antonio Rodilossi, Ascoli Piceno città d'arte, Modena, "Stampa & Stampa" Gruppo Euroarte Gattei, Grafiche STIG, 1983, p. 90;
  • Cristiano Marchegiani, I Giosafatti. La parabola barocca di una dinastia artistica veneto - picena, Pescara, Carsa Edizioni, 2017

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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