Chiesa di San Carlo dei Milanesi

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Chiesa di San Carlo dei Milanesi
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneSicilia
LocalitàPalermo
Coordinate38°06′51.87″N 13°22′00.57″E / 38.114408°N 13.366826°E38.114408; 13.366826
Religionecattolica
TitolareCarlo Borromeo
Arcidiocesi Palermo
Stile architettonicobarocco
Inizio costruzione1616
Completamento?

La chiesa di San Carlo dei Milanesi alla Fieravecchia è un edificio di culto ubicato nel centro storico di Palermo nel mandamento della Kalsa o Tribunali, antica piazza Rivoluzione, piazzetta San Carlo.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nel XVII secolo i commercianti e gli artigiani della nazione Lombarda, dediti al commercio di preziosi filati, seta e velluto, introducono il culto di San Carlo Borromeo. Come i rappresentanti dell'insediamento genovese, i lombardi sono stanziati fuori Porta San Giorgio.

Facciata[modifica | modifica wikitesto]

Facciata

La facciata è costituita da due ordini separati da un elaborato cornicione recante fregi floreali. Quattro paraste ripartiscono il prospetto contraddistinto dalla parte centrale aggettante. L'ingresso principale è dominato da un timpano ad arco intero sostenuto da lesene. Gli ingressi laterali con identici elementi decorativi sono sormontate da finestre con grate, volute e ornamenti a conchiglia. Nel secondo ordine un finestrone centrale, chiude la prospettiva un frontone, nei contrafforti decorazioni a sfera. Sulla sinistra una loggetta con tre monofore costituisce il campanile a vela.

Interno[modifica | modifica wikitesto]

L'interno richiama le architetture della chiesa di Sant'Anna dei Palafrenieri di Jacopo Barozzi da Vignola e della chiesa di San Carlino alle Quattro Fontane del Francesco Borromini. L'aula si presenta ellittica con asse maggiore ingresso - presbiterio,[4][5] quattro cappelle laterali, un cappellone[6], otto colonne, quattro archi, coro e organo dietro l'altare maggiore. La forma centrica allungata risponde alla concezione razionale e funzionale delle istruzioni del Borromeo per la divulgazione della Parola di Dio. L'esuberante decorazione risponde alle esigenze della chiesa della Controriforma del Concilio di Trento.

Un portico rettangolare introduce all'interno. Una cupola ellittica sormonta l'aula, rinnovata da Gaetano Lazzaro dopo la distruzione operata dal grave terremoto di Terrasini del 1 settembre del 1726. Lesene e marmi policromi ricoprono le pareti secondo il progetto di Paolo Amato e Giacomo Amato con la collaborazione di Pietro Aquila. La cupola era affrescata con l'Apoteosi di San Carlo di Pietro Martorana del 1740, dipinto sostituito nel 1892 da quello di Carmelo Giarrizzo. Quattro tele di autore sconosciuto, poste sui pennacchi, rappresentano i quattro continenti evangelizzati dall'Ordine Benedettino. Le decorazioni in stucco sono realizzate su progetto di Giovanni Rossi eseguite da Domenico Castelli allievo di Procopio Serpotta nel 1743.

Aula[modifica | modifica wikitesto]

  • Lato destro:
  • Lato sinistro:
    • Cappella di San Carlo Borromeo. Sull'altare il quadro raffigurante San Carlo Borromeo di Vincenzo Vallone. Realizzata nel 1691, titolari del patrocinio i confrati della confraternita dei Lombardi che qui stabilivano le loro sepolture.[7] Presenta raffigurazioni di fiori e frutta, targhe ed emblemi araldici, simboli ed allegorie, quali lo stemma quadripartito con l'aquila imperiale e il serpente che ingoia il bambino, che si rifà a quello dei Visconti. Il dipinto su tavola San Carlo Borromeo distribuisce le elemosine di Pietro d'Alvino del 1622, figlio di Giuseppe d'Alvino, è ora custodito nel Museo Diocesano di Palermo.
    • Cappella di San Giovanni Battista. Sull'altare il quadro di Filippo Paladini, copia di quello esistente nel monastero di San Martino, opera di Martino Borgognone.[7]
  • L'altare maggiore, privo delle decorazioni inferiori trafugate in seguito ai continui furti, è decorato con marmi mischi. Inserito tra due colonne di marmo rosso, presenta sul frontone il motto dei Borromeo "Humilitas" e due angeli con corone di fiori. Sulla sopraelevazione è collocato il dipinto su tavola raffigurante la Vergine, quadro appartenuto a Juan Manuel Fernández Pacheco, marchese di Vigliena e Viceré di Sicilia, donato nel 1616.[6]

Ospedale di San Carlo[modifica | modifica wikitesto]

Abbazia benedettina di San Benedetto e San Luigi[modifica | modifica wikitesto]

Confraternita di San Carlo dei Milanesi[modifica | modifica wikitesto]

Schola della Santissima Annunziata e San Pietro di Costa di Dosso del Liro[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]