Chiesa della Madonna dei Cignali (Fassinoro)

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Chiesa della Madonna dei Cignali
Madonna dei Cignali, celebrazione del Lunedì di Pasqua (Aprile 2023).
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLazio
LocalitàFassinoro (Longone Sabino)
Coordinate42°19′36.84″N 12°54′55.44″E / 42.3269°N 12.9154°E42.3269; 12.9154
Religionecattolica
TitolareSanta Maria dei Cignali
DiocesiDiocesi di Rieti
Inizio costruzioneXII secolo
CompletamentoXII secolo

Santa Maria dei Cignali nel territorio dell’Abbazia di San Salvatore Maggiore, presso il castrum di Porcigliano, oggi Fassinoro[1], era la chiesa di Santa Maria di Licingianum, antico toponimo corrotto in Licignano e Ricimano, per cui la chiesa, nei secoli seguenti, per ulteriore distorsione, venne indicata come Madonna de Li' Cingnani quindi Madonna de 'i Cingnani poi Madonna dei Cignani fino al più recente Madonna dei Cignali[2] corrotto ancora, in epoca moderna, in Madonna dei Cinghiali.

La Storia[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa della Madonna dei Cignali, nei pressi di Fassinoro, è ricordata per la prima volta in una pergamena del 1253 dell’Archivio Capitolare di Rieti come Santa Maria di Ricimano[3]. È probabilmente quanto rimane dell'abitato, sorto proprio intorno alla chiesa, che nelle fonti documentali compare sotto il nome di Villa Cignani o Villa Cingnani corruzione del toponimo latino Licingianum (it. Licingiano o Liciniano). L'abitato di Villa Cignani, ancora ricordato in un documento del 1452, si spopolò a favore del vicino castello di Porcignano a seguito degli eventi bellici del XV secolo che interessarono i territori dell'abbazia di San Salvatore Maggiore[4].

Nel corso del XV e del XVI secolo numerosi furono i lasciti che gli abitanti di Porcigliano destinarono alla chiesa della Madonna dei Cignali.[4]

La chiesa venne restaurata nel 1662 dagli abitanti di Porcigliano insieme a quelli di Roccaranieri che acquisirono, da allora, il diritto, tuttora conservato, di recarsi in pellegrinaggio, in processione, alla Madonna dei Cignali il giorno del lunedì di Pasqua ed avere la precedenza sulla comunità di Porcigliano, come riporta, nella visita pastorale del 9 novembre 1681, Giovan Francesco dè Laurentis, incaricato dal Rev.mo Cardinale, abate commendatario di San Salvatore Maggiore, Carlo Barberini.[4]

A motivo di questa diffusa devozione il luogo è anche conosciuto come Santuario della Madonna dei Cignali.

Tra il 1662 e il 1673 alla chiesa venne aggiunto, sul fianco sinistro (quello che affaccia sulla valle del Turano), un fabbricato composto di due piani (tre stanze ad uso stalla nel piano inferiore e tre stanze - cucina, dormitorio e sagrestia - al piano superiore). Lo scopo dell'aggiunta era quello di far diventare la chiesa un eremo cui un eremita potesse badare senza più dipendere dal parroco di Porcigliano[5].

Un eremita fu presente nel santuario fino al 1860.

Il culto della Madonna dei Cignali[modifica | modifica wikitesto]

Non si hanno fonti documentali circa l'origine del culto della Madonna dei Cignali.

La tradizione orale raccolta da don Lino Rogai, parroco di Roccaranieri per buon parte del XX secolo, lega il culto ad un'apparizione mariana raccontando che la chiesa sorge ove sorgeva un tempo una quercia sui cui rami si posò una volta una colomba la quale, catturata da alcuni cacciatori, venne portata dall'altra parte della valle del Turano, a Belmonte. La colomba fuggì da Belmonte ma al suo posto, non distante dalla quercia ove era stata catturata, su una roccia[6], si posò una soave fanciulla. Una pastorella, che era a guardia di un gregge di pecore nel terreno sottostante, rimase incantata ad osservare la soave fanciulla e la udì dire: "Non temere solo Maria la madre di Gesù. Guarda quel colle che voi chiamate "il Colle dei Cignali". Dirai agli abitanti di Roccaranieri e Porcigliano di costruirvi una chiesa dedicata al mio nome". Detto ciò la fanciulla scomparve. Gli abitanti di quei luoghi raccolsero allora il desiderio della Madonna e costruirono un chiesa a lei dedicata sul colle dei Cignali.

Da quel momento la chiesa della Madonna dei Cignali divenne meta di pellegrinaggio per gli abitanti di Porcigliano (Fassinoro), Roccaranieri e San Silvestro che vi si recavano in date diverse: gli abitanti di Porcigliano raggiungevano la chiesa in processione il giorno di San Marco e il primo giorno delle Rogazioni e quelli di San Silvestro solo il giorno di San Marco mentre gli abitanti di Roccaranieri vi recavano in processione il giorno del lunedì dell'Angelo.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Tofani, Longone di S. Salvator Maggiore nel Gastaldato di Rieti e nella Massa Torana:

    «All'interno del Comune di Longone esisteva in quei tempi una sola famiglia baronale: i Napoleoni la quale possedeva, oltre l'intero paesino e territorio di Porcigliano, anche il palazzo longonese del Cardinale Antonelli. Fu proprio un rampollo di questa famiglia, Marco Napoleoni, Presidente del Consiglio Comunale e successivamente due volte Sindaco per nomina regia dal 1889 al 1894, ad ottenere da Umberto I, con deliberazione propositiva del Consiglio Comunale n. 212 del 17 dicembre 1888, il decreto reale n. 6256 col quale il 7 luglio 1889 "Porcigliano" si ingentilisce assumendo il nuovo nome di "Fassinoro". Alla seduta del Consiglio Comunale del 17 dicembre 1888 erano presenti: Napoleoni Marco, Presidente - Vagli Nicola fu Giovanni, consigliere anziano - Altobelli Giuseppe fu Paolo - Picarelli Domenico - Longhi Giuseppe - Magni Domenico - Camilli Francesco - Tofani Cosimo fu Vincenzo - Mattioni Giuseppe. Erano assenti: Rossi Giovanni - Civica Giuseppe - De Rossi Giuseppe, Savastani Ferdinando e Marchetti Antonio.»

  2. ^ Tozzi, Il culto delle Madonne arboree nel territorio della Diocesi di Rieti e in Sabina, pag.259.

    «Santa Maria dei Cignali - Nel territorio dell’Abbazia di San Salvatore Maggiore, presso il castrum di Porcigliano – oggi, Fassinoro – era ab immemorabili la chiesa di Santa Maria di Licingianum, antico toponimo corrotto in Licignano, Ricimano, de’ Cingnani, de li Cignani, dei Cignali: fino al 1860, fu sede di un romitorio, meta di pellegrinaggio per gli abitanti di Porcigliano, Roccaranieri e San Silvestro che vi si recavano in date diverse (24). La leggenda di fondazione, raccolta oralmente dal parroco don Lino Rogai e puntualmente riportata da Paolo Maglioni (25), parla di un’apparizione mariana verificatasi in tempi lontani. Tutto ebbe inizio con il volo di una bianca colomba che andò a posarsi sui rami di una quercia e fu catturata da alcuni cacciatori che la portarono a Belmonte. Di qui, la colomba volò via, per mutarsi nelle forme di una bella signora: una pastorella che assisté alla visione, raccolse l’invito ad esortare gli abitanti del luogo ad onorare la Madonna costruendo una chiesa intitolata al suo nome. La chiesa fu costruita includendo al suo interno la quercia su cui la colomba aveva cercato rifugio. La chiesa di Santa Maria dei Cignali è documentata fin dal 1253; nei secoli successivi, sono numerosi i lasciti che gli abitanti di Porcigliano destinano al romitorio che nel 1662 fu ristrutturato e dotato di una sagrestia, di un dormitorio con annessa la cucina e la stalla, con la collaborazione degli abitanti di Roccaranieri.

    (24) in particolare, gli abitanti di Porcigliano andavano in processione a Santa Maria di Licinianum in occasione della festività di San Marco ed il primo giorno delle Rogazioni, gli abitanti di San Silvestro condividevano la festa del giorno di San Marco, gli abitanti di Roccaranieri vi solennizzavano invece il lunedì di Pasqua. (25) cfr. P. Maglioni, Storie inedite di castelli antichi, Rieti 1994, pp. 145-150.»

  3. ^ Maglioni, pag.147: Monsignor Paolo de Sanctis (Rigatti 1816 - Roma 1907), rettore del Seminario di Rieti, in un suo scritto, riportò quanto scritto sulla pergamena del 1253, ove al posto di Santa Maria di Licingianum il nome della chiesa era indicato come Santa Maria di Ricimano.
  4. ^ a b c Maglioni, pag.147.
  5. ^ Maglioni, pag.149.
  6. ^ Maglioni, pag.145: Su quella roccia ci sono le impronte di due scarpine per questo ancora oggi è chiamata "pietra scarpino".

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Bernardino Tofani, Longone di S. Salvator Maggiore nel Gastaldato di Rieti e nella Massa Torana, Rieti, Comunità montana del Turano, 1988.
  • Paolo Maglioni, Storie Inedite di Castelli Antichi: Roccaranieri, Longone Sabino, Fassinoro, San Silvestro, Rieti, Arti Grafiche Nobili Sud, 1994.
  • Ileana Tozzi, Il culto delle Madonne arboree nelle Diocesi di Rieti e in Sabina, in SILVÆ, III, n. 7, 2003, p. 259.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]