Chiesa dei Santi Aquila e Priscilla

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Chiesa dei Santi Aquila e Priscilla
Esterno
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLazio
LocalitàRoma
Coordinate41°52′00.78″N 12°28′23.69″E / 41.866884°N 12.473246°E41.866884; 12.473246
Religionecattolica di rito romano
TitolareAquila e Priscilla
Diocesi Roma
Consacrazione15 novembre 1992
Inizio costruzione1980
Completamento1992

La chiesa dei Santi Aquila e Priscilla è una chiesa di Roma, nel quartiere Portuense, in via Pietro Blaserna.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Essa fu costruita su progetto dell'architetto Ignazio Breccia Fratadocchi ed inaugurata dal cardinale vicario Ugo Poletti il 10 maggio 1992. Fu Giovanni Paolo II a consacrare la chiesa, in occasione della sua visita, il 15 novembre dello stesso anno.

La chiesa è sede parrocchiale, istituita il 5 novembre 1971 con il decreto del cardinale vicario Angelo Dell'Acqua Neminem fugit. Essa inoltre è sede del titolo cardinalizio dei Santi Aquila e Priscilla”, istituito da papa Giovanni Paolo II il 26 novembre 1994.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

L'interno

Architettura[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa è a pianta ellittica. La volta, alquanto bassa, sopra il presbiterio è più alta e forma un grande lucernario. Il presbiterio è dominato da un grande quadro raffigurante Nostra Signora di Guadalupe. Al centro si trova l'altare maggiore, in marmo chiaro, con al lato l'ambone. In posizione arretrata, invece, vi è il lungo sedile in marmo per i concelebranti e i ministranti con la sede presidenziale. Lateralmente si trova la cappella del Santissimo Sacramento illuminata da graziose vetrate policrome. In fondo alla chiesa, vicino all'entrata principale, è posta una nursery.

Organo a canne[modifica | modifica wikitesto]

Alla sinistra del presbiterio, a livello del pavimento, si trova l'organo a canne, costruito dalla ditta Tamburini nel 1993. Questo è a trasmissione mista: elettrica per i registri ed il pedale, meccanica per i manuali. Ha due tastiere di 58 note ciascuna ed una pedaliera di 30, e 21 registri.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • G. Fronzuto, Organi di Roma. Guida pratica orientativa agli organi storici e moderni, Leo S. Olschki Editore, Firenze 2007, pp. 41–42. ISBN 978-88-222-5674-4

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