Cesare Bella

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Cesare Bella
NascitaRocca d'Arazzo, 1916
MorteMontenegro, 9 aprile 1943
Cause della morteCaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
CorpoAlpini
Anni di servizio1937 - 1942
GradoSergente maggiore
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneCampagna italiana di Russia
BattaglieBattaglia delle Alpi Occidentali
Decorazionivedi qui
dati tratti da Combattenti Liberazione[1]
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Cesare Bella (Rocca d'Arazzo, 1916Montenegro, 9 aprile 1943) è stato un militare italiano, insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale[2].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Rocca d'Arazzo, allora in provincia di Alessandria ed ora in provincia di Asti, nel 1916, figlio di Vittorio e Angela Dario.[2] Di professione operaio, fu arruolato nel Regio Esercito il 16 maggio 1937 per prestare servizio militare di leva nel 3º Reggimento alpini.[3] Posto in congedo il 25 agosto 1938 con il grado di caporal maggiore, esattamente un anno dopo venne richiamato in servizio attivo presso il battaglione alpini "Val Cenischia".[3] Promosso sergente nel maggio del 1940, il mese successivo partecipò alle operazioni belliche sul fronte alpino occidentale con la 234ª Compagnia.[3] Trasferito in seguito al battaglione alpini "Fenestrelle", partì per la Jugoslavia nel gennaio 1942.[3] Conseguita la promozione a sergente maggiore nel mese di maggio, assunse il comando di una squadra mitraglieri.[3] Cadde in combattimento il 9 aprile 1943 e per onorarne il coraggio fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2][3]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di squadra mitraglieri, ricevuto l’ordine di proteggere il ripiegamento della compagnia, visti cadere il tiratore ed i porta munizioni, da posizione scoperta si lanciava sulla mitragliatrice abbandonata riuscendo a falciare in tempo il nemico ormai incalzante. Inceppatasi l’arma, per quanto ripetutamente ferito, solo, imperturbabile, si accingeva a ripararne il guasto, tenendo a bada con bombe a mano ed i pochi colpi della sua pistola l’avversario che lo investiva da ogni parte, consentendo così al proprio reparto di compiere lo sganciamento e di disporsi su posizioni più favorevoli. Esaurite le munizioni e disperando di mettere in efficienza la mitragliatrice, scaraventata in un frutto l’arma smontata e, imbracciato il treppiede, si lanciava, nel tentativo di una suprema indomabile resistenza, contro l’orda nemica. Colpito a morte, cadeva dando esempio eccelso di non comuni virtù militari e di alpina tenacia. Selletta Kapak (Montenegro), 9 aprile 1943.[4]»
— Decreto del Presidente della Repubblica del 19 gennaio 1954.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]


Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Combattenti Liberazione.
  2. ^ a b c Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare 1965, p. 238.
  3. ^ a b c d e f Bianchi, Cattaneo 2011, p. 479.
  4. ^ Medaglia d'oro al valor militare Amarena, Giovanni, su quirinale.it, Quirinale. URL consultato l'11 luglio 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Andrea Bianchi e Mariolina Cattaneo, I quaderni dell'Associazione Nazionale Alpini. Il Labaro, Associazione Nazionale Alpini, 2011, ISBN 978-88-902153-1-5.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le medaglie d'oro al valor militare Volume secondo (1942-1959), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 238.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Bella, Cesare, su Combattenti Liberazione. URL consultato il 31 gennaio 2022.