Carlo Chiamenti

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Carlo Chiamenti
NascitaBenevento, 1911
MortePrroni i That, 15 aprile 1941
Cause della mortemorto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaCavalleria
CorpoCorpo Truppe Volontarie
SpecialitàCarristi
Anni di servizio1930 - 1941
GradoMaresciallo ordinario
GuerreGuerra di Spagna
Seconda guerra mondiale
CampagneInvasione della Jugoslavia
Decorazionivedi qui
dati tratti da Le medaglie d'oro al valor militare volume primo (1929-1941)[1]
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Carlo Chiamenti (Benevento, 1911Prroni i That, 15 aprile 1941) è stato un militare italiano insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Benevento, nel 1911, figlio di Clemente e Antonietta Pensa.[2] All'età di diciotto anni si arruolò volontario nel Regio Esercito, arma di cavalleria, in forza al Reggimento "Cavalleggeri di Alessandria" (14º) congedandosi nell’agosto 1931 con il grado di sergente.[2] Richiamato in servizio per le esigenze legate alla situazione in Africa Orientale nel gennaio 1935, veniva destinato al Reggimento "Lancieri di Vittorio Emanuele II" (10º), dove venne promosso sergente maggiore.[2] Ricollocato in congedo nel 1936, due anni più tardi, nel novembre 1938, venne nuovamente richiamato in servizio attivo e partì volontario per combattere nella guerra di Spagna, assegnato alla 1ª Compagnia carri d’assalto del Raggruppamento carristi del Corpo Truppe Volontarie.[2] Rientrò in Italia nel giugno 1939 con il grado di maresciallo ordinario ottenuto per meriti di guerra.[2] Alle prime avvisaglie dello scoppio della seconda guerra mondiale fu richiamato, a domanda, in servizio e nell'ottobre 1940, fu assegnato al 31º Reggimento carri.[2] Nel novembre successivo partiva per l'Albania con il IV battaglione carristi.[2]

Dopo l'inizio dell'operazione Marita, le truppe tedesche travolsero in poco tempo le difese jugoslave e greche. Su ordine del Capo di Stato Maggiore Generale, Ugo Cavallero, le forze italiane ricevettero l'ordine di passare all'offensiva generale al fine di rompere le difese nemiche e procedere su Cattaro e Ragusa.[3] Il 15 aprile 1941, lungo la frontiera tra Albania e Jugoslavia, venne tentata una sortita di un gruppo corazzato del 31º Reggimento fanteria carrista. In questa occasione egli cadde in combattimento a Prroni i That il 15 aprile 1941, e venne insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Sottufficiale carrista di eccezionali qualità, assegnato ad un Comando di battaglione, chiedeva ripetutamente, ed otteneva, di assumere il comando di un plotone carri. Ferito da pallottola alla mano durante un’ardita puntata offensiva nelle posizioni nemiche, rifiutava il ricovero in ospedale preferendo partecipare ad una importante azione che il reggimento si accingeva ad intraprendere. In testa al plotone ed a sportelli aperti per meglio individuare gli obiettivi da raggiungere, si portava per primo sulle posizioni nemiche, seminandovi il terrore ed infliggendo gravi perdite. Ferito in seguito allo scoppio di un proiettile di artiglieria, che danneggiava il materiale ed uccideva il pilota riusciva a portare il carro in luogo de filato e attraverso zona intensamente battuta, raggiungeva a piedi il proprio comandante di battaglione, al quale forniva preziose informazioni per il proseguimento dell’azione. Tornato al carro, che nel frattempo era stato riparato, si gettava nuovamente nella lotta. Colpito ancora da proiettili che immobilizzavano il carro stesso, uccidendo il mitragliere e ferendo il porgitore, continuava a sparare col cannone finché anche questo non rimaneva inefficiente. Respingeva infine a bombe a mano nuclei avversari che avevano circondato il carro e li faceva desistere dal tentativo di cattura finché non veniva nuovamente e mortalmente colpito nel momento in cui il nemico era volto in fuga da altri mezzi corazzati sopraggiunti. Prroni i That (Fronte albano - jugoslavo), 15 aprile 1941.[4]»
— Regio Decreto 10 aprile 1942.[5]
avanzamento per merito di guerra - nastrino per uniforme ordinaria
avanzamento per merito di guerra
«Sottufficiale Vice Comandante di Plotone Carri d’Assalto, provetto e coraggioso, dimostrava in tutte le azioni sostenute dalla compagnia, le sue belle doti di combattente. In un’ardita puntata, che portava la compagnia a troncare la ritirata di una colonna nemica, attaccava con particolare serenità e sprezzo del pericolo forti nuclei nemici, appoggiati da autoblindo armate di cannone anticarro. Ferito, rifiutava di abbandonare il combattimento e continuava nella lotta fino al raggiungimento della vittoria del reparto. Fulgido esempio di luminoso ardimento, sprezzo del pericolo ed elevate virtù militari. Santa Coloma de Queralt, 14 gennaio 1939

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare 1965, p.654.
  2. ^ a b c d e f g h Combattenti Liberazione.
  3. ^ Segreti della Storia.
  4. ^ Quirinale - scheda - visto 3 marzo 2016
  5. ^ Registrato alla Corte dei Conti il 2 giugno 1942, registro 20 guerra, foglio 95.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Lamberto Ingaldi, Beneventani in 150 biografie (II volume), Benevento, Realtà Sannita, 1965, p. 654.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare, Le medaglie d'oro al valor militare volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 654.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]