Carico 200

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Un Antonov An-12 in volo, questo aere fu soprannominato Tulipano Nero dai militari sovietici a causa del triste compito di rimpatrio, via Tashkent, delle salme dei caduti durante la guerra in Afghanistan del 1979-1989, soprannome poi esteso anche ad altri velivoli chiamati a svolgere lo stesso tipo di servizio[1]

Carico 200 (in russo Груз 200?, Gruz dvésti; o anche semplicemente 200) è un codice usato nel gergo dell’ambito militare sovietico e post-sovietico, in riferimento al trasporto di vittime.[2][3][4]

Ufficialmente il termine Carico 200 è impiegato nella lettera di vettura aerea per riferirsi specificamente al trasporto dei corpi di soldati contenuti in bare rivestite di zinco.

Ufficiosamente «200» è usato nelle comunicazioni per riferirsi a tutte le salme recuperate dal campo di battaglia che poi vengono rimpatriate via aereo, diventando, inoltre, un eufemismo per la perdita irreversibile di uomini durante un conflitto.[5]

Altri codici di trasporto[modifica | modifica wikitesto]

Di seguito l’elenco degli altri codici utilizzati:

  • carico 100 – munizioni;
  • carico 300 – trasporto o rimpatrio di feriti;
  • carico 400 – carcerati o prigionieri;
  • carico 500 – medicinali;
  • carico 600 – trasporto di un carico di grandi dimensioni;
  • carico 700 - trasporto di soldi od oggetti di valore;
  • carico 800 – armi "speciali" o chimiche.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (RU) Первым «Черным тюльпаном» был…челябинский самолет.
  2. ^ (RU) Marija Turčenkova, Груз 200. Продолжение, in Novaja Gazeta [Carico 200. Continuazione, 3 giugno 2014. URL consultato il 15 marzo 2022 (archiviato dall'url originale il 28 giugno 2014).
  3. ^ (EN) Ukraine crisis: Russian 'Cargo 200' crossed border - OSCE, in BBC News Online, 13 novembre 2014. URL consultato il 15 marzo 2022.
  4. ^ (UK) Місія «Евакуація 200" [Missione "Evacuazione 200"], su mil.gov.ua, 22 marzo 2015. URL consultato il 15 marzo 2022.
  5. ^ Cfr. in (RU) Direzione generale dei servizi segreti del Ministero della difesa ucraino, Chiamata intercettata: l'ufficiale del controspionaggio dell'FSB riferisce sulla morte del generale Gerasimov, in The Insider. URL consultato il 15 marzo 2022.
    Cfr. inoltre la relativa trascrizione dell’intercettazione in lingua inglese.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Rodric Braithwaite, Afgantsy. The Russians in Afghanistan 1979-89, New York, NY, Oxford University Press, 2013, pp. 253-257, ISBN 978-0-19-932248-0.
  • (EN) Yefim Gordon e Dmitry Komissarov, Antonov An-12. The Soviet Hercules, Midland, Hinkley, 2007, ISBN 978-1-85780-255-9.
  • (EN) Yefim Gordon e Dimitri Komissarov, Mil’ Mi-6 and Mi-26: Heavy Lift Helicopters, Barnsley, Pen & Sword, 2016, ISBN 978-1-4738-2389-1.
  • (RU) Aleksandr T. Lipatov, «Армейский сленг, его своеобразие и семантические связи с молодежным жаргоном. Эмоциональная насыщенность российского, американского, немецкого военного жаргона (сравнительная характеристика)» [trad.: “Il gergo dell'esercito, la sua originalità e le connessioni semantiche con il gergo giovanile. Saturazione emotiva del gergo militare russo, americano, tedesco (caratteristica comparativa)”], in Сленг как проблема социолектики [trad: Il gergo nella sociolettica], Mosca, Elpis Publishing House LLC., 2010, p. 98, ISBN 978-5-902872-31-3.
  • (RU) Valerij P. Korovuškin, Словарь русского военного жаргона: нестандартная лексика и фразеология вооружённых сил и военизированных организаций Российской империи, СССР и Российской Федерации XVIII−XX веков [trad.: Dizionario del gergo militare russo: vocabolario e fraseologia non standard delle forze armate e delle organizzazioni paramilitari dell'Impero russo, dell'URSS e della Federazione russa dei secoli XVIII-XX], Ekaterinburg, Casa editrice dell'Università degli Urali, 2000, p. 80, ISBN 978-5-7525-0692-5, OCLC 866808299.
  • (RU) Andrej V. Močenov; Sergej S. Nikulin; Andrej G. Nijasov; Marija D. Savvaitova, Словарь современного жаргона российских политиков и журналистов [trad.: Dizionario del gergo moderno di politici e giornalisti russi], Mosca, Olma-Press, 2003, ISBN 978-5-224-04486-3.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]