Brughiere montane dell'Africa orientale

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Brughiere montane dell'Africa orientale
East African montane moorlands
Dendrosenecio keniodendron lungo il percorso Chogoria sul Monte Kenya, a 4300 m slm.
Ecozona Afrotropicale (AT)
Bioma Praterie e boscaglie montane
Codice WWF AT1005
Superficie 3 300 km²
Conservazione Relativamente stabile/intatta
Stati Bandiera del Kenya Kenya Bandiera dell'Uganda Uganda Bandiera della Tanzania Tanzania
Scheda WWF

Le Brughiere montane dell'Africa orientale sono una ecoregione terrestre della ecozona afrotropicale appartenente al bioma delle praterie e boscaglie montane (codice ecoregione: AT1005[1]) che si sviluppa per circa 3.300 km2 nell'Africa orientale. Lo stato di conservazione è considerato relativamente stabile.

La regione forma, insieme alle Brughiere montane dei monti Ruwenzori-Virunga, la regione denominata Brughiere dell'Africa orientale, inclusa nella lista Global 200.[2]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

La regione è composta da cinque aree distinte che si trovano nel nord della Tanzania, nel Kenya occidentale e al confine fra Kenya e Uganda orientale. Nello specifico si tratta delle aree alpine (tipicamente sopra i 3.500 metri) del monte Meru e del Kilimanjaro, in Tanzania, del Monte Kenya e dei Monti Aberdare in Kenya, e del monte Elgon al confine Kenya-Uganda. L'ecoregione è contigua a quella delle foreste montane dell'Africa orientale, che si trova su queste stesse montagne a quote inferiori ai 3.500 metri.

Queste montagne hanno un clima rigido con fluttuazioni estreme e rapide. Le gelate notturne quotidiane si verificano sopra i 4.000 m di altitudine. Le temperature minime medie su 30 giorni sul Monte Kenya sono 1,7 °C a 3.048 m. e –3,9 °C a 4.770 m. Le temperature minime assolute a tali elevazioni sono rispettivamente di -1,5 °C e -8,3 °C. Sul monte Kilimangiaro, il minimo medio era di 1,9 °C a 4.160 m. mentre a 5.000 m. la temperatura media annuale è di -1 °C. Le precipitazioni (o nevicate ad altitudini più elevate) hanno due picchi, uno in aprile e l'altro da novembre a dicembre. Sul monte Kenya, circa 2.500 mm di precipitazioni cadono fra 1.400 e 2.200 m. e circa 850 mm cadono sulla cima, principalmente come neve. Il monte Kilimangiaro ha un picco di 2.000 mm di pioggia a 2.200 m. ma solo circa 200 mm di precipitazione sopra i 4.200 m. Le precipitazioni sono più basse sui pendii settentrionali a causa degli effetti dell'ombra.[3]

Flora[modifica | modifica wikitesto]

Dendrosenecio kilimanjari

Le praterie e boscaglie montane, in modo particolare nelle regioni subtropicali e tropicali, spesso evolute come isole virtuali, sono separate da altre zone montane da regioni più calde di altitudine meno elevata, e sono di frequente la dimora di molte piante tipiche ed endemiche che si sono evolute in risposta al clima freddo e umido e all'abbondante luce del sole tropicale. Le piante caratteristiche di questi habitat mostrano adattamenti come strutture a rosetta, superfici ceree e foglie villose.[4]

Un gruppo importante di piante presenti nell'area è costituito dal genere Dendrosenecio. Questo insolito raggruppamento delle Asteraceae raggiunge stature simili a quelle di un albero, avendo sviluppato dei metodi insoliti di adattamento alla stagione fredda. Fra le specie più diffuse si annoverano: Dendrosenecio battiscombei endemico dei monti Aberdare e del monte Kenya, Dendrosenecio kilimanjari endemico del Kilimanjaro, Dendrosenecio elgonensis endemico del monte Elgon e Dendrosenecio meruensis endemico del monte Meru. Un altro gruppo di piante è quello delle Lobelie: Lobelia gregoriana, presente sul monte Kenya ad altitudini fra i 3400-3800 m. e Lobelia telekii presente sui monti Kenya, Elgon, e Aberdare alle quote più elevate.[5]

Fauna[modifica | modifica wikitesto]

All'alto tasso di endemismi vegetali non fa riscontro una analoga ricchezza di specie tra i vertebrati.[3]

L'ecoregione ospita poche specie di mammiferi, in massima parte visitatori occasionali, con l'eccezione di tre piccoli roditori endemici: Tachyoryctes rex, Tachyoryctes spalacinus e Crocidura allex.[3]

Tra gli uccelli tipici dell'ecoregione possono essere citati la cisticola di Hunter (Cisticola hunteri), il francolino di Jackson (Pternistis jacksoni), l'unghialunga di Sharpe (Macronyx sharpei) e la cisticola degli Aberdare (Cisticola aberdare).[3]

L'erpetofauna annovera tre specie di anfibi endemici dell'ecoregione: Phrynobatrachus keniensis e Phrynobatrachus kinangopensis, diffusi sul versante kenyano e Strongylopus kilimanjaro, ristretto alla fascia alpina del Kilimanjaro. Altri anfibi non esclusivi della regione sono Xenopus borealis e Hyperolius montanus. Tra i rettili possono essere citati Adolfus alleni (Lacertidae), Trachylepis irregularis (Scincidae), Trioceros schubotzi e Trioceros sternfeldi (Chamaeleonidae), e Montatheris hindii (Viperidae).[3][6]

Popolazione[modifica | modifica wikitesto]

Questa ecozona, per la sua altitudine, è sostanzialmente disabitata.

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

L'ecoregione è classificata come relativamente stabile e intatta; questo risultato deriva principalmente dalla limitata presenza dell'uomo nell'area. Tuttavia, mentre l'ecoregione è naturalme3nte protetta da molte intrusioni umane a causa della sua posizione e del relativo clima, ci sono minacce alla stabilità dell'ecosistema dovute a cambiamenti di umidità e glaciazione di elementi esterni. Ad esempio, sulla cima del Monte Kilimanjaro, c'è un ritiro glaciale in corso, documentato da alcuni decenni. Questa riduzione dell'estensione glaciale è stata ricondotta alla deforestazione da parte dei popoli nativi sulle pendici inferiori del Kilimanjaro che ha prodotto un drammatico declino dell'umidità atmosferica di risalita a causa dei minori tassi di evaporazione determinati dalla deforestazione.[6]

Nella ecoregione sono presenti diverse aree protette. Queste includono:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) East African montane moorlands, in Terrestrial Ecoregions, World Wildlife Fund. URL consultato l'11 ottobre 2019.
  2. ^ East African Moorlands, su wwf.panda.org, WWF. URL consultato il 17 ottobre 2019 (archiviato dall'url originale il 14 agosto 2013).
  3. ^ a b c d e Burgess et al., 2004, pp. 345-346.
  4. ^ Montane grasslands and shrublands, su worldwildlife.org, World Wildlife Fund.
  5. ^ Bussmann, Op. citata, Altotropical grasslands and moorlands
  6. ^ a b C. Michael Hogan, East African montane moorlands, su editors.eol.org, Encyclopedia of Earth. URL consultato il 9 ottobre 2019.
  7. ^ Aberdare National Park, su kws.go.ke, Kenya Wildlife Service. URL consultato il 9 ottobre 2019.
  8. ^ Mount Elgon National Park, su kws.go.ke, Kenya Wildlife Service. URL consultato il 9 ottobre 2019.
  9. ^ Mount Elgon National Park, su ugandawildlife.org, Uganda Wildlife Authority. URL consultato il 9 ottobre 2019 (archiviato dall'url originale il 31 luglio 2019).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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