Battaglia di Anchialo (763)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Battaglia di Anchialo
parte delle guerre bulgaro-bizantine
Data763
Luogopresso la città di Pomorie, Bulgaria
EsitoVittoria bizantina
Schieramenti
Comandanti
Perdite
PesantiPesanti
Voci di battaglie presenti su Wikipedia

La battaglia di Anchialo (in bulgaro Битката при Анхиало?) fu combattuta nel 763 vicino alla città di Pomorie sulla costa bulgara del Mar Nero tra l'esercito bulgaro e l'esercito bizantino; quest'ultimo risultò vittorioso.

Antefatti alla battaglia[modifica | modifica wikitesto]

Dopo il successo nella battaglia del passo Riški avvenuta nel 759, il Khan dei Bulgari Vineh iniziò una trattativa di pace, scelta che costò al Khan la vita. Il nuovo sovrano, Telec, era contrario alla pace e proponeva una continuazione delle azioni militari contro i bizantini. Con la cavalleria pesante saccheggiò i territori sul confine dell'Impero bizantino. In risposta a queste azioni belliche il 16 giugno 763 l'imperatore Costantino V passò al contrattacco con un esercito e una flotta di 800 navi, con 12 cavalieri su ciascuna.

La battaglia[modifica | modifica wikitesto]

Vineh fortificò i vari passi nei Monti Balcani e utilizzo le alture vicino ad Anchialo per un vantaggio strategico. La sua impazienza nel fronteggiare i bizantini lo fece scendere dall'altura per fronteggiarli in pianura. La battaglia ebbe inizio alle 10 del mattino e durò fino al tramonto, quando i bizantini vinsero i bulgari, sebbene con pesanti perdite. Anche nelle file bulgare si riscontrarono pesanti perdite, ma il Khan Vineh riuscì a salvarsi.

Conseguenze[modifica | modifica wikitesto]

I bizantini non riuscirono a sfruttare il vantaggio strategico che avevano guadagnato e le guerre contro i bulgari si prolungarono fino al 792, quando durante la battaglia di Marcellae i bulgari risultarono vittoriosi e riuscirono a ripristinare il trattato bizantino-bulgaro del 716.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Niceforo, Opuscula historia, pp. 69-70