Antonino Meli

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Antonino Meli (Collesano, 19 giugno 1920Collesano, 16 novembre 2014[1]) è stato un magistrato italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato nel comune siciliano di Collesano, Meli fu militare durante la seconda guerra mondiale e prigioniero come Internato Militare Italiano. In seguito si sposò ed ebbe sei figli.

Dopo essere stato magistrato di Cassazione e presidente di sezione della Corte di appello di Caltanissetta, fu designato, in una seduta notturna del Consiglio superiore della magistratura, avvenuta il 19 gennaio 1988, consigliere istruttore della Procura di Palermo, venendo preferito a Giovanni Falcone. Designazione che scatenò severe polemiche anche negli anni successivi.

Il posto era rimasto vacante dopo le dimissioni di Antonino Caponnetto, che l'aveva lasciato confidando proprio nella successione di Falcone[2]; la nomina di Meli fu approvata con 14 voti favorevoli, 10 contrari e 5 astenuti, e motivata per la sua maggior anzianità di servizio.[3] Nel giugno 1990 con la riforma, procuratore capo della Repubblica diviene Pietro Giammanco e l'ufficio istruzione svuotato di gran parte dei suoi compiti.

Il 25 giugno 1992, durante un Convegno a Palermo organizzato da La Rete e dalla rivista Micromega[4][5], poche settimane dopo che Giovanni Falcone era stato barbaramente ucciso in un attentato, Paolo Borsellino affermò:

«Quando Giovanni Falcone, solo per continuare il suo lavoro, propose la sua aspirazione a succedere ad Antonino Caponnetto, il CSM con motivazioni risibili gli preferì il consigliere Antonino Meli. Falcone concorse. Qualche Giuda si impegnò subito a prenderlo in giro, e il giorno del mio compleanno il CSM ci fece questo regalo: gli preferì Antonino Meli.»

Antonino Caponnetto, intervistato nel 1996 da Gianni Minà nella trasmissione Storie (Rai 2), alla domanda «Chi ha distrutto il pool antimafia, Meli o Giammanco?» rispose:

«Ognuno ha fatto la sua parte. Meli ha contribuito ad anticipare la fine dell'Ufficio istruzione, non coordinando più le indagini, esautorando Giovanni Falcone, emarginandolo, non accogliendo alcune delle sue istanze, [...] e ricominciando l'antico sistema di smembrare i processi di mafia, assegnandoli a tutti. [...] Così praticamente smembrò il pool. Vanificò tutto il lavoro che si era cominciato a fare sulle dichiarazioni interminabili - 700 pagine - di Antonino Calderone, capo della mafia catanese.»

Nell'ottobre del 1993 andò in pensione da capo dell'ufficio istruzione di Palermo per raggiunti limiti di età.[7] Morì nel 2014 nello stesso comune di nascita, all'età di 94 anni.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Antonino Meli morto, fu scelto al posto di Falcone per guidare i pm di Palermo, su ilfattoquotidiano.it, 16 novembre 2014. URL consultato il 23 maggio 2015.
  2. ^ Caponnetto: il pool antimafia di Palermo, su laquartadimensionescritti.blogspot.ch, 14 gennaio 2009. URL consultato il 23 maggio 2015.
  3. ^ Trascrizione della seduta del Consiglio Superiore della Magistratura, Plenum del 19 gennaio 1988.
  4. ^ Una fra le numerose fonti online
  5. ^ Trascrizione intervento Archiviato il 17 luglio 2010 in Internet Archive.
  6. ^ Da Intervista ad Antonino Caponnetto di Gianni Minà nella trasmissione televisiva Storie, Rai 2, 23 maggio 1996.
  7. ^ La Repubblica, [1]
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