Antiquitates Italicae Medii Aevi

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Antiquitates Italicae Medii Aevi
AutoreLudovico Antonio Muratori
1ª ed. originale1738
Generetrattato
Lingua originalelatino

Le Antiquitates Italicae Medii Aevi ("Antichità italiane del Medioevo") sono un insieme di volumi di un corposo trattato scritto da Ludovico Antonio Muratori nel 1738-43, in latino. L'opera è suddivisa in 6 volumi.

Genesi e composizione[modifica | modifica wikitesto]

Negli anni '20 del Settecento, Muratori iniziò a raccogliere documenti vari per studiare il millennio che precedette l'epoca del Rinascimento e del Barocco, con l'intenzione iniziale di realizzare solo un'appendice diplomatica, come scriverà all'amico Leibniz nel 1714. Infatti all'inizio delle Antiquitates, Muratori, presenta l'opera come un insieme di "dissertazioni": «Dissertationes de moribus, ritibus, religione, regimine, magistratibus, legibus, studiis literarum, artibus, lingua, nummis, principibus, libertate, servitute, foederibus, allisque faciem et mores Italici populi referentibus post declinationem Romani Imperii ad annum usqe MD».

Per la stampa dell'opera fu fondata a Milano la Società Palatina nel Palazzo Reale, gestita da Filippo Argelati. Un elenco iniziale di cronache italiche fu pubblicato nel 1721, con analisi dei manoscritti medievali provenienti dalla Biblioteca Ambrosiana e dall'Estense; successivamente il progetto si ampliò, Muratori consultò manoscritti anche francesi e tedeschi, e di altre terre dell'Italia, facenti parte del Regno di Napoli, manoscritti «rigorosamente anteriori al XVI secolo», e coevi ai fatti narrati, prediligendo soprattutto i Chronicon delle abbazie, studiando archivi monastici e nobiliari.

Secondo Bertelli[1] il Muratori fu uno dei primi storici italiani a sprovincializzare la ricerca storica del Paese; inoltre nella ricerca espunse le notizie non attendibili, dato che molti storici del Medioevo, ma anche dell'epoca rinascimentale, tendevano a falsificare notizie, a ingigantirle o deformarle, o a sbagliare perfino nella trascrizione di documenti o di lapidi romane e greche. Malgrado gli ultimi tomi delle Antiquitates presentino una certa trasandatezza nella raccolta del materiale, dato che il Muratori attendeva ad altre opere, questi tomi furono felicemente salutati dalla critica; Benedetto Croce le definiva una «vera e propria Kulturgeschichte Italiens im Mittelalter».

Organizzazione dell'opera[modifica | modifica wikitesto]

Un disegno all'interno delle Antiquitates, la battaglia di Bazzano nella guerra dell'Aquila (anni 1423-24), la sconfitta di Braccio da Montone da parte del capitano Jacopo Caldora.

Alcune sezioni, come quelle sui liberi comuni e i centri feudali non sono precisissime; nelle ultime opere Muratori sembra abbandonare l'interesse verso i fatti storici, specialmente per il Quattrocento e il Cinquecento. Le invasioni barbariche del V-IX secolo sono viste come un evento decisivo per il passaggio dalla frantumazione dell'Impero romano d'Occidente alla ricostituzione con Carlo Magno del Sacro Romano Impero. Seguendo i documenti, trascrivendoli minuziosamente insieme ai Chronicon delle abbazie, il Muratori si sofferma di più sulla descrizione delle usanze, delle leggi, delle pratiche religiose, dei tipi di signorie, spettacoli, tradizioni ecc...

L'opera muratoriana è divisa in 75 dissertazioni per 6 volumi.

L'opera è leggibile in ristampa anastatica della Prima Edizione di Milano del 1738-43, realizzata da Arnaldo Forni a Bologna.

Tomi del trattato[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Bertelli, Erudizione e storia in Antonio Ludovico Muratori, p. 361.

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