Anomalia eccentrica

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L'anomalia eccentrica è il valore angolare ausiliario usato per correlare l'anomalia vera, cioè quella osservata, con quella media,[1][2] cioè quella calcolata.

L'anomalia è data dall'angolo E tra la linea degli apsidi e la linea tra il centro geometrico dell'ellisse e la proiezione del pianeta sul cerchio ausiliario di raggio pari al semiasse maggiore dell'ellisse.

Nella meccanica celeste questo tipo di anomalia è un parametro angolare che serve per definire la posizione di un corpo in movimento lungo un'orbita ellittica Kepleriana.

L'anomalia eccentrica di un punto p è l'angolo z-c-x

Rappresentazione grafica[modifica | modifica wikitesto]

Per un punto p = (x,y) su una ellisse con equazione:

L'anomalia eccentrica è l'angolo E tale che:

Correlazioni matematiche[modifica | modifica wikitesto]

L'anomalia eccentrica è uno dei tre parametri angolari (anomalie) che definiscono una posizione lungo un'orbita; le altre due sono: anomalia vera e anomalia media.

L'anomalia eccentrica può anche essere ricavata dall'anomalia vera tramite le formule:[3]

dove e è l'eccentricità, e da questo:

dove arg(X,Y) è la coordinata angolare del punto (X,Y) nelle coordinate polari.

La seguente relazione tiene conto anche di:

e da qui:

L'anomalia eccentrica E può essere anche connessa all'anomalia media M attraverso la formula:[4]

Quindi la conoscenza dell'anomalia eccentrica è basilare per individuare la posizione di un corpo lungo l'orbita ellittica che percorre perché da questa si può arrivare alla determinazione dell'anomalia vera che è quella che ci indica, attraverso il valore del proprio angolo, l'intersezione con l'orbita stessa e quindi la posizione.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Oliver Montenbruck, Practical Ephemeris Calculations, Springer-Verlag, 1989, p. 44, ISBN 0-387-50704-3.
  2. ^ Jean Meeus, Astronomical Algorithms, Willmann-Bell, Inc., Richmond, VA, 1991, p. 182, ISBN 0-943396-35-2.
  3. ^ James Bao-yen Tsui, Fundamentals of Global Positioning System receivers: A software approach, 3rd, John Wiley & Sons, 2000, p. 48, ISBN 0-471-38154-3.
  4. ^ Michel Capderou, Definition of the mean anomaly, Eq. 1.68, in Satellites: orbits and missions, Springer, 2005, p. 21, ISBN 2-287-21317-1.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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