Alberto Sgarbi

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Alberto Sgarbi
Dati biografici
Paese Bandiera dell'Italia Italia
Altezza 192 cm
Peso 101 kg
Rugby a 15
Ruolo Tre quarti centro
Squadra Petrarca
Carriera
Attività di club[1]
2004-06San Marco
2006-10Benetton52 (65)
2021-Petrarca9 (10)
Attività in franchise
2010-21Benetton139 (40)
Attività da giocatore internazionale
2008-14Bandiera dell'Italia Italia29 (10)

1. A partire dalla stagione 1995-96 le statistiche di club si riferiscono ai soli campionati maggiori professionistici di Lega
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito

Statistiche aggiornate al 21 febbraio 2022

Alberto Sgarbi (Montebelluna, 26 novembre 1986) è un rugbista a 15 italiano, tre quarti centro del Petrarca nel TOP10.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Montebelluna, giunse alla disciplina del rugby a 12 anni e crebbe nel Villorba, poi nel Conegliano e successivamente al San Marco, con cui esordì in serie A.

Messosi in luce a livello nazionale, fu convocato da Gianluca Guidi e Mario Pavin nell'Under-18 e, successivamente, nell'Under-19 con cui disputò il campionato mondiale di categoria del 2005.

Nel 2006 fu ingaggiato dal Benetton Treviso, con cui si aggiudicò subito la Supercoppa e, a fine stagione il campionato.

Nel 2008 il tecnico della nazionale maggiore Nick Mallett fece esordire Sgarbi durante l'incontro del Sei Nazioni contro l'Inghilterra; a far data da allora Sgarbi rimase sempre nel giro delle selezioni maggiori, talora scendendo in campo per la nazionale A.

Si aggiudicò altri due titoli con il Benetton Treviso, i campionati nazionali 2008-09 e 2009-10, prima di passare in Celtic League con la sua squadra.

Nick Mallett inserì Sgarbi nella rosa dell'Italia alla Coppa del Mondo di rugby 2011 in Nuova Zelanda[1].

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia di bronzo al valore atletico - nastrino per uniforme ordinaria
«Campione italiano (brevetto 29465)»
— 2009

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ L'Italia per i mondiali, Mallett non cambia, in la Repubblica, 21 agosto 2011. URL consultato il 31 agosto 2011.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]