79 Ceti

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79 Ceti
Mappa della costellazione con in risalto la stella 79 Ceti.
Classe spettraleG2V o G8IV
Distanza dal Sole122±1,3 al
CostellazioneBalena
Coordinate
(all'epoca J2000)
Ascensione retta02h 35m 19,9283s
Declinazione-03° 33′ 38,167″
Dati fisici
Raggio medio1,48[1] R
Massa
1,11[1] M
Periodo di rotazione42,2 giorni
Temperatura
superficiale
5757 K[1] (media)
Metallicità135% rispetto al Sole[1]
Dati osservativi
Magnitudine app.+6,78
Magnitudine ass.4,00
Parallasse27,85 ± 1,39 mas
Moto proprioAR: -156,89 mas/anno
Dec: -437,07 mas/anno
Velocità radiale-53 km/s
Nomenclature alternative
HD 16141, GJ 9085, HIP 2048

79 Ceti è una stella binaria visibile in direzione della costellazione della Balena. distante circa 117 anni luce.

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

La sua età sarebbe più elevata di quella del Sole, il database SIMBAD riporta il tipo stellare G2V per la componente principale, cioè quello di una stella ancora pienamente in sequenza principale, tuttavia altre fonti riportano uno stato di subgigante, ossia di una stella nel cui nucleo non avviene più la fusione dell'idrogeno. Nel giro di pochi milioni di anni uscirà dalla sequenza principale, diventando una gigante rossa: gli strati più esterni infatti si espanderanno e diventeranno più freddi. La sua luminosità è due volte maggiore di quella del Sole. La secondaria è invece una più piccola nana rossa avente una massa del 29% di quella del Sole.[2]

Pianeti[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2000, venne scoperto un pianeta orbitante attorno alla stella principale, e venne catalogato come 79 Ceti b. La sua massa è inferiore a quella di Saturno e orbita attorno alla stella in 75 giorni.

PianetaTipoMassaPeriodo orb.Sem. maggioreEccentricitàScoperta
bGigante gassoso0,260±0,028 MJ75,523 giorni0,36 UA0,2522000

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Keivan G. Stassun et al., Accurate Empirical Radii and Masses of Planets and Their Host Stars with Gaia Parallaxes, in The Astronomical Journal, vol. 153, n. 3, marzo 2017, p. 20, DOI:10.3847/1538-3881/aa5df3, arXiv:1609.04389.
  2. ^ Billy Quarles, Orbital Stability of Circumstellar Planets in Binary Systems, in The Astronomical Journal, vol. 159, n. 3, 2020, p. 80, DOI:10.3847/1538-3881/ab64fa, arXiv:1912.11019.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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