Dipsacus fullonum: differenze tra le versioni

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Scardaccione selvativo
Dipsacus fullonum
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SottoregnoTracheobionta
SuperdivisioneSpermatophyta
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
OrdineDipsacales
FamigliaCaprifoliaceae
GenereDipsacus
SpecieD. fullonum
Nomenclatura binomiale
Dipsacus fullonum
L.
Nomi comuni

Scardaccione selvativo, cardo


Flowers and head, Ottawa, Ontario

Dipsacus fullonum, sin. Dipsacus sylvestris, è una pianta erbacea di 1-2,5 m nota come Scardaccione selvatico o cardo spesso confusa con l'affine Dipsacus sativus.[1] coltivata. È originaria di Eurasia e Nord Africa, ma è nota anche in America,Africa, Australia e Nuova Zelanda introdotta erroneamente e spesso infestante. L'i infiorescenza è di forma cilindrica fino a 10 cm di lunghezza con fiori porpora che si seccano riducendosi a brattee scariose.

D. fullonum è stata identificata nel 6° secolo Vienna Dioscurides, fol. 99

Descrizione

Giovani foglie prima dello sviluppo del fusto

Il nome del genere deriva dalle foglie raccolte a formare una coppa alla base del fusto. L'acqua piovana può venir raccolta da questa struttura e ridurre il rischio della risalita sul fusto di afidi. Un recente esperimento ha evidenziato una maggior crescita se in questa coppa vengono aggiunti insetti morti, si tratterebbe di una parziale forma di pianta carnivora[2]. le foglie sono lanceolate, lunghe 20-40 cm e larghe 3-6 cm con delle piccole spine sul lato inferiore.

La pianta è facilmente identificabile dal robusto fusto e foglie e dall'infiorescenza porpora. I primi fiori a sbocciare sono quelli a metà dell'infiorescenza, la fioritura poi si sosta verso i due estremi lasciando due sottili fasce di fiori aperti. Le parti dure si seccano e formano piccoli semi di 4-6 mm maturi verso metà autunno.

Interazioni con la fauna

I semi sono un'importante risorsa invernale per molti uccelli invernali, spesso sono coltivati a scopo ornamentale e per attirare avifauna.[3]

Coltivazioni ed utilizzi

Lo Scardacicone selvatico (la specie coltivata D. sativus) era molto utilizzato nell'industria tessile per pulire e cardare la lana [4]

A volte è utilizzato come pianta ornamentale, aacnhe come pianta secca.

Galleria fotografica

Riferimenti

  1. ^ BSBI List 2007 (XLS), su bsbi.org.uk, Botanical Society of Britain and Ireland. URL consultato il 17 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 25 gennaio 2015).
  2. ^ Carnivory in the teasel Dipsacus fullonum — the effect of experimental feeding on growth and seed set, in PLoS ONE, vol. 6, n. 3, 2011, pp. e17935, DOI:10.1371/journal.pone.0017935.
  3. ^ Advice from the Royal Society for the Protection of Birds on how to attract Goldfinch to your garden with teasel, su rspb.org.uk. URL consultato il October 16, 2011.
  4. ^ "Teasel." The Oxford English Dictionary. 2nd ed. 1989.

Collegamenti esterni

categoriua:Caprifoliaceae