Elezioni parlamentari in Thailandia del 2023: differenze tra le versioni

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Elezioni parlamentari in Thailandia del 2023
Stato Bandiera della Thailandia Thailandia
Data 14 marzo
Pita Limjaroenrat - 2 (cropped).jpg
Prayut 2022.jpg
Leader Paetongtarn Shinawatra Pita Limjaroenrat Prayut Chan-o-cha
Partiti Pheu Thai Kao Klai Ruam Thai Sang Chart
Primo ministro
Prayut Chan-o-cha

Le elezioni parlamentari in Thailandia del 2023 sono previste per il 14 maggio. Tale data fu annunciata il 21 marzo 2023 dalla Commissione elettorale dopo che il giorno precedente il primo ministro Prayut Chan-o-cha aveva sciolto il Parlamento.[1]

Come per le precedenti elezioni del 2019, riguardarono solo la scelta dei deputati alla Camera, mentre i senatori rimasero quelli della passata legislatura. Si rinnovarono quindi le aspre critiche in Thailandia e all'estero per il regime militare, che nel 2019 aveva arbitrariamente nominato i senatori con un mandato di 5 anni fino al 2024 senza che fossero stati eletti, rendendo problematica anche per le elezioni del 2023 la nomina a primo ministro di un candidato del fronte democratico.[2][3]

Premesse

A partire dagli inizi del XXI° secolo, ebbe un grande ruolo nella politica nazionale il magnate delle telecomunicazioni Thaksin Shinawatra, fondatore e leader del partito Thai Rak Thai. Eletto primo ministro dopo le elezioni del 2001 e rieletto dopo aver vinto quelle del 2005 e 2006 con un margine amplissimo di voti, l'imprenditore di Chiang Mai divenne l'idolo delle classi più disagiate per il populismo che caratterizzò i suoi governi, riducendo ad esempio i costi per l'assistenza sanitaria o aiutando gli insolventi.[4] La sua politica intaccò gli interessi delle vecchie élite di Bangkok legate ai militari e alla monarchia; si venne così a creare un ultradecennale conflitto che coinvolse anche gran parte della popolazione.[5]

La sua carriera politica ebbe fine il 19 settembre 2006 con un colpo di Stato dopo il quale i militari fecero un lavoro capillare per distruggere il potere di Thaksin, che avrebbe comunque continuato a lungo a esercitare la propria influenza sulla politica nazionale anche dall'esilio a cui fu costretto.[6] I militari guidarono il paese fino alle elezioni del dicembre 2007, che portarono al governo una coalizione guidata dal Partito del Potere Popolare (PPP), alleato di Thaksin, ma dopo otto mesi di proteste di piazza dei conservatori la Corte costituzionale disciolse il PPP per presunti brogli elettorali.[7] Tra l'aprile e il maggio del 2010, le manifestazioni a oltranza nelle strade di Bangkok del Fronte Unito per la Democrazia contro la Dittatura, gruppo che appoggiava le politiche di Thaksin e che chiedeva nuove elezioni, furono represse dalle forze dell'ordine con la forza e il bilancio finale degli scontri fu di 90 morti e 2 000 feriti.[8] Le elezioni del luglio 2011 videro il largo successo del Partito Pheu Thai guidato da Yingluck Shinawatra, sorella minore di Thaksin, che fu eletta primo ministro. Nel 2014 fu destituita dalla Corte costituzionale dopo mesi di agguerrite proteste delle opposizioni.[9]

Quello stesso mese, la giunta militare denominata Consiglio nazionale per la pace e per l'ordine (CNPO) effettuò un colpo di Stato guidato dal comandante in capo dell'esercito Prayut Chan-o-cha, che si auto-proclamò Primo ministro ad interim. Nei cinque anni successivi, malgrado le pressioni internazionali per il ritorno alla democrazia, Prayut mantenne il controllo del governo senza fissare nuove elezioni ed esercitò una forte repressione sull'opposizione legata agli Shinawatra.[10] I militari stilarono una bozza della nuova Costituzione e la sottoposero alla popolazione nel referendum dell'agosto 2016. Ogni critica alla bozza fu vietata dal CNPO, che proibì anche il monitoraggio del referendum. Gli attivisti che si proclamarono contrari e coloro i quali espressero l'intenzione di votare contro la bozza furono arrestati, detenuti e processati da tribunali militari,[11][12] Il 6 aprile 2017, re Vajiralongkorn controfirmò la nuova Costituzione (la 20ª da quando fu introdotta la monarchia costituzionale nel 1932) che aumentò i poteri dei militari e della Corte costituzionale in ambito politico per prevenire il ritorno al potere di Thaksin Shinawatra e dei suoi alleati.[13]

Dopo svariati rinvii, il 24 marzo 2019 si tennero le elezioni parlamentari, che ricevettero grandi critiche in Thailandia e all'estero sia per il modo in cui furono concepite, secondo la Costituzione del 2017 voluta dalla giunta militare, sia per il discutibile modo in cui vennero gestite da funzionari nominati dalla stessa giunta militare. I risultati definitivi non furono come di consueto annunciati nei giorni immediatamente successivi, ma furono resi pubblici a fine maggio. I militari sostennero il Partito Palang Pracharath, che con i suoi alleati ebbe una risicata maggioranza nella Camera bassa grazie alle nuove regole imposte in fase di scrutinio dei voti dalla Commissione elettorale nominata dalla giunta militare. Fu determinante per la formazione del nuovo governo il voto dei 250 senatori, tutti scelti dalla stessa giunta come previsto dalla Costituzione del 2017. Tra le altre iniziative dei militari durante le elezioni che suscitarono indignazione vi furono la dissoluzione da parte della Corte costituzionale di uno dei partiti maggiori del fronte democratico, le leggi repressive che impedirono le libertà di parola e di associazione, la censura dei media e l'ineguaglianza tra i partiti per avere accesso agli stessi media. Il Parlamento dei nuovi eletti si riunì per la prima volta il 24 maggio e il 5 giugno confermò primo ministro Prayut.[14][15][16]

Cambiamenti nei partiti in vista delle elezioni

Alle elezioni del 2019 ebbe grande successo il Partito del Futuro Nuovo (PFN), che grazie ai voti dei giovani e dei progressisti fu il terzo partito per numero di seggi in Parlamento.[17] Fu disciolto il 21 febbraio 2020 dalla Corte costituzionale, quello stesso giorno ebbero inizio le proteste popolari in Thailandia contro la sentenza,[18] che si sarebbero estese in tutto il Paese e sarebbero durate fino alla fine del 2021. Le proteste si susseguirono con diverse ondate e assunsero imponenti proporzioni, tra le richieste dei dimostranti vi furono anche le dimissioni del governo, nuove elezioni, fine della repressione governativa, una nuova costituzione e, per la prima volta nella storia del Paese, la limitazione delle prerogative del re. Si ipotizzò che il dibattito creatosi con queste proteste avrebbe potuto influenzare il voto dei giovani alle elezioni del 2023.[19][20] La maggior parte dei membri del disciolto Partito del Futuro Nuovo confluirono nel Phak Kao Klai, il nuovo partito fondato l'8 marzo 2020 per proseguire la linea politica del PFN.[21]

Quello stesso anno, la candidata a primo ministro nelle elezioni del 2019 per Pheu Thai Sudarat Keyuraphan uscì dal partito per fondare Thai Srang Thai. Secondo i vertici di Pheu Thai, Sudarat avrebbe comunque mantenuto la linea politica del vecchio partito; la stampa ipotizzò che la sua uscita fosse una manovra politica di Thaksin per ottenere un maggior numero complessivo di voti frazionando Pheu Thai con la creazione di partiti minori che lo appoggiassero alle elezioni del 2023.[22][23] Nell'ottobre 2021 entrò nel Partito Pheu Thai Paetongtarn Shinawatra – figlia di Thaksin – e le fu affidata la presidenza di un importante comitato. Vista la sua relativamente giovane età – 35 anni – la scelta di Paetongtarn per questo importante incarico fu vista dagli osservatori come parte della strategia di Thaksin di rinnovare il partito per attrarre i voti dei giovani in vista delle elezioni del 2023. La candidatura di Paetongtarn divenne ancora più verosimile il 20 marzo 2022, quando a un'assemblea di Pheu Thai fu presentata come il "capo della famiglia Pheu Thai". Nei 12 mesi successivi, la stampa la definì candidata a primo ministro anche se non fu annunciata dal partito la nomina ufficiale.[24][25]

Alla fine del 2022 si creò una spaccatura anche nel Partito Palang Pracharath (PPP), in particolare tra Prayut e Prawit Wongsuwan, il leader di PPP che era stato scelto come candidato primo ministro per le elezioni del 2023.[26] il 23 dicembre 2022 Prayut annunciò la sua disponibilità di aderire al nuovo partito Phak Ruam Thai Sang Chart (PRTSC) e che avrebbe accettato di diventarne il candidato per un nuovo mandato a primo ministro.[27] In quei giorni, 34 deputati della coalizione di governo e delle opposizioni diedero le dimissioni alla Camera e uscirono dai loro partiti per unirsi a Bhumjaithai, quinto partito per numero di seggi nel 2019, che era entrato nella coalizione di governo dopo il voto.[28] Anche il passaggio al PRTSC di Prayut fu considerato sulla stampa una strategia dei militari per guadagnare più voti complessivi alle elezioni.[29] La candidatura di Prayut a primo ministro fu formalmente resa pubblica il 25 marzo,[30] secondo quanto stabilito dalla Costituzione del 2017 e da una sentenza del settembre 2022 della Corte costituzionale, il suo eventuale nuovo mandato poteva durare due soli anni.[31]

Sistema elettorale

Elezione dei deputati

Con i 250 senatori scelti dal regime militare nel 2019 con un mandato di 5 anni, le elezioni del 2023 riguardarono solo la scelta dei deputati alla Camera.[2][3] Con un emendamento apportato alla Costituzione nel 2021, furono cambiate le regole delle elezioni del 2019 che prevedevano per la Camera bassa un sistema proporzionale misto con 350 seggi provenienti dalle circoscrizioni elettorali (1 seggio ogni circoscrizione) e gli altri 150 erano seggi compensativi; entrambi i voti erano stati espressi su una scheda unica. Per le elezioni del 2023 furono reintrodotte le regole in vigore prima del 2017, i deputati da eleggere rimasero 500, dei quali 400 con l'uninominale secca (con le circoscrizioni elettorali che divennero quindi 400) e gli altri 100 secondo la lista dei partiti, ma non come seggi compensativi. Furono previste due schede per il votante, una per l'uninominale secca e una per i seggi da assegnare secondo la lista dei partiti.[32] Il cambiamento fu criticato perché avrebbe favorito i partiti maggiori — in particolare il partito di governo Palang Pracharath e il maggior partito di opposizione Pheu Thai, che entrambi votarono in favore dell'emendamento — penalizzando i partiti minori tra i quali il progressista Phak Kao Klai, erede del Partito del Futuro Nuovo che aveva avuto grande successo nel 2019 ottenendo molti seggi compensativi.[33]

Sistema per la nomina del primo ministro

Non furono invece apportate modifiche alle disposizioni previste nella Costituzione del 2017 per quanto riguardava il sistema di scelta del primo ministro, che rimase quindi immutato rispetto alle elezioni del 2019. A ogni partito fu concesso di sottoporre all'elettorato una lista comprendente un massimo di tre dei propri candidati alla carica, con l'obbligo di avere almeno 25 deputati eletti per ricevere l'idoneità.

Il voto del Parlamento per la nomina del primo ministro fu previsto con una seduta congiunta dei 500 deputati eletti e dei 250 senatori scelti dai militari nel 2019 con un mandato di 5 anni; questi ultimi – secondo le previsioni – nel 2019 avevano votato all'unanimità il capo della giunta militare Prayut Chan-o-cha per la carica di primo ministro.[2] Questa regola rese necessario che anche nel 2023 il fronte democratico si assicurasse almeno 376 seggi alla Camera per imporre il proprio candidato, mentre una semplice maggioranza di 251 deputati avrebbe potuto portare alla nomina a primo ministro di un candidato scelto dai militari o a uno stallo che avrebbe potuto favorire la nomina di una persona non facente parte della lista dei candidati, come previsto dalla Costituzione.

Nuova distribuzione delle circoscrizioni elettorali e dei seggi

Alcune delle nuove circoscrizioni elettorali, come la 28ª di Bangkok rappresentata qui sopra, compresero in modo atipico parti di diversi khet di Bangkok, e la Commissione elettorale fu accusata di gerrymandering.

In vista delle elezioni, il passaggio da 350 a 400 circoscrizioni elettorali previsto dagli emendamenti del 2021 impose alla Commissione elettorale di ridisegnare la mappa delle circoscrizioni e una nuova distribuzione dei seggi, che rimasero comunque uno per ogni circoscrizione. Il 1º febbraio 2022 la commissione rese noto che – a tutto il 31 dicembre 2021 – secondo i propri calcoli i votanti erano 66 171 439 e che sarebbe stato eletto 1 deputato ogni 165 429 elettori. Questa nuova distribuzione fu sottoposta all'approvazione del Parlamento.[34]

La Commissione elettorale finì la nuova mappa delle circoscrizioni nel febbraio 2023, quando già diversi candidati avevano iniziato la propria campagna elettorale. La mappa fu subito contestata in quanto nel calcolo erano stati incluse tra i votanti persone che non avevano cittadinanza thailandese, la Corte costituzionale accolse il reclamo e impose alla commissione di ridisegnare di nuovo i confini delle circoscrizioni.

Nella tabella che segue, il numero provvisorio dei deputati per ogni provincia alle elezioni del 2023. Per ognuna delle 400 circoscrizioni fu prevista l'elezione di un deputato.

Provincia Nº deputati/
provincia
Totale
Bangkok 33 33
Nakhon Ratchasima 16 16
Khon Kaen, Ubon Ratchathani 11 22
Chiang Mai, Chon Buri, Buriram, Nakhon Si Thammarat, Udon Thani 10 50
Sisaket, Songkhla 9 18
Nonthaburi, Roi Et, Samut Prakan, Surin 8 32
Chaiyaphum, Chiang Rai, Pathum Thani, Sakon Nakhon, Surat Thani 7 35
Kalasin, Nakhon Pathom, Nakhon Sawan, Phetchabun, Maha Sarakham 6 30
Kanchanaburi, Lop Buri, Narathiwat, Pattani, Phra Nakhon Si Ayutthaya, Phitsanulok, Rayong, Ratchaburi, Suphan Buri 5 45
Kamphaeng Phet, Chachoengsao, Trang, Nakhon Phanom, Lampang, Loei, Sara Buri, Sukhothai 4 32
Krabi, Chanthaburi, Chumphon, Nan, Bueng Kan, Prachuap Khiri Khan, Prachin Buri, Phayao, Phatthalung, Phichit, Phetchaburi, Phrae, Phuket, Yasothon, Yala, Sa Kaeo, Tak, Nong Khai, Nong Bua Lamphu, Samut Sakhon, Uttaradit 3 63
Chai Nat, Nakhon Nayok, Phang Nga, Mukdahan, Mae Hong Son, Lamphun, Satun, Ang Thong, Amnat Charoen, Uthai Thani 2 20
Trat, Ranong, Samut Songkhram, Sing Buri 1 4
Totale nazionale 400

Sondaggi

Date Azienda del sondaggio Campione Palang Pracharath Pheu Thai Kao Klai Democratici Bhumjaithai Liberali Thai Chat Thai Phattana Chart Pattana Kla Kla Thai Sang Thai Ruam Thai Sang Chart Apartitici
Indecisi
Altri Vantaggio
1 – 17 marzo 2023 Suan Dusit 10.614 7,11% 46,16% 15,43% 7,71% 11,12% 0,41% 0,53% 1,43% 8,73% 1,37% 30,73%
2 – 8 marzo 2023 NIDA 2.000 2,30% 49,85% 17,15% 4,95% 2,55% 2,85% 2,60% 12,15% 2,35% 3,25% 32,70%
17 – 22 dicembre 2022 NIDA 2.000 4,00% 42,95% 16,60% 5,35% 5,25% 3,40% 1,35% 3.25% 6.95% 8.30% 2.60% 26,35%
15 – 21 settembre 2022 NIDA 2,500 5,56% 34,44% 13,56% 7,56% 2,32% 2,56% 1,00% 3,04% 24,00% 5,96% 20,88%
20 – 23 giugno 2022 NIDA 2.500 7,00% 36,36% 17,88% 6,32% 2,56% 3,04% 2,68% 2,96% 18,68% 2,52% 18,48%
10 – 15 marzo 2022 NIDA 2,020 7,03% 25,89% 16,24% 7,97% 1,88% 2,28% 1,83% 2,18% 28,86% 5.84% 2.97%
15 – 21 dicembre 2021 NIDA 2.504 8,99% 23,52% 13,18% 7,15% 1,32% 2,43% 1,08% 1,60% 37,14% 3,59% 13,62%
20 – 23 settembre 2021 NIDA 2.018 9,51% 22,50% 15,11% 7,78% 1,14% 2,68% 1,39% 1,93% 30,82% 7,14% 8,32%
11 – 16 giugno 2021 NIDA 2.515 10,70% 19,48% 14,51% 9,54% 2,43% 2,90% 1,71% 2,47% 32,68% 3,58% 13,20%
23 – 26 marzo 2021 NIDA 2.522 16,65% 22,13% 13,48% 7,10% 3,25% 3,81% 1,03% 29,82% 2,73% 7,69%
20 – 23 dicembre 2020 NIDA 2.533 17,80% 23,61% 14,92% 7,46% 1,82% 3,00% 0,55% 0,24% 0,95% 26,49% 3,16% 2,88%
18 – 23 settembre 2020 NIDA 2.527 12,39% 19,39% 12,70% 7,44% 1,58% 1,70% 0,36% 0,28% 0,79% 41,59% 2,14% 22,20%
22 – 24 giugno 2020 NIDA 2.517 15,73% 20,70% 13,47% 7,75% 1,43% 2,50% 0,36% 0,11% 1,11% 32,38% 4,46% 11,68%
18 – 20 dicembre 2019 NIDA 2.511 16,69% 19,95% 30,27% 10,83% 2,43% 2,03% 0,92% 13,46% 3,42% 10,32%
24 March 2019 Elezioni 2019 23,34% 21,92% 17,34% 10,92% 10,33% 2,29% 2,16% 0,70% 1,68% 9,32% 1,46%

Note

  1. ^ (EN) Thailand to hold election on May 14 - poll body, su reuters.com, 21 marzo 2023.
  2. ^ a b c (EN) Thongnoi Jitsiree, Jaipragas Bhavan, Thai election a battle royale for junta's Prayuth and the Shinawatras, su scmp.com, 22 marzo 2019.
  3. ^ a b (EN) Rebecca Ratcliffe, Thailand: Paetongtarn Shinawatra leads polls as country heads towards election, su theguardian.com, 20 marzo 2023.
  4. ^ (EN) Profile: Thaksin Shinawatra, su bbc.com. URL consultato il 7 luglio 2016.
  5. ^ (EN) Aurel Croissant, Philip Lorenz, Comparative Politics of Southeast Asia: An Introduction to Governments and Political Regimes, Springer, 2017, p. 295, ISBN 3-319-68182-6.
  6. ^ (EN) Kevin Hewison, capitolo 7: Thailand's conservative democratization, in Yin-wah Chu, Siu-lun Wong (a cura di), East Asia’s New Democracies: Deepening, Reversal, Non-liberal Alternatives Politics in Asia, Routledge, 2010, pp. 122-140, ISBN 1-136-99109-3.
  7. ^ (EN) Pasuk Phongpaichit, Chris Baker, capitolo 7: Power and Profit, in Thaksin, 2ª ed., Silkworm Books, 2009, ISBN 1-63102-400-0.
  8. ^ (EN) Campbell, Charlie,, Four Dead as Bangkok Sees Worst Political Violence Since 2010, su world.time.com, TIME, 1º dicembre 2013.
  9. ^ Bultrini, Raimondo, Thailandia, destituita la premier per abuso di potere, su repubblica.it, 7 maggio 2014.
  10. ^ (EN) Thailand – time for the west to get tough on Prayuth Chan-ocha, su theguardian.com. URL consultato il 7 luglio 2016.
  11. ^ (EN) Thailand: Junta Bans Referendum Monitoring, su hrw.org, Human Rights Watch, 21 giugno 2016.
  12. ^ (TH) ทนายดังมอบตัวสู้คดีทำผิด พ.ร.บ. ออกเสียงประชามติ, su matichon.co.th, 17 luglio 2016.
  13. ^ (EN) Thailand's king signs constitution that cements junta's grip, su theguardian.com, 6 aprile 2017. URL consultato il 28 ottobre 2017.
  14. ^ (EN) Thailand: Structural Flaws Subvert Election, su hrw.org, Human Rights Watch, 19 marzo 2019.
  15. ^ (EN) Panu Wongcha-um and Panarat Thepgumpanat, How Thailand's coup leader kept power through election, su theguardian.pe.ca, 5 giugno 2019. URL consultato il 24 giugno 2019.
  16. ^ (EN) Chiang Mai victory gives bloc zero political gain, su bangkokpost.com. URL consultato il 24 giugno 2019.
  17. ^ (EN) Thai protests: Thousands gather in Bangkok as king returns to country, su bbc.co.uk, 14 ottobre 2020 (archiviato dall'url originale il 14 ottobre 2020).
  18. ^ (EN) 'We want a true democracy': students lead Thailand's protest movement, su theguardian.com, 24 agosto 2020 (archiviato dall'url originale il 24 agosto 2020).
  19. ^ (EN) All you need to know about Thai protests, su prachatai.com, 19 agosto 2020.
  20. ^ (EN) From the Streets to the Ballot Box: Ex-Student Protesters Prepare for Thailand’s Election, su thediplomat.com, 21 marzo 2023.
  21. ^ (EN) Techakitteranum Hathai, New Thai group to replace Future Forward Party, su straitstimes.com, 9 marzo 2020.
  22. ^ (EN) Sudarat launches new party, su bangkokpost.com, 29 dicembre 2020. URL consultato il 28 marzo 2023.
  23. ^ (EN) Pheu Thai insiders say Sudarat unlikely to switch camps, su bangkokpost.com, 7 dicembre 2020. URL consultato il 28 marzo 2023.
  24. ^ (TH) เปิดประวัติ อุ๊งอิ๊ง-แพทองธาร ทายาทชินวัตร หัวหน้าครอบครัวเพื่อไทย [Rivelata la storia di Ung Ing-Pae Thongtarn, erede di Shinawatra e capo della famiglia Pheu Thai], su matichon.co.th, 22 marzo 2022.
  25. ^ (EN) New Shinawatra may lead the next quest for power as Pheu Thai Party aims for 14 million members, su thaiexaminer.com, 22 marzo 2022.
  26. ^ (EN) Thailand’s Prayut Changes Party, Says Willing to Remain PM, su thediplomat.com, 10 gennaio 2023.
  27. ^ (TH) "บิ๊กตู่" ประกาศเป็นแคนดิเดตนายกฯ "รวมไทยสร้างชาติ" ยันคุย "พี่ป้อม" แล้ว สัมพันธ์พี่น้องทหารไม่แตกหัก, su mgronline.com, 23 dicembre 2022.
  28. ^ (EN) Former MPs jump ship, join Bhumjaithai, su bangkokpost.com, 16 dicembre 2022.
  29. ^ (EN) Thailand's ruling party picks veteran kingmaker Prawit as PM candidate, su reuters.com, 27 gennaio 2023.
  30. ^ (EN) Thai PM Prayuth to run for re-election in May, su reuters.com, 25 marzo 2023.
  31. ^ (EN) Long-serving Thai PM hints at re-election bid under new party, su reuters.com, 9 gennaio 2023.
  32. ^ (EN) Thai Parliament passes election changes favouring ruling party, su businesstimes.com.sg, 10 settembre 2021.
  33. ^ (EN) Yuda Masayuki, Thai ruling party irks progressives with electoral tweaks, su asia.nikkei.com, 16 settembre 2021.
  34. ^ (TH) เปิดจำนวน ส.ส. 400 เขตเลือกตั้งใหม่ กทม.ยังมากสุด 33 คน [Svelato il numero di deputati per le nuove 400 circoscrizioni elettorali. Bangkok è ancora la prima con 33 deputati], su workpointtoday.com.