Stupendemys: differenze tra le versioni

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'''''Stupendemys''''' (il cui nome significa "tartaruga stupenda") è un [[Genere (tassonomia)|genere]] estinto di [[tartaruga]] [[Podocnemididae|podocnemidide]] di grandi dimensioni, vissuta nel [[Miocene|Miocene superiore]]-[[Pliocene|Pliocene inferiore]], circa 9-5 milioni di anni (Huayqueriano-Montehermosano), i cui fossili sono stati ritrovati nel [[Sud America]] settentrionale.<ref>{{cite journal |last=Wood |first=R. C. |year=1976 |url= https://biodiversitylibrary.org/page/6590428 |title=''Stupendemys geographicus'', the world's largest turtle |journal=Breviora |volume=436 |issue= |pages=1–31 |ref=harv }}</ref><ref name = bm2006>{{cite journal |last=Bocquentin |first=Jean |last2=Melo |first2=Janira |year=2006 |title=''Stupendemys souzai'' sp. nov. (Pleurodira, Podocnemididae) from the Miocene-Pliocene of the Solimões Formation, Brazil |journal=Revista Brasileira de Paleontologia |volume=9 |issue=2 |pages=187–192 |url=https://www.sbpbrasil.org/revista/edicoes/9_2/RBP9-2-Jean.pdf |ref=harv |doi=10.4072/rbp.2006.2.02}}</ref> Il genere contiene una singola [[Specie tipo|specie]], ossia ''S. geographicus''.


La '''stupendemide''' (gen. '''''Stupendemys''''') è una [[testudines|tartaruga]] estinta appartenente ai [[Pleurodira|pleurodiri]]. Visse in [[America meridionale]] ([[Venezuela]] e [[Brasile]]) nel [[Pliocene]] inferiore (circa 3 milioni di anni fa), e poteva raggiungere una lunghezza di 2 m.
== Descrizione ==
== Descrizione ==
L'esemplare fossile più completo di ''Stupendemys'', CIAAP-2002-01, consistente in un [[carapace]], la cui lunghezza era stata originariamente stimata a 2,35 metri (7.7 piedi) di lunghezza<ref name="cameronmccormick.blogspot.com">[http://cameronmccormick.blogspot.com/2010/03/stupendemys-giant-amongst-mega-turtles.html Stupendemys: Giant Amongst Mega-Turtles]</ref> per una lunghezza totale di 3,3 metri (11 piedi) da completo, rendendolo una delle tartarughe più grandi che siano mai esistite, eguagliando persino il [[Genere (tassonomia)|genere]] ''[[Archelon]]''.<ref name="cameronmccormick.blogspot.com"/> Tuttavia, il successivo studio di Cadena ''et al.'' (2020), ha rivisitato le stime su questo esemplare, prese sul campo quando ancora l'esemplare era incastonato nella matrice, stimando per il carapace 2,26 metri di lunghezza parasaggitale, 2,40 metri di larghezza mediana, per un peso di 1.145 kg. Nonostante questo ridimensionamento, ''Stupendemys'' rimane comunque la più grande tartaruga nota. Oggi, la più grande tartaruga d'acqua dolce che vive oggi nei Neotropici è la [[Podocnemis expansa|tartaruga Arrau]] (''Podocnemis expansa''), un pleurodira strettamente correlata a ''Stupendemys'', sebbene la tartaruga Arrau misuri solo 75 centimetri (30 pollici). Le grandi dimensioni potrebbero essere un tratto ancestrale dei podocnemididi, essendo presenti anche in ''[[Carbonemys|Carbonemys cofrinii]]'' e ''[[Podocnemis|Podocnemis bassleri]]''.<ref>{{cite book |last=Cox |first=Barry |last2=Dixon |first2=Dougal |last3=Gardiner |first3=Brian |year=2001 |title=Dinosaurier und andere Tiere der Vorzeit |trans-title=Dinosaurs and other prehistoric animals |publisher=Gondrom Verlag |language=de |isbn=3-8112-1138-2 |ref=harv }}</ref>
[[File:Stupendemys geographicus.jpg|thumb|left|''Stupendemys geographicus'']]
Questo animale, estinto da circa 3 milioni di anni, era il gigante dei pleurodiri e anche la più grande tartaruga d'acqua dolce mai esistita. Nessuna forma attuale si avvicina alle sue dimensioni: la più grande è la tartaruga Arrau (''[[Podocnemis expansa]]''), che vive nei bacini dell'[[Orinoco]] e del [[Rio delle Amazzoni]], lunga soltanto 75 cm.


Nonostante una forma di [[dimorfismo sessuale]] fosse già stata ipotizzata per ''Stupendemys'', in cui i maschi erano più grandi delle femmine, i nuovi esemplari fossili dello studio di Cadena ''et al.'' (2020) mostrano che gli esemplari più grandi (i probabili maschi) possedevano, su ogni margine anterolaterale del carapace, delle vere e proprie [[Corno (biologia)|corna]], formate da un nucleo osseo coperto da uno strato di cheratina, non dissimile da quelle dei [[bovini]]. Tra le tartarughe strutture simili sono state ritrovate solo nella specie [[Cretacico|cretacica]] ''[[Anomalochelys angulata]]'', di cui è stata proposta la funzione di protezione del grosso cranio. Date le dimensioni del cranio di ''Stupendemys'' è possibile applicare una funzione simile. Tuttavia, il fatto che siano state ritrovate sono in esemplari considerati maschi, potrebbero indicare che potessero anche essere usate negli scontri intraspecifici. La cicatrice allungata e profonda sul corno dell'esemplare CIAAP-2002-01 potrebbe essere interpretata come un segno di questi scontri.<ref name = Cadena2020>{{cite journal|last1=Cadena|first1=E.-A.|last2=Scheyer|first2=T.M.|last3=Carrillo-Briceño|first3=J.D.|last4=Sánchez|first4=R.|last5=Aguilera-Socorro|first5=O.A.|last6=Vanegas|first6=A.|last7=Pardo|first7=M.|last8=Hansen|first8=D.M.|last9=Sánchez-Villagra|first9=M.R.|date=12 Feb 2020|title=The anatomy, paleobiology, and evolutionary relationships of the largest extinct side-necked turtle|url=https://advances.sciencemag.org/content/6/7/eaay4593|journal=Science Advances|volume=6|issue=7|page=eaay4593 |doi=10.1126/sciadv.aay4593|}}</ref>
La massiccia corazza di ''Stupendemys'' era estremamente larga e lunga più di 1,8 m. La lunghezza totale dell'animale doveva aggirarsi intorno ai due metri.<ref name=EoDP>{{Cita libro |curatore=Palmer, D.|anno=1999 |titolo= The Marshall Illustrated Encyclopedia of Dinosaurs and Prehistoric Animals|editore= Marshall Editions|città=London|pagine= 63|ISBN=1-84028-152-9}}</ref>.

L'analisi [[Istologia|istologica]] conferma che il ritmo di crescita di ''Stupendemys'' doveva essere simile a quello delle tartarughe più piccole, impiegando almeno 110 anni per raggiungere le dimensioni dei più grandi esemplari noti.<ref name = Cadena2020 />


== Classificazione ==
== Classificazione ==
[[File:Stupendemys1.JPG|thumb|Vista ventrale del piastrone di ''S. geographicus'']]
Stupendemys era un tipico rappresentante dei pleurodiri, il più piccolo dei due sottordini attuali di tartarughe. Le sue parentele vanno ricercate all'interno della famiglia dei podocnemididi ([[Podocnemididae]]), rappresentati attualmente da poche forme sudamericane. Sono note due specie di ''Stupendemys'': '''''S. geographicus''''' del Venezuela (la forma più grande) e '''''S. souzai''''' del Brasile (leggermente più piccola e snella).
''Stupendemys'' era un tipico rappresentante dei pleurodiri, il più piccolo dei due sottordini attuali di tartarughe. Le sue parentele vanno ricercate all'interno del clade dei [[Podocnemididae|podocnemididi]] [[Eymnochelyinae]]<ref name = Cadena2020 />, rendendo l'odierna ''[[Peltocephalus dumerilianus]]'' il suo parente vivente. La scoperta di una mandibola associata agli altri resti, ha permesso di stabilire che il genere ''Caninemys'' rappresenta un sinonimo di ''Stupendemys'': difatti, le mandibole di podocnemididi note nella stesse regioni e risalenti allo stesso periodo differiscono dalla nuova mandibola di ''Stupendemy'' solo nelle dimensioni e nel grado di preservazione.<ref name = Cadena2020 />


Originariamente, il genere era noto per due specie: ''Stupendemys geographicus'' la [[specie tipo]] e la più robusta; i cui resti sono stati trovati nella Formazione Urumaco del [[Venezuela]] e nella Formazione Villavieja della [[Colombia]], e ''Stupendemys souzai'', leggermente più piccola e più snella, ritrovata nella Formazione Solimões nello stato di Acre, in [[Brasile]].<ref name = bm2006 /><ref>{{cite journal |last=Bocquentin |first=J. |first2=E. |last2=Guilherme |year=1997 |url= https://biblat.unam.mx/en/revista/acta-geologica-leopoldensia-estudos-tecnologicos/articulo/a-cintura-pelvica-do-quelonio-stupendemys-podocnemididae-podocnemidinae-proveniente-do-mioceno-superior-plioceno-do-estado-do-acre-brasil |title=A cintura pélvica do quelônio Stupendemys (Podocnemididae, Podocnemidinae) proveniente do Mioceno superior-Plioceno do Estado do Acre, Brasil |journal=Acta Geologica Leopoldensia |volume=20 |issue=45 |pages=47–50 |doi= }}</ref> Tuttavia, quest'ultima, già considerata dubbia da precedenti autori, è ora considerata un [[Sinonimo (tassonomia)|sinonimo]] della specie tipo.<ref name = Cadena2020 /> Quindi ''S. geographicus'' risulta essere l'unica podocnemidide di grandi dimensioni nota dalla pan-[[Amazzonia]] del Miocene medio-superiore.
== Stile di vita ==
Il peso di questa tartaruga doveva permetterle di rimanere a lungo sott'acqua, dove brucava vegetali acquatici in grande quantità. D'altro canto, ''Stupendemys'' non doveva essere in grado di nuotare molto bene, dal momento che era incapace di muoversi nelle correnti rapide; è quindi probabile che evitasse fiumi dal corso stretto.
La specie ''Stupendemys souzai'' è stata rinvenuta in siti ospitanti una ricca fauna fossile; grazie ai numerosi resti è stato possibile ricostruire l'intero ecosistema. Tra i numerosi animali acquatici vi erano i [[pesci]], tra cui pesci gatto, caracidi (''[[Acregoliath rancii]]'', ''[[Colossoma macropum]]''), il dipnoo sudamericano ''[[Lepidosiren paradoxa]]'', i cosiddetti trahira (''[[Paleohoplias assisbrasiliensis]]''), ma anche razze e squali di acqua dolce. Abbondavano anche i [[coccodrilli]], come ''[[Charactosuchus]] fisheri'' e forme gigantesche quali ''[[Gryposuchus]]'', ''[[Mourasuchus]]'', ''[[Purussaurus]]'' e i [[nettosuchidi]]. Erano presenti anche altre tartarughe come ''[[Chelus colombiana]]'' (un parente estinto dell'attuale [[mata mata]]) e ''[[Geochelone]]''. Nelle acque vivevano anche delfini d'acqua dolce e l'uccello - serpente ''[[Anhinga]] fraileyi''.
Tra gli animali terrestri che frequentavano la zona, vi erano numerosi [[mammiferi]] di grande taglia: [[bradipi]] terricoli (''[[Acremylodon]] campbelli''), [[notoungulati]] (''[[Gyrinodon]]'' e ''[[Trigodon]]''), i veloci [[proteroteriidi]] e un numero notevole di [[roditori]] giganteschi (''[[Neoepiblema]]'', ''[[Phoberomys]]'', ''[[Potamarchus]]'', ''[[Telicomys]]''). Vi erano anche mammiferi più piccoli, come l'[[aluatta]] ''[[Stirtonia]]'' e il pipistrello ''[[Noctilio lacrimaelunaris]]''.


== Paleobiologia ==
Questa fauna era massicciamente costituita da grandi erbivori e in generale mancavano grandi carnivori terrestri. Gli studiosi hanno quindi ipotizzato che l'habitat fosse una [[foresta pluviale]], con alluvioni stagionali che portavano alla creazione di pianure alluvionali e acquitrini enormi. I [[fiumi]] dovevano essere ampi e a corso lento.
=== Dieta ===
Il cranio di ''Stupendemys'', originariamente attribuito al genere ''Caninemys'', rivela nuovi dettagli sulla sua alimentazione. La particolare morfologia del cranio aveva portato alcuni autori a ritenerla un'equivalente delle [[Chelydridae|tartarughe azzannatrici]] odierne, capace di catturare prede di grandi dimensioni come [[pesci]], piccoli [[Caiman|caimani]] e [[serpenti]], tramite un sistema di alimentazione a risucchio. L'analisi di Cadena ''et al.'' (2020) indica che ''Stupendemys'' avesse una dieta molto più generalizzata, che avrebbe potuto includere anche invertebrati dal guscio duro, e che tale generalizzazione avrebbe favorito il raggiungimento delle sue grandi dimensioni.<ref name = Cadena2020 />

Le tartarughe moderne sono estremamente importanti per la dispersione dei [[semi]] di molte piante, anche quelle in cui i frutti non costituiscono una parte importante della loro dieta. Tra queste figura anche ''[[Peltocephalus dumerilianus]]''<ref name=ITISGenus>{{ITIS|id=551740|taxon=''Peltocephalus ''}}</ref>, il parente vivente più stretto di ''Stupendemys'', che, con la sua enorme apertura boccale sarebbe stata in grado di ingoiare anche i più grandi frutti sudamericani. Pare infatti via sia una correlazione tra le dimensioni delle tartarughe e la quantità di [[frutta]] che mangiano, pertanto ''Stupendemys'' doveva essere un'elemento molto importante all'interno del suo ambiente.
== Paleoecologia ==
[[File:Stupendemys geographicus replica Osaka.jpg|thumb|left|200px|Carapace di ''S. geographicus'']]
Il peso di questa tartaruga doveva permetterle di rimanere a lungo sott'acqua. Tuttavia, a causa del suo peso ''Stupendemys'' non doveva essere una gran nuotatrice, dal momento che era incapace di muoversi nelle correnti rapide; è quindi probabile che evitasse fiumi dal corso stretto.<ref name = bm2006 /> Si pensa che anche l'habitat in cui viveva abbia avuto un ruolo nel raggiungimento di tali dimensioni: fino al [[Miocene|Miocene superiore]] il [[Sud America]] settentrionale ospitava i più grandi ecosistemi d'[[acqua dolce]] e [[Litorale|litorali]] della sua storia geologica, connessi tra loro da una fitta rete di laghi e [[zone umide]]. Il luogo in cui sono stati ritrovati i resti di ''Stupendemys'' indicano un'areale vasto, che includeva zone fluviali e litorali, in cui ''S. geographicus'' doveva essere una specie comune.<ref name = bm2006 />

La ''Stupendemys'' è stata rinvenuta in siti ospitanti una ricca fauna fossile; grazie ai numerosi resti è stato possibile ricostruire l'intero ecosistema. Tra i numerosi animali acquatici vi erano [[pesci]], tra cui pesci gatto, caracidi (''[[Acregoliath rancii]]'', ''[[Colossoma macropum]]''), il dipnoo sudamericano ''[[Lepidosiren paradoxa]]'', i cosiddetti trahira (''[[Paleohoplias assisbrasiliensis]]''), ma anche razze e squali di acqua dolce. Abbondavano anche i [[coccodrilli]], come ''[[Charactosuchus]] fisheri'' e forme gigantesche quali ''[[Gryposuchus]]'', ''[[Mourasuchus]]'', ''[[Purussaurus]]'' e i [[nettosuchidi]]. È noto che almeno alcuni di questi coccodrilli attaccasse e si cibasse di ''Stupendemys'', come dimostrato dal ritrovamento di un dente di [[Caimaninae|caimanine]] sul carapace di un'esemplare.<ref name = Cadena2020 /> Erano presenti anche altre tartarughe come ''[[Chelus colombiana]]''<ref>{{cite web |url=http://scienceblogs.com/tetrapodzoology/2011/04/giant_fossil_matamata_turtles.php |title= Giant fossil matamata turtles (matamatas part V) |access-date=2011-10-11 |url-status=dead |archive-url=https://web.archive.org/web/20111011173155/http://scienceblogs.com/tetrapodzoology/2011/04/giant_fossil_matamata_turtles.php |archive-date=2011-10-11 |df= }}</ref> (un parente estinto dell'attuale [[mata mata]]) e ''[[Geochelone]]''. Nelle acque vivevano anche delfini d'acqua dolce e l'[[anhinga]] ''[[Anhinga|"Anhinga" fraileyi]]''.<ref name = bm2006 />

Tra gli animali terrestri che frequentavano la zona, vi erano numerosi [[mammiferi]] di grande taglia: [[bradipi]] terricoli (''[[Acremylodon]] campbelli''), [[notoungulati]] (''[[Gyrinodon]]'' e ''[[Trigodon]]''), i veloci [[proteroteriidi]] e un numero notevole di [[roditori]] giganteschi (''[[Neoepiblema]]'', ''[[Phoberomys]]'', ''[[Potamarchus]]'', ''[[Telicomys]]''). Vi erano anche mammiferi più piccoli, come l'[[aluatta]] ''[[Stirtonia]]'' e il pipistrello ''[[Noctilio lacrimaelunaris]]''.<ref name = bm2006 />

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== Note ==
== Note ==
* Bocquentin, Jean & Melo, Janira (2006): ''Stupendemys souzai'' sp. nov. (Pleurodira, Podocnemididae) from the Miocene-Pliocene of the Solimões Formation, Brazil. ''Revista Brasileira de Paleontologia'' '''9'''(2): 187-192. [http://www.sbpbrasil.org/revista/edicoes/9_2/RBP9-2-Jean.pdf PDF fulltext]
* Bocquentin, Jean & Melo, Janira (2006): ''Stupendemys souzai'' sp. nov. (Pleurodira, Podocnemididae) from the Miocene-Pliocene of the Solimões Formation, Brazil. ''Revista Brasileira de Paleontologia'' '''9'''(2): 187-192. [http://www.sbpbrasil.org/revista/edicoes/9_2/RBP9-2-Jean.pdf PDF fulltext]
* Cadena, E.-A.; Scheyer, T.M.; Carrillo-Briceño, J.D.; Sánchez, R.; Aguilera-Socorro, O.A.; Vanegas, A.; Pardo, M.; Hansen, D.M.; Sánchez-Villagra, M.R. (12 Feb 2020). "The anatomy, paleobiology, and evolutionary relationships of the largest extinct side-necked turtle". Science Advances. 6 (7): eaay4593. doi:10.1126/sciadv.aay4593.


== Note ==
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Versione delle 18:42, 24 feb 2020

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Come leggere il tassobox
Stupendemys
S. geographicus al AMNH
Stato di conservazione
Fossile
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Reptilia
Ordine Testudines
Famiglia Podocnemididae
Sottofamiglia Eymnochelyinae
Genere Stupendemys
Wood, 1976
Nomenclatura binomiale
† Stupendemys geographicus
Wood, 1976
Sinonimi

Caninemys
Meylan et al., 2009

Stupendemys (il cui nome significa "tartaruga stupenda") è un genere estinto di tartaruga podocnemidide di grandi dimensioni, vissuta nel Miocene superiore-Pliocene inferiore, circa 9-5 milioni di anni (Huayqueriano-Montehermosano), i cui fossili sono stati ritrovati nel Sud America settentrionale.[1][2] Il genere contiene una singola specie, ossia S. geographicus.

Descrizione

L'esemplare fossile più completo di Stupendemys, CIAAP-2002-01, consistente in un carapace, la cui lunghezza era stata originariamente stimata a 2,35 metri (7.7 piedi) di lunghezza[3] per una lunghezza totale di 3,3 metri (11 piedi) da completo, rendendolo una delle tartarughe più grandi che siano mai esistite, eguagliando persino il genere Archelon.[3] Tuttavia, il successivo studio di Cadena et al. (2020), ha rivisitato le stime su questo esemplare, prese sul campo quando ancora l'esemplare era incastonato nella matrice, stimando per il carapace 2,26 metri di lunghezza parasaggitale, 2,40 metri di larghezza mediana, per un peso di 1.145 kg. Nonostante questo ridimensionamento, Stupendemys rimane comunque la più grande tartaruga nota. Oggi, la più grande tartaruga d'acqua dolce che vive oggi nei Neotropici è la tartaruga Arrau (Podocnemis expansa), un pleurodira strettamente correlata a Stupendemys, sebbene la tartaruga Arrau misuri solo 75 centimetri (30 pollici). Le grandi dimensioni potrebbero essere un tratto ancestrale dei podocnemididi, essendo presenti anche in Carbonemys cofrinii e Podocnemis bassleri.[4]

Nonostante una forma di dimorfismo sessuale fosse già stata ipotizzata per Stupendemys, in cui i maschi erano più grandi delle femmine, i nuovi esemplari fossili dello studio di Cadena et al. (2020) mostrano che gli esemplari più grandi (i probabili maschi) possedevano, su ogni margine anterolaterale del carapace, delle vere e proprie corna, formate da un nucleo osseo coperto da uno strato di cheratina, non dissimile da quelle dei bovini. Tra le tartarughe strutture simili sono state ritrovate solo nella specie cretacica Anomalochelys angulata, di cui è stata proposta la funzione di protezione del grosso cranio. Date le dimensioni del cranio di Stupendemys è possibile applicare una funzione simile. Tuttavia, il fatto che siano state ritrovate sono in esemplari considerati maschi, potrebbero indicare che potessero anche essere usate negli scontri intraspecifici. La cicatrice allungata e profonda sul corno dell'esemplare CIAAP-2002-01 potrebbe essere interpretata come un segno di questi scontri.[5]

L'analisi istologica conferma che il ritmo di crescita di Stupendemys doveva essere simile a quello delle tartarughe più piccole, impiegando almeno 110 anni per raggiungere le dimensioni dei più grandi esemplari noti.[5]

Classificazione

Vista ventrale del piastrone di S. geographicus

Stupendemys era un tipico rappresentante dei pleurodiri, il più piccolo dei due sottordini attuali di tartarughe. Le sue parentele vanno ricercate all'interno del clade dei podocnemididi Eymnochelyinae[5], rendendo l'odierna Peltocephalus dumerilianus il suo parente vivente. La scoperta di una mandibola associata agli altri resti, ha permesso di stabilire che il genere Caninemys rappresenta un sinonimo di Stupendemys: difatti, le mandibole di podocnemididi note nella stesse regioni e risalenti allo stesso periodo differiscono dalla nuova mandibola di Stupendemy solo nelle dimensioni e nel grado di preservazione.[5]

Originariamente, il genere era noto per due specie: Stupendemys geographicus la specie tipo e la più robusta; i cui resti sono stati trovati nella Formazione Urumaco del Venezuela e nella Formazione Villavieja della Colombia, e Stupendemys souzai, leggermente più piccola e più snella, ritrovata nella Formazione Solimões nello stato di Acre, in Brasile.[2][6] Tuttavia, quest'ultima, già considerata dubbia da precedenti autori, è ora considerata un sinonimo della specie tipo.[5] Quindi S. geographicus risulta essere l'unica podocnemidide di grandi dimensioni nota dalla pan-Amazzonia del Miocene medio-superiore.

Paleobiologia

Dieta

Il cranio di Stupendemys, originariamente attribuito al genere Caninemys, rivela nuovi dettagli sulla sua alimentazione. La particolare morfologia del cranio aveva portato alcuni autori a ritenerla un'equivalente delle tartarughe azzannatrici odierne, capace di catturare prede di grandi dimensioni come pesci, piccoli caimani e serpenti, tramite un sistema di alimentazione a risucchio. L'analisi di Cadena et al. (2020) indica che Stupendemys avesse una dieta molto più generalizzata, che avrebbe potuto includere anche invertebrati dal guscio duro, e che tale generalizzazione avrebbe favorito il raggiungimento delle sue grandi dimensioni.[5]

Le tartarughe moderne sono estremamente importanti per la dispersione dei semi di molte piante, anche quelle in cui i frutti non costituiscono una parte importante della loro dieta. Tra queste figura anche Peltocephalus dumerilianus[7], il parente vivente più stretto di Stupendemys, che, con la sua enorme apertura boccale sarebbe stata in grado di ingoiare anche i più grandi frutti sudamericani. Pare infatti via sia una correlazione tra le dimensioni delle tartarughe e la quantità di frutta che mangiano, pertanto Stupendemys doveva essere un'elemento molto importante all'interno del suo ambiente.

Paleoecologia

Carapace di S. geographicus

Il peso di questa tartaruga doveva permetterle di rimanere a lungo sott'acqua. Tuttavia, a causa del suo peso Stupendemys non doveva essere una gran nuotatrice, dal momento che era incapace di muoversi nelle correnti rapide; è quindi probabile che evitasse fiumi dal corso stretto.[2] Si pensa che anche l'habitat in cui viveva abbia avuto un ruolo nel raggiungimento di tali dimensioni: fino al Miocene superiore il Sud America settentrionale ospitava i più grandi ecosistemi d'acqua dolce e litorali della sua storia geologica, connessi tra loro da una fitta rete di laghi e zone umide. Il luogo in cui sono stati ritrovati i resti di Stupendemys indicano un'areale vasto, che includeva zone fluviali e litorali, in cui S. geographicus doveva essere una specie comune.[2]

La Stupendemys è stata rinvenuta in siti ospitanti una ricca fauna fossile; grazie ai numerosi resti è stato possibile ricostruire l'intero ecosistema. Tra i numerosi animali acquatici vi erano pesci, tra cui pesci gatto, caracidi (Acregoliath rancii, Colossoma macropum), il dipnoo sudamericano Lepidosiren paradoxa, i cosiddetti trahira (Paleohoplias assisbrasiliensis), ma anche razze e squali di acqua dolce. Abbondavano anche i coccodrilli, come Charactosuchus fisheri e forme gigantesche quali Gryposuchus, Mourasuchus, Purussaurus e i nettosuchidi. È noto che almeno alcuni di questi coccodrilli attaccasse e si cibasse di Stupendemys, come dimostrato dal ritrovamento di un dente di caimanine sul carapace di un'esemplare.[5] Erano presenti anche altre tartarughe come Chelus colombiana[8] (un parente estinto dell'attuale mata mata) e Geochelone. Nelle acque vivevano anche delfini d'acqua dolce e l'anhinga "Anhinga" fraileyi.[2]

Tra gli animali terrestri che frequentavano la zona, vi erano numerosi mammiferi di grande taglia: bradipi terricoli (Acremylodon campbelli), notoungulati (Gyrinodon e Trigodon), i veloci proteroteriidi e un numero notevole di roditori giganteschi (Neoepiblema, Phoberomys, Potamarchus, Telicomys). Vi erano anche mammiferi più piccoli, come l'aluatta Stirtonia e il pipistrello Noctilio lacrimaelunaris.[2]

Si pensa che i cambiamenti nei sistemi fluviali in cui viveva questa specie, dovuti all'innalzamento delle Ande, iniziato nel Miocene medio, ne abbiano ridotto l'habitat portando alla scomparso di questo ecosistema e all'estinzione di Stupendemys all'inizio del Pliocene.[2]

Note

  • Bocquentin, Jean & Melo, Janira (2006): Stupendemys souzai sp. nov. (Pleurodira, Podocnemididae) from the Miocene-Pliocene of the Solimões Formation, Brazil. Revista Brasileira de Paleontologia 9(2): 187-192. PDF fulltext
  • Cadena, E.-A.; Scheyer, T.M.; Carrillo-Briceño, J.D.; Sánchez, R.; Aguilera-Socorro, O.A.; Vanegas, A.; Pardo, M.; Hansen, D.M.; Sánchez-Villagra, M.R. (12 Feb 2020). "The anatomy, paleobiology, and evolutionary relationships of the largest extinct side-necked turtle". Science Advances. 6 (7): eaay4593. doi:10.1126/sciadv.aay4593.

Note

  1. ^ R. C. Wood, Stupendemys geographicus, the world's largest turtle, in Breviora, vol. 436, 1976, pp. 1–31.
  2. ^ a b c d e f g Jean Bocquentin, Stupendemys souzai sp. nov. (Pleurodira, Podocnemididae) from the Miocene-Pliocene of the Solimões Formation, Brazil (PDF), in Revista Brasileira de Paleontologia, vol. 9, n. 2, 2006, pp. 187–192, DOI:10.4072/rbp.2006.2.02.
  3. ^ a b Stupendemys: Giant Amongst Mega-Turtles
  4. ^ (DE) Barry Cox, Dinosaurier und andere Tiere der Vorzeit, Gondrom Verlag, 2001, ISBN 3-8112-1138-2.
  5. ^ a b c d e f g The anatomy, paleobiology, and evolutionary relationships of the largest extinct side-necked turtle, in Science Advances, vol. 6, n. 7, 12 Feb 2020, DOI:10.1126/sciadv.aay4593.
  6. ^ J. Bocquentin, A cintura pélvica do quelônio Stupendemys (Podocnemididae, Podocnemidinae) proveniente do Mioceno superior-Plioceno do Estado do Acre, Brasil, in Acta Geologica Leopoldensia, vol. 20, n. 45, 1997, pp. 47–50.
  7. ^ (EN) ITIS Standard Report Page: {{{2}}}, in Integrated Taxonomic Information System. URL consultato il {{{3}}}.
  8. ^ Giant fossil matamata turtles (matamatas part V), su scienceblogs.com.

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