Mario Robotti: differenze tra le versioni

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Divenuto [[generale di corpo d'armata]] (anzianità del 1º gennaio 1941), dal 1º novembre 1940, sostituendo il generale [[Matteo Roux]], assunse il comando dell'XI Corpo d'Armata dislocato sulla frontiera orientale, detenendolo ininterrottamente sino al 15 dicembre 1942, partecipando all'invasione ed occupazione della Slovenia.
Divenuto [[generale di corpo d'armata]] (anzianità del 1º gennaio 1941), dal 1º novembre 1940, sostituendo il generale [[Matteo Roux]], assunse il comando dell'XI Corpo d'Armata dislocato sulla frontiera orientale, detenendolo ininterrottamente sino al 15 dicembre 1942, partecipando all'invasione ed occupazione della Slovenia.


Nella [[seconda guerra mondiale]] e in particolare durante l'[[invasione della Jugoslavia]] (iniziata il 6 aprile [[1941]]), il generale Robotti fu sempre al comando dell'XI Corpo d'Armata e funse da capo militare nella provincia annessa di [[Lubiana]], occupata dall'esercito regio; in tale veste fece rispettare scrupolosamente le istruzioni del generale [[Mario Roatta]] riguardanti i metodi di repressione ed istruì egli stesso le truppe a procedere con durezza contro la popolazione civile ritenuta complice dei partigiani<ref>Stevan K. Pavlowitch, ''Hitler's New Disorder : The Second World War in Yugoslavia'', New York, Columbia University Press, 2008 - ISBN 978-1850658955, p. 140-141 </ref>.
Nella [[seconda guerra mondiale]] e in particolare durante l'[[invasione della Jugoslavia]] (iniziata il 6 aprile [[1941]]), il generale Robotti fu sempre al comando dell'XI Corpo d'Armata e funse da capo militare nella provincia annessa di [[Lubiana]], occupata dall'esercito regio; in tale veste fece rispettare scrupolosamente le istruzioni del generale [[Mario Roatta]] riguardanti i metodi di repressione ed istruì egli stesso le truppe a procedere con durezza contro la popolazione civile ritenuta complice dei partigiani<ref>Stevan K. Pavlowitch, ''Hitler's New Disorder : The Second World War in Yugoslavia'', New York, Columbia University Press, 2008 - ISBN 978-1850658955, p. 140-141 </ref><ref>{{Cita libro|cognome=Osti Guerrazzi, Amedeo, 1967- author.|titolo=The Italian Army in Slovenia : strategies of antipartisan repression, 1941-1943|url=http://worldcat.org/oclc/859201830|accesso=2019-09-25|OCLC=859201830|ISBN=9781137281203}}</ref>.


Il 5 febbraio [[1943]] sostituì il generale Roatta stesso quale comandante della 2<sup>a</sup> Armata e della forza d'occupazione italiana in [[Jugoslavia]]<ref>Pavlowitch, p. 153</ref>.
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Mario Robotti
Nascita1882
Morte1955
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
GradoGenerale di corpo d'armata
GuerrePrima guerra mondiale
Seconda guerra mondiale
CampagneFronte jugoslavo (1941-1945)
Comandante diXI Corpo d'armata
2ª Armata
Decorazionivedi qui
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Mario Robotti (25 novembre 18821955) è stato un generale italiano.

Biografia

Piemontese, frequentò la Scuola Militare e fu nominato sottotenente dell'arma di fanteria nel 1903. Partecipò alla Grande Guerra.

Da colonnello comandò il 53º Reggimento fanteria "Umbria".

Promosso generale di brigata il 1º gennaio 1935, comandò la 10ª Divisione fanteria motorizzata "Piave" dal 12 novembre precedente.

Dal 1 luglio 1937, promosso generale di divisione, passò al comando della 3ª Divisione fanteria "del Monferrato" ad Alessandria, diventando poi Direttore dei servizi logistici presso il Ministero della Guerra dal 15 gennaio 1939 al 31 ottobre 1940, in piena seconda guerra mondiale.

Divenuto generale di corpo d'armata (anzianità del 1º gennaio 1941), dal 1º novembre 1940, sostituendo il generale Matteo Roux, assunse il comando dell'XI Corpo d'Armata dislocato sulla frontiera orientale, detenendolo ininterrottamente sino al 15 dicembre 1942, partecipando all'invasione ed occupazione della Slovenia.

Nella seconda guerra mondiale e in particolare durante l'invasione della Jugoslavia (iniziata il 6 aprile 1941), il generale Robotti fu sempre al comando dell'XI Corpo d'Armata e funse da capo militare nella provincia annessa di Lubiana, occupata dall'esercito regio; in tale veste fece rispettare scrupolosamente le istruzioni del generale Mario Roatta riguardanti i metodi di repressione ed istruì egli stesso le truppe a procedere con durezza contro la popolazione civile ritenuta complice dei partigiani[1][2].

Il 5 febbraio 1943 sostituì il generale Roatta stesso quale comandante della 2a Armata e della forza d'occupazione italiana in Jugoslavia[3].

All'atto dell'armistizio si sottrasse alla cattura e si ritiro' a vita privata.

Onorificenze

Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto n.289 del 24 dicembre 1942[4]
Commandatore dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 19 dicembre 1940[5]
Ufficiale dell'Ordine di San Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 14 gennaio 1938[6]
Commendatore dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 19 dicembre 1940[7]
Cavaliere dell'Ordine coloniale della Stella d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 28 dicembre 1933[8]

Note

  1. ^ Stevan K. Pavlowitch, Hitler's New Disorder : The Second World War in Yugoslavia, New York, Columbia University Press, 2008 - ISBN 978-1850658955, p. 140-141
  2. ^ Osti Guerrazzi, Amedeo, 1967- author., The Italian Army in Slovenia : strategies of antipartisan repression, 1941-1943, ISBN 9781137281203, OCLC 859201830. URL consultato il 25 settembre 2019.
  3. ^ Pavlowitch, p. 153
  4. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
  5. ^ Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n.178 del 30 luglio 1941, pag. 22.
  6. ^ Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n.228 del 5 ottobre 1938, pag.17.
  7. ^ Bollettino ufficiale delle nomine, promozioni e destinazioni negli ufficiali e sottufficiali del R. esercito italiano e nel personale dell'amministrazione militare, 1941, p. 83. URL consultato il 22 agosto 2019.
  8. ^ Bollettino ufficiale delle nomine, promozioni e destinazioni negli ufficiali e sottufficiali del R. esercito italiano e nel personale dell'amministrazione militare, 1933, p. 436. URL consultato il 22 agosto 2019.

Voci correlate

Collegamenti esterni