William Fox-Strangways, IV conte di Ilchester

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William Fox-Strangways

Sottosegretario di Stato agli affari esteri
Durata mandato1835 –
1840
MonarcaGuglielmo IV
Vittoria
PredecessorePhilip Stanhope, V conte Stanhope
SuccessoreGranville Leveson-Gower, II conte di Granville

Ambasciatore del Regno Unito in Germania
Durata mandato1840 –
1849
MonarcaVittoria
PredecessoreRalph Abercromby, II barone Dunfermline
SuccessoreHenry Wellesley, I conte Cowley

Dati generali
Suffisso onorificoConte di Ilchester
Partito politicoWhig
UniversitàChrist Church di Oxford

William Thomas Horner Fox-Strangways, IV conte di Ilchester (7 maggio 179510 gennaio 1865) è stato un politico e diplomatico inglese[1].

Era il figlio di Henry Fox-Strangways, II conte di Ilchester, e della sua seconda moglie, Maria Digby, figlia di William Digby. Fu educato alla Christ Church di Oxford.

Fox-Strangways ha servito come addetto alle ambasciate britanniche a San Pietroburgo, Costantinopoli, Napoli e L'Aia, come Segretario della Legazione a Firenze e Napoli e come Segretario dell'Ambasciata a Vienna[2].

Nel 1835 è stato nominato Sottosegretario di Stato agli affari esteri nel governo di Lord Melbourne, incarico che ha ricoperto fino al 1840. Nello stesso anno è stato nominato Ambasciatore del Regno Unito in Germaniainviato straordinario e ministro plenipotenziario presso la Confederazione tedesca[3], carica che ricoprì fino al 1849.

Nel 1858 succedette al fratellastro come conte di Ilchester ed entrò nella Camera dei lord.

Fu eletto membro della Royal Society nel marzo 1821[4].

Sposò, il 21 luglio 1857, Sophia Penelope Sheffield , figlia di Sir Robert Sheffield. Non ebbero figli.

Morì il 10 gennaio 1865 e gli succedette il nipote Henry Fox-Strangways. Tra il 1828 e il 1834 Fox-Strangways donò 37 dipinti italiani al Christ Church. Lì sono ancora mostrati nella Christ Church Picture Gallery. Ha anche lasciato altri 41 dipinti all'Ashmolean, tra cui il magnifico Caccia notturna di Paolo Uccello[5].

  1. ^ https://www.bbc.co.uk/programmes/b065x676
  2. ^ (EN) The London Gazette (PDF), n. 18993, 9 November 1832.
  3. ^ (EN) The London Gazette (PDF), n. 19836, 17 March 1840.
  4. ^ Library and Archive Catalogue [collegamento interrotto], su www2.royalsociety.org, Royal Society. URL consultato il 22 ottobre 2010.
  5. ^ Financial Times, 4 September 2010, Life & Arts page 14

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Controllo di autoritàVIAF (EN9402268 · ISNI (EN0000 0000 4265 5559 · CERL cnp01085786 · ULAN (EN500317865 · LCCN (ENno89013699 · GND (DE117306991