Vincenzo Jerace

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Vincenzo Jerace (Polistena, 5 aprile 1862Roma, 22 maggio 1947) è stato uno scultore e decoratore italiano.

La Statua del Redentore a Nuoro

Artista poliedrico affascinato dalle scienze naturali, si formò a Napoli dove fu accolto dal fratello maggiore Francesco, già affermatosi come scultore, e dove frequentò l'Istituto di belle arti. Le sue prime opere plastiche avevano per soggetto animali, tema al quale rimase sempre legato e che gli valse numerosi riconoscimenti sia a livello di critica che di premi. Presso l'acquario di Napoli ebbe modo di studiare i radiolari da cui prese ispirazione per alcuni lavori in stile liberty in marmo, in metallo o in ceramica. Anche nella realizzazione di decorazioni e di elementi architettonici fu fautore del liberty e curò, fin dalla progettazione, villa Pierce a Napoli, villa Imparato a Castellammare di Stabia e, a Londra, lo studio del pittore preraffaellita sir Frederic Leighton.[1]

Fu molto attivo anche nella statuaria monumentale. Si ricordano, in particolare, un imponente Leone d'Aspromonte, modello in gesso per un mai realizzato monumento a Garibaldi, che dopo essere stato esposto a Roma andò perduto[2]; il Redentore, in bronzo, commissionatogli dai nuoresi in occasione dell'anno giubilare del 1900[3] ed inaugurato il 29 agosto 1901 sul monte Ortobene[4]; il gruppo marmoreo Sinite parvulos[5] che si trova nel Forest Lawn memorial park di Cypress nel circondario di Los Angeles[6] e diversi monumenti ai caduti realizzati dopo la I guerra mondiale in vari paesi calabri.[7]

Un'altra sua specialità furono i lavori a sanguigna, tra i quali alcuni ritratti e studi preparatori di lavori più impegnativi come una pittura a fresco andata perduta, tratta dal poema Amori degli Angioli di Thomas Moore, di cui i bozzetti restano a testimonianza.

Viaggiò in Italia e in Europa, partecipando alla Triennale a Roma e alla Biennale di Venezia e di Milano ed esponendo le sue opere ad Anversa nel 1894, a Barcellona nel 1896, a Londra nel 1888 e nel 1910 a Parigi ed a Dresda.

Fu sposato due volte. La prima moglie, Luisa Pompeati, conosciuta a Trento nel 1890, morì circa dieci anni dopo le nozze, mentre l'artista lavorava alla statua del Redentore ed egli ne venerò il ricordo per tutta la vita.[8][9] Si risposò tuttavia nel 1917 con la veneta Pia Pischiutta.[5].

Pubblicazioni

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  1. ^ Scheda completa delle opere, su galleriailtriangolo.com.
  2. ^ Scheda biografica di Isabella Valente, su comune.polistena.rc.it (archiviato dall'url originale il 24 febbraio 2016).
  3. ^ Leone XIII proclamò l'anno santo secolare chiedendo ai cattolici di celebrarlo con 19 statue del Cristo, una per ogni secolo di cristianesimo, su stpauls.it (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
  4. ^ La festa del Redentore, su focusardegna.com (archiviato dall'url originale il 25 febbraio 2016).
  5. ^ a b Vincenzo Jerace in "Arte di Calabria tra Otto e Novecento: dizionario degli artisti calabresi nati nell'Ottocento" di Enzo Le Pera, su books.google.it.
  6. ^ (EN) Si confronti la foto presente nel libro di E. Le Pera di cui alla nota precedente con quella del monumento rinominato dagli americani "Per questi è il Regno dei Cieli", su clippercrew.com.
  7. ^ Si vedano le schede di 5 dei 12 monumenti ai caduti realizzati da Vincenzo Jerace [collegamento interrotto], su centenario1914-1918.it.
  8. ^ Si vedano le citazioni dal diario di Vincenzo Jerace., su orthobenessere.com.
  9. ^ cfr. lettera scritta nell'agosto del 1943 dallo scultore, su orthobenessere.com.

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