Vincenzo Giuffrida
Vincenzo Giuffrida | |
---|---|
Ministro delle poste del Regno d'Italia | |
Durata mandato | 4 luglio 1921 – 26 febbraio 1922 |
Monarca | Vittorio Emanuele III di Savoia |
Capo del governo | Ivanoe Bonomi |
Predecessore | Rosario Pasqualino Vassallo |
Successore | Giovanni Antonio Colonna di Cesarò |
Legislatura | XXVI |
Deputato del Regno d'Italia | |
Legislatura | XXV, XXVI, XXVII |
Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Titolo di studio | Laurea in Giurisprudenza |
Professione | funzionario amministrativo |
Vincenzo Giuffrida (Catania, 22 giugno 1878 – Roma, 8 marzo 1940) è stato un politico italiano, fu ministro delle poste e dei telegrafi nel Governo Bonomi I.[1].
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Figlio di Rosario, notaio cittadino, conseguì la laurea nel 1899, dedicandosi successivamente a studi di economia.
Non trovando impiego adeguato nel campo della ricerca, accettò l'assunzione nella pubblica amministrazione. Nel 1902 venne assunto dal Commissarriato per l'emigrazione, dove conobbe e divenne amico di Francesco Saverio Nitti.
La conoscenza con Nitti e l'interesse dei suoi studi sullo sviluppo sociale legato a quello economico, gli permisero di sviluppare, in collaborazione con lo stesso Nitti e Alberto Beneduce, il progetto di creazione, nel 1912, dell'INA Assitalia.
Con il consenso del presidente del Consiglio, Giovanni Giolitti, la nascita dell'istituto di assicurazione statale condusse Giuffrida a ricoprire il ruolo di direttore generale.
Allo scoppio della prima guerra mondiale venne incaricato di organizzare, nell'economia di guerra conseguente, l'approvvigionamento di scorte alimentari per la nazione.
Nelle elezioni politiche del 1919 fu eletto deputato a Catania, come esponente radicale in una lista liberal-socialista guidata dall'anziano Giuseppe De Felice Giuffrida. Nelle elezioni politiche del 1921 fu rieletto in una lista catanese forte di un ampio consenso, che mirava a raccogliere l'eredità di De Felice Giuffrida. Nelle elezioni politiche del 1924 fu uno dei principali esponenti di una lista di "Opposizione costituzionale", costituita da nittiani e socialriformisti, presente solo in Campania e Sicilia; essa riuscì comunque a far rieleggere deputato il Giuffrida che, dopo l'assassinio di Giacomo Matteotti, entrò nell'Unione Nazionale di Giovanni Amendola, partecipando all'Aventino, ma schierandosi fra coloro che propugnavano il ritorno al lavoro parlamentare. Fu dichiarato decaduto da deputato, insieme agli altri aventiniani, nella seduta del 9 novembre 1926.[2]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Un dispaccio straordinario per ricordare il Direttissimo 86 Archiviato il 24 giugno 2008 in Internet Archive.
- ^ Tornata di martedì 9 novembre 1926 (PDF), su storia.camera.it, Camera dei deputati, p. 6389-6394. URL consultato il 23 marzo 2015.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Nicola De Ianni, GIUFFRIDA, Vincenzo, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 56, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2001.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Vincenzo Giuffrida
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Vincenzo Giuffrida, su storia.camera.it, Camera dei deputati.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 30578442 · SBN RAVV053787 · BAV 495/121426 |
---|
- Deputati della XXV legislatura del Regno d'Italia
- Deputati della XXVI legislatura del Regno d'Italia
- Deputati della XXVII legislatura del Regno d'Italia
- Politici italiani del XIX secolo
- Politici italiani del XX secolo
- Nati nel 1878
- Morti nel 1940
- Nati il 22 giugno
- Morti l'8 marzo
- Nati a Catania
- Morti a Roma
- Ministri delle poste del Regno d'Italia
- Consiglieri di Stato (Italia)
- Governo Bonomi I
- Storia dell'assicurazione
- Istituto Nazionale Assicurazioni
- Deputati aventiniani