Utente:SilasDement/Sandbox

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SilasDement/Sandbox
StatoBandiera della Spagna Spagna
Fondazione1893 a Barcellona
Fondata daEmanuele Maucci
SettoreEditoria

Casa Editrice Maucci o Editorial Maucci è una casa editrice fondata nel 1892 a Barcellona, Spagna, dall’Italiano Emanuele Maucci (Battistini) e fu protagonista, nei primi decenni del ventesimo secolo di una formidabile espansione, nonché di uno straordinario successo in tutti i paesi ispano-americani.

Il fondatore Emanuele Maucci[modifica | modifica wikitesto]

La vita[modifica | modifica wikitesto]

Tomba di Emanuele Maucci, cimitero monumentale di Montjuic a Barcellona

Emanuele Maucci nasce nel 1850 a Parana, frazione di Mulazzo (MS) da Domenico e Brigida Battistini[1]. Rimasto orfano del padre, venditore ambulante in Francia, si dedica anch’egli, giovanissimo, al commercio, vendendo però libri, secondo una consolidata tradizione locale[2]. Nel 1868 tenta l’avventura in Argentina, a Buenos Aires, dove lo attende lo zio Giacomo, partito da Parana 15 anni prima. In Argentina svolge ogni tipo di lavoro[3], da operaio nella costruzione di strade e ferrovie, alla vendita ambulante di libri. Da Città della Plata, attratto dalle favorevoli condizioni offerte dal governo di Domingo Faustino Sarmiento si trasferisce a Buenos Aires dove apre la prima libreria della città (in Plaza Lavalle) e raccoglie un buon successo. Lo affiancano numerosi cugini e fratelli. Ad uno di questi, Giacomo, lascia l’attività e nel 1885, dopo un breve rientro in Italia, si trasferisce a Barcellona. Lì apre un deposito di libri e inizia la sua attività di editore. Forse a causa della forte concorrenza delle case editrici spagnole, intorno al 1889 si sposta in Messico. A Città del Messico apre l’ennesimo negozio di libri e lavora come libraio ed editore. Nel 1892 lascia l’impresa nelle mani del cognato e cugino Alessandro e con un nuovo trasferimento a Barcellona dà inizio alla terza fase, decisamente espansiva, della sua attività. Muore a Barcellona nel 1937 e viene sepolto nel cimitero monumentale di Montjuïc.

La tradizione dei librai lunigianensi[modifica | modifica wikitesto]

La Lunigiana e in particolare i paesi di Montereggio, Parana e Mulazzo, furono protagonisti fin dalle prime decadi del secolo scorso, di una forma di emigrazione del tutto particolare. Spinti dalla necessità di sopravvivere ad una terra povera e avara di occasioni, i più intraprendenti abitanti di quei luoghi si dedicarono all’attività dapprima di braccianti, poi di venditori ambulanti, dirigendosi verso il nord Italia, ma spesso anche varcando le Alpi verso Parigi e la Francia. Dal piccolo commercio di prodotti locali si passò in un primo momento alla vendita di pietre per affilare arnesi da taglio, (particolarmente richieste nelle zone agricole del Bresciano o del Veneto), in seguito si preferì offrire libri, almanacchi, lunari, piccole pubblicazioni, libretti di devozione, che potevano essere acquistate con pochi spiccioli e proposte, andando di cascina in cascina, di paese in paese, sempre a prezzi competitivi. Pur non sapendo spesso né leggere né scrivere riuscirono a captare e interpretare il gusto del pubblico, tanto da venire interpellati dagli stessi editori dai quali compravano fondi di magazzino e romanzi popolari (I reali di Francia, Il Guerin Meschino, Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno, le poesie del Giusti e altri del genere). Nella loro attività girovaga, venuti a contatto con esponenti della Carboneria e con seguaci delle idee mazziniane, si occuparono sporadicamente anche della vendita di opuscoli e libelli rivoluzionari (stampati per lo più in Svizzera) nello Stato Lombardo Veneto[4][5], senza tuttavia entrare a far parte della rete cospiratrice[6]. La vendita itinerante presentava vantaggi, quali la libertà di determinare le zone di vendita e i costi ridotti, ma si svolgeva all’aperto, spesso sotto le intemperie, col pericolo di perdere la merce e la fatica di spostarla da un luogo all’altro. Si allestirono così dei banchi stabili o bancarelle nei luoghi più centrali e frequentati di molte città, bancarelle che presto si trasformarono in librerie vere e proprie ed in catene di librerie, gestite da intere generazioni delle famiglie di origine lunigianense come i Tarantola, i Fogola, i Ghelfi, i Maucci, e i Bertoni. In ossequio a questa tradizione nel 1952 venne istituito a Pontremoli, (il più importante centro della Lunigiana) il Premio Bancarella[7], gestito interamente dai librai.

Contesto sociale[modifica | modifica wikitesto]

Barcellona fine secolo[modifica | modifica wikitesto]

L'attività dell'Editorial Maucci si colloca alla fine del diciannovesimo secolo. In seguito all’Esposizione Internazionale del 1888 e fino a quella del 1929, Barcellona visse un clima di attivismo e di prosperità economica. La fine del periodo coloniale aveva riportato in patria le grandi ricchezze degli emigranti spagnoli creando una borghesia decisa a modernizzare il paese e propensa ad investire in istruzione e attività artistico-ricreative, intenzionata a realizzare il recupero dell’identità e della cultura catalane[8]. Parallelamente la rivoluzione industriale aveva richiamato dalle campagne masse sociali ambiziose e determinate a migliorare la loro situazione economica anche attraverso la ricerca di una migliore educazione. La confluenza di interessi letterari, linguistici, culturali, ideologici e commerciali, unitamente alle tendenze politiche separatistiche e anarchiche contribuì a creare uno spazio favorevole per lo sviluppo di nuove case editrici di tipo non convenzionale[8] e un clima accogliente verso ogni tipo di pubblicazione o rivista.

L'espansione[modifica | modifica wikitesto]

A partire dal 1892, suo anno di nascita[9], la Casa Editorìal Maucci conosce uno sviluppo rapido e considerevole. Nel 1901,quando viene inaugurata un'altra struttura in Calle Mallorca,(una strada del distretto di Eixample a Barcellona), una rivista del ramo dedica un articolo che descrive minuziosamente le capacità dell’azienda e a sua forza produttiva: circa 300 opere pubblicate tra traduzioni e originali, per un totale di 400 volumi diversi, produzione annuale che si calcola in un milione di volumi da una peseta, 240.000 libri a trimestre o 80.000 mensili. Di questa produzione un terzo è riservato alla penisola iberica, il resto si divide tra America Latina e Filippine[10]. Trent’anni più tardi era cresciuta ulteriormente. Aveva acquistato una linotipia, una delle prime introdotte in Catalogna, aperto una succursale a Madrid e ampliato le dimensioni del corpo della fabbrica che occupava ora circa 4000 metri quadrati e si era dotata di una propria officina grafica. I 300 titoli del 1901 si erano moltiplicati e includevano quelli delle case editrici assorbite, la M. Domènech e la Henrich y Cia. In Particolare, incorporando la Doménech aveva assunto la prestigiosa collezione Artes y Letras[11]

La fortuna[modifica | modifica wikitesto]

Fin dal primo momento la produzione della Casa Editorial Maucci si basò sulla decisione di stampare due tipi di libro[12], a seconda del pubblico cui era destinato: un libro ben rilegato, stampato su carta di buona qualità, con impaginazione attraente destinato a biblioteche private e pubbliche, ed un prodotto modesto, spesso stampato su carta da giornale, pensato per lettori con risorse economiche limitate, formato ridotto e prezzo decisamente più basso, compensato da larghe tirature. Le nuove tecniche di stampa rendevano fondamentali le illustrazioni, in genere tre in bianco e nero nei punti salienti del libro e una colorata, accattivante come copertina. La loro presenza rendeva più semplice e più comprensibile la lettura. Attraenti e colorate erano anche le locandine che in formato più grande riprendevano le copertine dei libri in vendita, sapientemente esposte nelle vetrine delle librerie. Altra trovata pubblicitaria consisteva nell’annunciare l’imminente pubblicazione di un libro tramite piccoli trafiletti su giornali e riviste o all’interno dei testi già editi. Oltre a questa intuizione di partenza, la Casa Editrice seppe guadagnarsi il sostegno ufficiale delle agenzie governative e l’appoggio della borghesia catalana, con una politica aperta all’innovazione tecnologica. Tuttavia la grande fortuna della Casa Editorial Maucci sta nell’aver intercettato e dato una risposta alla grande richiesta di libri pubblicati in spagnolo, nei paesi delle ex colonie americane. In questo fu fondamentale la capillare rete commerciale delle filiali nelle Americhe (Argentina, Messico, Perù, Cuba, Uruguay), tutte gestite da fratelli, cugini, nipoti Luigi, Carlo, Battista, Giacomo, Alessandro, in grado non solo di distribuire ma di stampare a loro volta in paesi in cui le case editrici erano rarissime o inesistenti. Sulla copertina del libro Historia negra di Juan de Urquia pubblicato nel 1899 compaiono distintamente le diciture Casa Editorial Maucci: Barcelona, Maucci Hermanos: Buenos Aires e Maucci Hermanos: Mèxico[13].

La produzione[modifica | modifica wikitesto]

Traduzione dell'Amleto di Shakespeare, curata e prodotta dall' Editorial Maucci

Gli ultimi cataloghi della Casa Editorial Maucci (1931-1935) mostrano circa 2500 titoli di un migliaio di autori, distribuiti in una quarantina di collane, tutte in castigliano. Prevalgono per tre quarti le opere di narrativa, il resto annovera le tematiche più eterogenee. Spiccano filosofia e sociologia, di difficile gestione dal punto di vista ideologico, con collane che riprendono teorie anarchico-libertarie (Reclus, Marx, Kropotkin,Proudhon) classici del libero pensiero come Voltaire e Diderot, dottrine sociali avanzate (Stuart Mill, Herbert Spencer.Non mancano collane su medicina, magia, bianca e nera, spiritismo, occultismo, materiale scolastico e libri universitari, dizionari e persino testi di divulgazione sessuale (Biblioteca Verde). Tra le collane di maggior successo “Grandes maestros” e “Grandes Pensatores” che comprendevano i classici della letteratura europea, da Cervantes a Shakespeare a Stevenson. da Dostoievski e Tolstoi a Dumas, Flaubert, Zola. Tra gli italiani i più pubblicati furono Dante, Boccaccio, De Amicis, Fogazzaro, Motta e Salgari. Il record di pubblicazioni (138) spetta però a Carolina Invernizio, regina del romanzo d'appendice italiano. In catalogo sono presenti anche quattro collane di teatro, delle quali la più importante Teatro Mundial comprende circa 200 titoli. Il nucleo più consistente, con centinaia e centinaia di opere, è rappresentato dal romanzo o novela[14], nelle sue articolazioni:

  • Novela curta, romanzo breve che veniva generalmente venduto a prezzo contenuto.
  • Novela universal, che raccoglieva i grandi classici della letteratura.
  • Novela poliziesca, quest’ultima ebbe la sua migliore espressione nella “Coleccion Amarilla” (In italiano "Giallo") composta da 51 volumi a tema poliziesco o misterioso, nata in seguito all’acquisizione dei diritti di alcuni titoli pubblicati in Italia da Mondadori nella sua collana “I Gialli”.

Le traduzioni[modifica | modifica wikitesto]

Le traduzioni delle opere straniere erano il punto debole di molte case editrici dell’epoca. Risultavano spesso poco curate, frettolose e mal retribuite. Spesso, per esigenze di spazio venivano pubblicate opere lacunose e incomplete. La Casa Editorial Maucci non sfugge a questa accusa da parte della critica contemporanea, ma accanto a traduttori mediocri si avvale anche dei migliori, scrittori e intellettuali dell’epoca come Carmen de Burgos (che tradusse molte opere di Salgari) Ramon Maria del Valle Inclàn (che tradusse opere di Matilde Serao e Alessandro Dumas), Leopoldo Alas,(che tradusse Zola), Augusto Riera (Dannunzio, De Amicis, Tolstoi)[15].

Principali successi editoriali[modifica | modifica wikitesto]

Tra le opere più gradite a i lettori, che lo attendevano avidamente da un anno all’altro, veniva pubblicato l’Almanacco Illustrato Ispano-Americano[16], una raccolta di articoli e accattivanti illustrazioni, mentre grandissima diffusione, a giudicare dal numero di ristampe e di copie ancora in circolazione ebbero le raccolte o antologie di poesie destinate al mercato delle ex colonie. Queste, dette Parnasos, che potevano avere carattere nazionale (parnaso argentino, cileno ecc...) o globale, raggruppavano poesie di autori giovani, poco noti, che difficilmente riuscivano a conquistare la fiducia degli editori[17]. Non esisteva un solo modello codificato, alcuni erano esteticamente ricercati altri venivano stampati su carta da giornale, la maggior parte erano tascabili con disegni floreali o bucolici sulla copertina. Spesso recavano un prologo che ne esaltava la novità o le difficoltà affrontate nel diffondere una poetica alternativa alla tradizione.

Temi trattati nei Parnasos[modifica | modifica wikitesto]

I temi trattati esaltavano la libertà e l’unità delle nuove repubbliche americane. Pubblicati a partire dalla prima decade del ventesimo secolo vennero presto a contrapporsi all’opera del famoso studioso spagnolo Marcelino Menendez Pelayo “The Antologyof Hispano-American poets” (Madrid 1883-1895), opera commissionata in occasione del IV centenario della scoperta dell’America. Marcelino Menendez Pelayo ribadiva la superiorità degli autori spagnoli, esprimeva giudizi caustici e spezzanti nei confronti dei giovani poeti repubblicani e delle loro nuove correnti poetiche-estetiche. I Parnasos rappresentarono l’io lirico di poeti di 20 nazioni, Antille, Argentina, Bolivia, Brasile, Centroamerica, Cile, Costa Rica, Equador, Cuba, Filippine, Guatemala, Messico, Nicaragua, Panama, Perù, Puerto Rico, Repubblica Dominicana, El Salvador, Uruguay, Venezuela.

Critiche e riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

La Casa Editorial Maucci godette di molta considerazione presso i contemporanei. Un articolo pubblicato sul Correo de los libros del 25 maggio 1937, in occasione della morte di Emanuele Maucci afferma che la casa editrice, presente a Barcellona da parecchi lustri, non necessita encomi o presentazioni, perché da tutti conosciuta, in tutta la Spagna e l’America; riconosce al defunto il ruolo fondamentale di divulgatore e promotore della cultura tra le masse, grazie alla democratizzazione del sapere garantita dai libri economici. Meno favorevole il giudizio degli studiosi: Il bibliografo Antoni Palau i Dulcet nel suo Memoires d’un libbreter Catalò del 1935 non perdona la pubblicazione della collana dei 138 romanzi di Carolina Invernizio, ritenendola letteratura di serie B, destinata ad un pubblico incolto e destinato a rimanere tale. Altre critiche si riferiscono a traduzioni carenti o mettono sotto accusa le copertine di dubbio gusto, volgari e allusive atte a sedurre e monopolizzare i lettori. Dalla dicitura riportata su molti dei libri stampati si apprende che la Casa Editorial Maucci venne insignita di numeros premi: medaglia d’oro alle esposizoni di Vienna del 1903[18][19], di Madrid e Budapest nel 1907, Londra, e Parigi nel 1913, Buenos Aires nel 1910. La Maucci Hermanos messicana ricevette nel 1900 la medaglia d’oro dell’Ateneo di Lima e La casa Editora Maucci Hermanos Buenos Aires ottenne la medaglia d’argento alla Esposizione di Torino del 1911.

Periodo finale[modifica | modifica wikitesto]

La morte del fondatore, nel 1937 coincise con la fine della fortuna della casa editrice. Negli anni della guerra civile fu confiscata e occupata, prima dalle forze franchiste, poi dall'editoria anarchica Tierra y Libertad. Gli eredi Maucci ne recuperarono la proprietà solo nel 1939 e ne proseguirono l’attività in forma ridotta, stampando e rieditando opere in catalogo fino al 1960[20] circa.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ I Librai pontremolesi (storia esemplare di un mestiere meraviglioso), G.B.Martinelli, Tarka Edizioni, 2014, da pag 78 a pag 88, ISBN 978-88-98823-48-2
  2. ^ Libri e Destini (la cultura del libro in Lunigiana nel secondo millennio), Loris G. Bononi, Maria Pacini Fazi editore, pag 234-235, ISBN 88-7246-446-3
  3. ^ "Correo de los libros, Ha muerto Maucci, el editor," 25 maggio 1937
  4. ^ Luigi Campolonghi, Pontremoli, una cittadina italiana tra 1880 e il 900, TARKA editore, 13 ottobre 2014, ISBN 978-8898823390
  5. ^ Il Campanone, almanacco pontremolese, 1940, autori vari
  6. ^ I Librai pontremolesi (storia esemplare di un mestiere meraviglioso), G.B.Martinelli, Tarka Edizioni, 2014, pag 68-69, ISBN 978-88-98823-48-2
  7. ^ "Hanno nella valigia i cavalieri antichi", Orianna Fallaci da Epoca, 6 settembre 1952, L’ARTICOLO DI ORIANA FALLACI SUI LIBRAI DI MONTEREGGIO
  8. ^ a b Jordie Castellanos, Mercat del llibre y cultura national 1882-1925, Els Marges, Ottobre 1996, da pag 5 a pag 38
  9. ^ Gaceta de los Artes graficas, 1 Marzo 1934, pag 26, conservata in emeroteca digitale della BNE (Biblioteca nazionale spagnola)
  10. ^ Contijoch, El ramo editorial y la casa Maucci, Revista Grafica, 1901-1902, da pag 95 a pag 98
  11. ^ Noticias de la Biblioteca "Arte y Letras" (Barcelona, 1881-1898) / Borja Rodríguez Gutiérrez | Biblioteca Virtual Miguel de Cervantes
  12. ^ Francisco Garcia Fuster, "Manuel Maucci 1850-1937",Biblioteca Virtual Miguel de Cervantes, 2015
  13. ^ Emanuele Maucci, andanzas de un librero y editor por el mundo, Le tracce del passato nella cultura italiana contemporanea, vol 1, Yolanda Romano Martin, Ediciones de la Universitad de Murcia, 2013, ISBN 978-84-15463-98-6
  14. ^ Manuel Llanas, "Casa editorial maucci (Barcelona, 1892-1966?)" Biblioteca Virtual Miguel de Cervantes,2016
  15. ^ Manuel Llanas,"Notes sobre l'Editorial Maucci y les seves traduccions", Quaderns: revista de traducciò nº8, 2002, Universitat Autonoma de Barcelona
  16. ^ Emanuele Maucci, andanzas de un librero y editor por el mundo, Le tracce del passato nella cultura italiana contemporanea, vol 1, Yolanda Romano Martin, Ediciones de la Universitad de Murcia, 2013, ISBN 978-84-15463-98-6
  17. ^ Leona Martin, Entre la "Antologia de poetas hispano-americanos de Marcelino Menendez Pelayo y Los parnasos de la editorial maucci",Ciber Letra, revista de critica literaria y de cultura nº15, 2006
  18. ^ La Dinastia, Barcelona,3 Novembre 1903, pag 2, emeroteca digitale BNE
  19. ^ Pluma y la piz, 3 Luglio 1904, nº192, pag 28
  20. ^ Manuel Llanas, "Casa editorial maucci (Barcelona, 1892-1966?)" http://www.cervantesvirtual.com/nd/ark:/59851/bmc6m561, Biblioteca Virtual Miguel de Cervantes,2016

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]