Utente:Serena Mosso/Sania Nishtar

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Sania Nishtar at the World Economic Forum on India 2012
Sania Nishtar at the World Economic Forum on India 2012

Sania Nishtar (Peshawar, 16 febbraio 1963) è un'attivista, politica cardiologa pakistana.

Nel 2021 è l'Assistente speciale del Primo Ministro del Pakistan per la riduzione della povertà e la sicurezza sociale, e ricopre la carica di Ministro federale e Presidente della Benazir Income Support Program (BISP). Nel 2013 ha fatto parte del gabinetto federale ad interim e si è occupata di salute pubblica, istruzione e scienza[1].

Nishtar ha copresieduto la Commissione di alto livello dell'Organizzazione mondiale della sanità sulle malattie non trasmissibili insieme ai presidenti di Uruguay, Finlandia e Sri Lanka[2]. Fa parte della Global Agenda Council del World Economic Forum, che si occupa del futuro della sanità[3], e co-presiede lo studio globale della statunitense National Academy of Sciences sulla qualità dell'assistenza sanitaria nei Paesi a basso e medio reddito[4]. Inoltre presiede il Comitato consultivo internazionale dell'Istituto internazionale delle Nazioni Unite per la salute globale[5]; è membro del Comitato consultivo internazionale sulla salute globale del governo federale tedesco[6].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Dopo aver frequentato la facoltà di medicina al Khyber Medical College, si laurea nel 1986 col il voto più alto della sua classe[7] e viene ammessa nel College of Physicians Surgeons of Pakistan; nel 1994 entra a far parte del Pakistan Institute of Medical Sciences dove lavora come cardiologa per tredici anni, durante i quali ottiene due anni sabbatici per lavorare al Guy's Hospital di Londra e per seguire il dottorato in Medicina presso il King's College di Londra[8]. Diventa componente del Royal College of Physicians nel 2005[9]; nel 2019 il Kings College di Londra le conferisce un dottorato Honoris Causa in Scienze. [10]

Nel 1998 fonda Heartfile, un think tank con sede a Islamabad[11] che analizza le politiche pubbliche con lo scopo di ottenere una copertura sanitaria universale in Pakistan e in altri Paesi in via di sviluppo; dal 2014, è co-presidente della Commissione dell'OMS per porre fine all'obesità infantile e fa anche parte del consiglio di amministrazione dell'Istituto per la salute globale dell'Università delle Nazioni Unite. [12]

È la nipote di Sardar Abdur Rab Nishtar, una figura di spicco nella politica pakistano[13].

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Medicina[modifica | modifica wikitesto]

Dopo diversi anni passati come cardiologa presso il Pakistan Institute of Medical Sciences, nel 1999 fonda Heartfile, un think tank con sede a Islamabad[11] finalizzato ad analizzare le politiche pubbliche con lo scopo di ottenere una copertura sanitaria universale in Pakistan e in altri Paesi in via di sviluppo. Nel 2007 fonda Heartfile Health Financing, un programma di protezione sanitaria i pazienti poveri [14] [15] [16] che è stato inserito nella Clinton Global Initiative nel 2008[17] nel 2012[18] e nel 2013[19] [20] [21]. Ha anche fondato il Pakistan's Health Policy Forum, una piattaforma politica della società civile per esperti sanitari, che ha ottenuto contributi da importanti sostenitori della salute globale tra cui Seth Berkley, Sir George Alleyne, Mark Dybul e Naresh Trehan.

Politica[modifica | modifica wikitesto]

In qualità di Assistente Speciale per la Riduzione della Povertà e per le Reti di Sicurezza Sociale, carica che ricopre dal 2019 sotto il primo ministro Imran Khan[22] guida il lancio di Ehsaas (un pionieristico programma multisettoriale per la riduzione della povertà e il benessere per il Pakistan)[23].

È stata Ministro federale del Primo ministro Mir Hazar Khan Khoso durante il governo ad interm del 2013, come responsabile della Scienza e tecnologia, Istruzione e delle Tecnologie dell'informazione e Telcom.[24]. Ha sostenuto la creazione del Ministero della Salute pakistano[25]. Ha incentrato le sue politiche sulla promozione dello sviluppo e del collegamento tra istruzione, mondo accademico e imprenditori[26], sull'informatica e il settore delle telecomunicazioni[27].

Nel 2015, il governo pakistano l'ha candidata per la carica di Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, dopo il mandato di António Guterres; l'incarico alla fine è andato all'italiano Filippo Grandi. [28]

Nel 2016 il governo pakistano l'ha candidata a succedere a Margaret Chan come direttrice generale dell'OMS[29]. La sua candidatura è stata "accolta con favore" dall'Organizzazione per la cooperazione islamica, ha ricevuto un ampio sostegno dalla società civile[30] [31] e da associazioni femminili[32]. Tra i sostenitori della ua candidatura ci sono stati Sharmeen Obaid-Chinoy[33], molti esperti internazionali[34] e personalità come George Alleyne, la principessa Dina Mired di Giordania[35], Musimbi Kanyoro[36], Robert e Ruth Bonita[37]. Le elezioni finali del maggio 2017 sono state però vinte da Tedros Adanhom Ghebreusus.

È stata presidente del comitato sanitario di Aman ki Asha[38], una campagna per promuovere la pace tra India e Pakistan[39] [40]. In qualità di membro del Pakistan Chapter of the Partners for a New Beginning, Aspen Institute, [41] [42] e in qualità di membro del Global Advisory Council della Pakistan American Foundation [43] e della US-Muslim Engagement Initiative [44] ha sostenuto un più ampio impegno tra Stati Uniti e Pakistan, volto al miglioramento delle condizioni sociali in Pakistan.

Difesa del diritto alla salute[modifica | modifica wikitesto]

Si è occupata soprattutto di governance del settore sanitario. Come volontaria ha contribuito al rafforzamento dei sistemi sanitari del Pakistan. È autrice del primo compendio delle statistiche sanitarie del Pakistan e del primo piano nazionale di sanità pubblica del paese per le malattie non trasmissibili[45]. il suo libro Choked Pipes, un'analisi dei sistemi sanitari del Pakistan, è diventato un riferimento per la politica sanitaria del Paese[46].

È componente di molte iniziative sanitarie in Pakistan e di molti comitati e iniziative nazionali e internazionali[47]. Nel 2020 è stata un componente dell'Asia Society Task Force sul Pakistan [48] e in precedenza ha diretto la Islamabad Electronic Suppy Compan[49], fa parte del Consiglio consultivo economico del Pakistan[50]. Ha collaborato con molte agenzie internazionali a vario titolo ed è stata consulente temporaneo per l'Organizzazione mondiale della sanità[51] [52]

Incarichi[modifica | modifica wikitesto]

  • WHO Alliance for Health Policy and Systems Research (AHPSR), membro del consiglio [53]
  • Commissione dell'OMS per porre fine all'obesità infantile, copresidente [54]
  • Eastern Mediterranean Health Journal, [55] componnte dell'Editorial Board
  • Fondazione EAT, componente del comitato consultivo [56]
  • World Economic Forum, componente del Global Agenda Council [57] [58]
  • Iniziativa Health Global Challenge, componente del consiglio di fondazione
  • Clinton Global Initiative, componente del consiglio di fondazione
  • Scaling Up Nutrition Movement, componente del gruppo guida (dal 2016, nominato dal segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ) [59]
  • The Lancet, componente dell'International Advisory Board on Global Health [60]
  • Journal of Pharmaceutical Policy and Practice, [61] componente dell'Editorial Board
  • componente della Lancet and Rockefeller Foundation Commission on Planetary Health [62] e della Lancet and Harvard Commission on Pain and Palliative Care; [63]
  • fa parte del Comitato direttivo dell'Emerging Markets Symposium, [64] un'iniziativa del Green Templeton College, Università di Oxford
  • componente del Consiglio dell'Istituto Internazionale per la Salute Globale dell'Università delle Nazioni Unite. [65]

Ha anche partecipato a diversi tavoli diplomatici, tra cui:

  • Gavi, the Vaccine Alliance, membro del consiglio di amministrazione (2015-2016), [66] (in precedenza presidente del comitato consultivo di valutazione) [67]
  • Unione internazionale per la promozione della salute, [68] membro del consiglio di amministrazione
  • World Heart Federation (WHF), componente del consiglio
  • Fondazione WHF, presidente del comitato consultivo (2003-2006) [69]

Ha presieduto la campagna per la Giornata mondiale del cuore nei primi anni della sua fondazione, [70] [71] la campagna "Go Red for Women" nel 2004, [72] e il gruppo di esperti sulle donne e le malattie cardiache dal 2007 in poi; [73] è stata anche membro della Ministerial Leadership Initiative for Global Health, [74] e ha fatto parte del gruppo di lavoro sul settore privato nei sistemi sanitari istituito da Results for Development e dalla Rockefeller Foundation.

  • componente del comitato di redazione della Dichiarazione di Mosca sulle malattie non trasmissibili nel 2011, [75]
  • ha presieduto il comitato di redazione della Dichiarazione di Venezia dell'OMS sulle iniziative sanitarie globali e sui sistemi sanitari nel 2009 [76]
  • componente dei comitati consultivi internazionali della Dichiarazione di Osaka [77] e della Dichiarazione di Victoria sulle malattie cardiovascolari. [78]

Scritti[modifica | modifica wikitesto]

Il suo libro Choked Pipes è stato pubblicato dalla Oxford University Press nel 2010 [79] e l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha scrittto che esso "inaugura una nuova scienza dei sistemi sanitari" [80]; il Preside della Harvard School for Public Health lo definisce un "brillante programma di riforme" è stato recensito da diversi periodici autorevoli[81] [82] [83] [84]. È anche autrice del libro Chapters e collabora regolarmente con The News International [85] e Huffington Post; ha anche contribuito al Wall Street Journal [86] e al Project Syndicate [87]. È stata anche editrice della Pakistan Lancet Series[88], pubblicata nel 2013[89].

Libri e capitoli di libri[modifica | modifica wikitesto]

  • Sania Nishtar, 68, in Frenk (a cura di), To Save Humanity, Oxford, Oxford University Press, 29 May 2015, ISBN 9780190221546.
  • Sania Nishtar, Choked Pipes: Reforming Pakistan's Mixed Health System, 2010, ISBN 978-0-19-547969-0.978-0-19-547969-0
  • Johanna Ralston e Sania Nishtar, NCDs and Civil Society: A History and a Roadmap, in Global Handbook on Noncommunicable Diseases and Health Promotion, 2013, pp. 411–415, DOI:10.1007/978-1-4614-7594-1_27, ISBN 978-1-4614-7593-4.978-1-4614-7593-4
  • Sania Kishtar, Prevention of Coronary Heart Disease in South Asia. Heartfile e SAARC Cardiac Society.ISBN 969-8651-00-4. Islamabad, Pakistan.
  • Sania Kishtar, Partenariati pubblico-privato nel settore sanitario: un invito all'azione. The Commonwealth Health Ministers Book; 2007. [90]

Premi[modifica | modifica wikitesto]

  • Menzionata nella Top-20 List of "Most Influential Women in Science in the Islamic World" dalla Muslim Scientists List nel 2014. [96]
  • Dottorato Honoris Causa in Scienze nel 2019 [10]
  • È nella lista delle 100 donne della BBC annunciate il 23 novembre 2020. [97]

Note[modifica | modifica wikitesto]

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  97. ^ (EN) BBC 100 Women 2020: Who is on the list this year?, in BBC News, 23 novembre 2020. URL consultato il 23 novembre 2020.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]


[[Categoria:Persone viventi]] [[Categoria:Studenti del King's College London]] [[Categoria:Nati nel 1963]]