Utente:Pietro Di Fontana/Sandbox8

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Pietro Fontana
NascitaCagliari, 13 novembre 1857
MorteIglesias, 21 dicembre 1932
Luogo di sepolturaCimitero storico di Iglesias
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataBandiera dell'Italia Regio Esercito
Anni di servizio1877-1918
Grado Maggiore
Decorazionivedi pagina
Altre carichepolitico
Stato di Servizio Pietro Fontana - Regio Esercito Italiano
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Pietro Fontana (Cagliari, 13 novembre 1857Iglesias, 21 dicembre 1932) è stato un militare e politico italiano; Maggiore del Regio Esercito Italiano, fu sindaco di Iglesias per un totale di dieci anni.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

I primi anni[modifica | modifica wikitesto]

Di origini nobiliari, Pietro Fontana nacque a Cagliari il 13 novembre 1857 figlio di Luigi Fontana e Giuseppa Sanna[1].

Ad Iglesias frequentò le scuole elementari per poi conseguire il diploma di capominatore presso l'Istituto Tecnico e Minerario "Giorgio Asproni" nel 1876[2].

Lavorò attivamente nell’ambito minerario sia regionale che nazionale che estero[3], dapprima come chimico per conto della società francese Le Vieille Montagne e dirigendo i lavori di esplorazione nel campo di ricerche minerarie di Muragiu, presso Bosa, fino al 1879, per poi lavorare come ispettore dei lavori per la società inglese Hayreanes Robinson per la miniera di Medey vicino Costantina, in Algeria, tra il 1880 e il 1881, e successivamente, nel 1884, presso la miniera di Genna Rutta e Terras Collu, contemporaneamente ai lavori topografici affidatigli dal Comune di Santadi e all’incarico di ispettore del dazio consumo di Iglesias[2][4] Questo impegno durò fino al 1892, anno in cui decise di farsi libero professionista per dedicarsi completamente alla città d’Iglesias[2][4][5].

vita militare[modifica | modifica wikitesto]

Nel 27 ottobre 1877 diventa Soldato di leva in 3° categoria nella Milizia Territoriale del Distretto di Cagliari e lasciato in congedo illimitato[1]. Con Regio Decreto 20 gennaio 1884 viene promosso Sottotenente nella Milizia Territoriale, 315° Battaglione Fanteria del Distretto di Cagliari, prestando giuramento di fedeltà a Cagliari il 26 febbraio dello stesso anno[1]. Dal 26 agosto al 14 settembre 1884 interviene volontariamente al corso d'istruzione[1].

Con lo stesso grado viene trasferito al 318° Battaglione Fanteria Distretto di Cagliari per Determinazione Ministeriale nel 1888 e nello stesso, per Regio Decreto, viene promosso al grado di Tenente[1].

Viene poi trasferito il 31 dicembre 1893 nel 320° Battaglione Fanteria Distretto di Cagliari per Determinazione Ministeriale, dove rimane anche l'8 dicembre 1898 con le stesse modalità[1]. In tale unità, per Regio Decreto il 4 giugno 1903 viene promosso a Capitano, posto in riserva poi, con tale grado e tale modalità, il 2 dicembre 1909[1].

Richiamato alle armi in occasione della Grande Guerra, il 29 marzo 1915 gli viene conferita la qualifica di Primo Capitano e il 9 maggio dello stesso anno viene promosso al grado di Maggiore. Nello stesso anno, viene considerato come richiamato in servizio dall'8 maggio fino al 23 novembre[1]. Al termine della campagna, il 18 dicembre 1918, viene ricollocato in congedo[1].

Il 21 ottobre 1923 cessa di appartenere alla riserva per ragione d'età ma conservando il grado con la relativa uniforme[1].

Divenne poi Presidente locale dell'unione nazionale ufficiali in congedo d'Italia e fondò, sulla scia di Giuseppe Garibaldi, prima società mandamentale di tiro a segno della Sardegna nel 1885[6][7][2][4][5][8]

Membro della massoneria italiana nella Loggia "Ugolino" di Iglesias[9][10], il 9 giugno 1889 partecipa con la sua Società Operaia ed il suo Tiro a Segno all'inaugurazione solenne della statua di Giordano Bruno in Campo dei Fiori, a Roma. Nel banchetto che ne segue terrà un discorso in cui augurerà persino l'inaugurazione di una seconda statua direttamente in Vaticano[11].

incarichi pubblici[modifica | modifica wikitesto]

Pietro Fontana

Sindaco di Iglesias
Durata mandato1899 –
1902
MonarcaUmberto I
Vittorio Emanuele III
PredecessoreAngelo Perpignano
SuccessoreGiuseppe Marcello

Durata mandato1907 –
1912
MonarcaVittorio Emanuele III
PredecessoreFrancesco Melis Mameli
SuccessoreGiuseppe Manno

Dopo esser stato svariati anni consigliere comunale[7] vinse le elezioni del 1899 divenendo il 30 ottobre Sindaco di Iglesias, carica che mantenne fino al 1902 e che riacquistò poi in un secondo mandato dal 1907 al 1912. Come componente del comitato nazionale dei Sindaci d'Italia tenne a Roma un discorso ufficiale di fronte al Re d'Italia, occasione durante la quale gli venne conferito il titolo di Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia, ordine cavalleresco di Casa Savoia[7].

In questo periodò acquistò anche altri incarichi come quello di consigliere provinciale e membro della commissione censuaria comunale nonchè membro anziano del consiglio della scuola mineraria della città, che riuscirà a far rivalutare non solo a livello nazionale ma anche a livello internazionale portandola, sconfitte Agordo e Caltanisetta, all'esposizione universale del 1871[7] come alle esposizioni di Torino e Siena.

Nel 1895 aveva già polemizzato su L'Unione Sarda contro l’Inchiesta Ministeriale “sulle condizioni economiche e della sicurezza pubblica in Sardegna” affidata al Deputato Francesco Pais Serra l’anno prima, per poi pubblicare l’anno seguente diversi articoli contro lo sfruttamento del territorio a discapito della società locale e dei minatori sardi[2].

Durante l'amministrazione civica promosse la costruzione di numerose e nuove strutture scolastiche (contemporaneamente all’istituzione di borse di studio locali ed a nuove riforme amministrative in campo scolastico), il completo rifacimento del sistema fognario, la costituzione di bagni pubblici, il riammodernamento dell’acquedotto, la sistemazione completa della situazione viaria urbana, inclusa la toponomastica, il passaggio dell’illuminazione pubblica da petrolio a gas, le proposte di costituzione di una rete telefonica ed una elettrica e la sistemazione del cimitero, per il quale aveva persino proposto la costruzione di un forno crematorio, come alternativa alla consueta sepoltura[2].

Nel 1913 fondò la Società operaia di mutuo soccorso e il Ricovero di mendicità[12] "Margherita di Savoia"[7], da accompagnarsi ad altre opere come l’istituzione di un dormitorio pubblico per i senzatetto e la promulgazione di una riforma del servizio sanitario per i più poveri[4] ed al di fuori del comune d’Iglesias: in ambito regionale contribuendo al Ricovero di Mendicità, alla Congregazione di Carità, al Patronato Scolastico, all’Ospizio Marino di Cagliari e all’Istituto Antirabbico di Sassari, in penisola accolse la richiesta d’aiuto del Sindaco di Torino per l’Istituto Umberto I, ed anche persino all’estero, come ad esempio nell’aiuto fornito alla città di Tunisi, che aveva lanciato un appello per la costruzione di un ospedale coloniale[2]. Fu probabilmente per quest'ultimo atto ad essere nominato Ufficiale dell'Ordine di Nīshān al-Iftikār dal Bey di Tunisi Mohammed V el-Noceur[13].

L'11 maggio 1920, diversi anni dopo l'esperienza comunale, si consumò una stage a discapito di minatori sardi, proprio ad Iglesias (che portò a 7 morti e 26 feriti). I minatori si stavano dirigendo verso il Municipio, per chiedere il sostegno dell’allora Sindaco Angelo Corsi, ma trovarono piuttosto ad attenderli il fuoco dei militari, già predisposti al blocco, che venne presto aperto sulla folla. I tumulti generati dallo scontro portarono Pietro, che aveva lasciato la carica di Sindaco nel 1912 e si era ritirato dalla vita politica nel 1915, ad affacciarsi dal balcone della propria abitazione, situata in Via Regina Elena, convincendolo ad indossare in tutta fretta la Sciarpa Tricolore e scendere in strada, mettendo a repentaglio la propria incolumità, per intimare ai carabinieri, col successo della sua rispettabilità ed autorità, il cessate il fuoco, ponendo così fine al massacro[2][4][14][15].

Dal 1929 fu corrispondente per "La Tribuna - L'Idea nazionale".

Muore ad Iglesias il 21 dicembre 1932, lasciando la moglie Veronica Matilde Bernardini ed i figli.

Pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]

le varie pubblicazioni di Pietro Fontana[2][7]:

Saggi[modifica | modifica wikitesto]

  • Per la Sardegna, tipografia iglesiente, 1897
  • Per la Difesa di Ponte di Santa Caterina 1793, tipografia iglesiente, 1899
  • Per l'Amministrazione Comunale di Iglesias, tipografia Nicolò Canelles, 1903
  • Gli scioperi e la classe operaia, tipografia Nicolò Canelles, 1904
  • Capitale e Lavoro, tipografia Commerciale Cagliari, 1921
  • Soprassuolo e sottosuolo nella unificazione della legislazione mineraria italiana, tipografia Atzeni & Ferrara, 1927

Poemi[modifica | modifica wikitesto]

  • Dante e Giotto in Assisi, tipografia Nicolò Canelles, 1903
  • Raffaello morente, tipografia Nicolò Canelles, 1903
  • A un inglese che desidera l'Italia, tipografia Nicolò Canelles, 1903
  • Gli Orfanelli, tipografia Nicolò Canelles, 1903

Drammi[modifica | modifica wikitesto]

  • Gli ultimi istanti di padre Ugo Bassi, Editrice iglesiente, 1914

Decorazioni[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 17 gennaio 1892
Medaglia di Bronzo al Valor Civile - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 30 aprile 1851
Ufficiale dell'Ordine di Nīshān al-Iftikār (Impero Ottomano, Banato di Tunisia) - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915-1918 (4 anni di campagna) - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia Interalleata della Vittoria - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 16 dicembre 1920
Medaglia commemorativa dell'Unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 9 ottobre 1922


Da accertare[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia commemorativa delle Campagne d'Africa - nastrino per uniforme ordinaria
«"Spedizione 1887" - "Campagna 1895-96"»

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i j Stato di Servizio Pietro Fontana - Regio Esercito Italiano
  2. ^ a b c d e f g h i V. Sbrandolino, “Note sulla classe dirigente di Iglesias in Età Giolittiana”, Università degli Studi di Cagliari (2002)
  3. ^ XXIX Luglio: I Sindaci d’Italia MCMXII”  (1912)
  4. ^ a b c d e R. Cherchi, "La Voce di Iglesias" n. 8 – 25 luglio 2008 (2008)
  5. ^ a b Registro della carriera abbracciata dagli allievi licenziati dal 1874-1910”, Istituto Minerario “Giorgio Asproni”
  6. ^ Politica_e_societ%C3%A0_nella_Sardegna_mineraria_del_Novecento di Giampaolo Atzei, su academia.edu.
  7. ^ a b c d e f Argentaria, in Rivista dell'Associazione Culturale "Lao Silesu", 6 dicembre 1996, pp. 89, 90, 91, 92.
  8. ^ G. Atzei, “Ceti emergenti e dinamiche sociali nel bacino metallifero dell'Iglesiente tra Ottocento e Novecento”, Aonia Edizioni (2014)
  9. ^ Maria Dolores Dessì, massoneria iglesiente: La massoneria a Iglesias, su massoneria iglesiente, giovedì 29 gennaio 2009. URL consultato il 9 aprile 2020.
  10. ^ Gazzetta del Sulcis Iglesiente N° 611 del 03.01.2013, su calameo.com. URL consultato il 9 aprile 2020.
  11. ^ La Massoneria cagliaritana celebra Giordano Bruno e Sigismondo Arquer vittime della “santa” Inquisizione, su www.giornalia.com. URL consultato il 9 aprile 2020.
  12. ^ Iglesias, 15 anni di lavori per la casa di riposo. E 'costa' al Comune 4 mln l'anno, su Sardiniapost.it, 16 aprile 2015. URL consultato il 30 maggio 2021.
  13. ^ (EN) Medal Nichan Iftikhar ou Nichan Al Iftikhar, su Gentleman's Military Interest Club. URL consultato il 18 aprile 2020.
  14. ^ Oggi una corona nella lapide di via Satta Poi il corteo e la cerimonia nel cimitero - La Nuova Sardegna, su Archivio - La Nuova Sardegna. URL consultato il 14 febbraio 2021.
  15. ^ http://www.regione.sardegna.it/messaggero/1997_ottobre_21.pdf

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]