Utente:Marcozamattia98/saintsimon

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Claude-Henri de Saint-Simon

Claude-Henri de Rouvroy conte di Saint-Simon (Parigi, 17 ottobre 1760Parigi, 19 maggio 1825) è stato un filosofo, economista e militare francese. Può essere considerato il fondatore del positivismo. Le sue idee sono state fondamentali per lo sviluppo di diverse ideologie durante il XIX secolo tra cui il socialismo, socialismo utopico, materialismo e liberalismo. Esponente dell'industrialismo e studioso delle modalità di transizione dalla società di ancient régime alla società industriale. Dopo la sua morte, nasce il movimento del sansimonismo che riprende e rielabora la sua dottrina.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nasce a Parigi nel 1760 da una famiglia dell'aristocrazia piccarda. La carriera militare, cui era stato avviato in consuetudine del suo ceto, si risolse nella difesa della Rivoluzione americana. Gli ideali che assimila in quest'impresa militare sono riconducibili all'immagine mitica di un mondo, quello americano, che aveva bandito l'ozio e il privilegio. Al ritorno dalla guerra si dedicò al mondo dell'alta finanza e della speculazione. In seguito, si liberò dei titoli e dei privilegi nobiliari assumendo il nome di Claude-Henri Bonhomme. Questo atto gli causò l'imprigionamento e un processo dal Comitato di Salute Pubblica. Nel corso di questi anni Saint-Simon aveva assimilato i tratti tipici del borghese parigino: il gusto degli affari, il rischio delle iniziative economiche e gli orientamenti politici liberali.[1] Per quanto concerne l'educazione, Saint-Simon si forma sui capisaldi illuministici: Rousseau, Voltaire, Helvétius, Diderot, D'Alembert. Nell'ultimo decennio del XVIII secolo abbandonò il mondo degli affari, pur rimanendovi sempre in contatto, per dedicarsi agli studi e frequentare i corsi all’École Polytechnique e l'École de Médecine. É in questo ambiente che matura la sua riflessione sulla discrasia che vi era tra sviluppo tecnico-scientifico e sviluppo sociale in Francia.[2]

Nel 1802 viene pubblicata la sua prima opera "Lettres d’un habitant de Genève à ses contemporains" in cui descrive un mondo utopistico ricco di felicità e benessere garantito dall'applicazione della scienza all'attività produttiva e ai rapporti individuali.[3] Tra il 1802 e il 1813 si dedica alla ristrutturazione del sistema del sapere intorno ad un unico principio positivo: la legge di gravitazione universale. Nel 1813 esce la prima edizione di "Mémoire sur la science de l'homme" in cui cerca di fondare la fisiologia sociale.[4] A partire dal 1814 inizia una nuova stagione della sua vita, ricca della collaborazione con Auguste Comte e Augustin Thierry. Questa collaborazione viene definita anche dalla pubblicazione della "Réorganisation de la société européenne" nel 1814, opera nella quale si svolge la riflessione sul mondo in subbuglio e da riorganizzare dopo le Guerre napoleoniche. Nello stesso anno Saint-Simon con Jean-Baptiste Say, Auguste Comte, Alexander de Laborde fondano la "Société pour l'istruction élementaire".[5]

Tra il 1816 e il 1818 l'impegno politico di Saint-Simon viene esplicitato dai manoscritti de"L'Industrie". In questi testi si sanciscono i valori in virtù dei quali la riforma della società doveva essere compiuta. Nello stesso periodo, l'adesione al liberalismo, soprattutto per l'influenza di Augustin Thierry, si connota di un carattere industrialista. La battaglia in difesa della libertà, già fatta propria durante l'esperienza militante nella Rivoluzione Americana, si trasforma in una battaglia in difesa dell'industria. L'industrialismo di Saint-Simon è espressione di ampi settori della borghesia affaristica della Francia. Egli partecipava alle discussioni, grazie alle conoscenze maturate nei salotti con figure come: Guillaume Ternaux, Jacques Laffitte, Benjamin Delessert, Gabriel Delessert, Jean Baptiste Chaptal, Jean-Frédéric Perregaux.[6] Tra il 1818 e il 1824 si occupa di approfondire le riflessioni iniziate nei volumi de "L'Industrie". Quest'ultima, pubblicata nel 1817, esce con il sottotitolo: "Tout par l'industrie, tout pour elle" ovvero "Tutto per l'industria, tutto per essa". L'obiettivo di questa pubblicazione è quello di sostenere e alimentare la causa dell'industria e del commercio.[7]

Dal 1817 al 1824 Auguste Comte sarà il segretario personale di Saint-Simon.[8] Nel 1819 pubblica "Le Politique" in cui è presente lo scritto "Querelle des abeilles et des frelons" in cui accusa gli oziosi che consumano senza produrre.[9] Nel 1819-1820 pubblica"L'Organisateur", pubblicazione periodica nella quale Saint-Simon intendeva contribuire alla riforma intellettuale e politica della società dimostrando l'ineluttabile avvento del sistema industriale. Tra queste quattordici lettere è presente anche "La parabola", il testo più famoso di Saint-Simon.[10] Nel 1822 pubblica "Du Système Industriel" che contiene degli scritti indirizzati alla sensibilizzazione politica della classe industriale.[11] Nel 1823-1824 pubblica "Cathéchisme des industriels" in cui promuove nuovamente gli interessi degli industriali, sostenendo, la necessità di uno sviluppo di una coscienza di classe. La narrazione in forma discorsiva elementare, per richiamare il catechismo scolare, sfocia nella teorizzazione del partito industriale.[12] Nel 1825 pubblica "Nouveau christianisme. Dialogues entre un conservateur et un novateur" un opuscolo in cui propone un cristianesimo rinnovato che adeguasse il proprio contenuto dogmatico al livello di sviluppo della società.[13]Saint-Simon muore a Parigi il 19 maggio 1825 ed è sepolto nel cimitero Père-Lachaise di Parigi.

Pensiero[modifica | modifica wikitesto]

(FR)

«Tout par l'industrie, tout pour elle»

(IT)

«Tutto per l'industria, tutto per lei»

Cultura scientifica e mondo dell'uomo (1802-1813)[modifica | modifica wikitesto]

Lettres d’un habitant de Genève à ses contemporains (1803)[modifica | modifica wikitesto]

Le riflessioni che maturano in questo periodo di vita di Saint-Simon sono in aperta lettura con Condorcet, in un ripensamento dei nessi che vi sono tra riflessione scientifica e riforma sociale. La frequentazione dei salotti, dell'École polytecnique e di personalità come Cabanis ma anche come il fisiologo Xavier Bichat inducono Saint-Simon alla riflessione sul problema della discrasia tra sviluppo tecnico-scientifico e sviluppo sociale e dei mezzi di come colmare questo divario. La soluzione preliminare di Saint-Simon risiedeva nel riporre la massima fiducia nella ragione scientifica con la quale, secondo il filosofo, si potevano risolvere i problemi della società. É in questo contesto che maturano le "Lettres d'un habitant de Genéve à ses contemporains". Lo scritto presenta una fervida utopia di un ordine di felicità e benessere governato dalla ragione scientifica in ogni ambito: dall'attività produttiva ai rapporti individuali e sociali. Il controllo della società era garantito dall'immaginario Consiglio di Newton. É già qui presente l'embrione del pensiero sansimoniano di riforma della società che pone lo scienziato alla guida suprema.[14]

Mémoire sur la Science de l'Homme (1813)[modifica | modifica wikitesto]

L'interesse di Saint-Simon per la fisiologia si colloca in costellazione con autori come: Vicq d'Azyr, Xavier Bichat, Cabanis. La sua fisiologia, tuttavia, presenta degli elementi originali: se la fisiologia studia le funzioni organiche, Saint-Simon è interessato alle funzioni dell'individuo. La società viene percepita come una vera macchina organizzata nella quale tutte le parti contribuiscono in maniera diversa alla vita dell'insieme. In questo senso, la sua fisiologia si basa su una concezione organicistica della società, secondo la quale il corpo sociale è paragonato al corpo vivente. I fenomeni sociali, in particolare, vengono ritenuti espressione di leggi fisico-naturali e quindi riconducibili a certezze scientifiche. L'indagine di Saint-Simon si rivolge anche alla ricerca delle forme di riorganizzazione del sapere e in particolar modo dei presupposti che avrebbero garantito alle scelte politiche la certezza della propria efficacia. L'obiettivo è quello di fondare una scienza della società e per perseguire quest'ultimo, egli ripercorre le tappe evolutive dello sviluppo intellettuale dell'uomo. La filosofia della storia di Saint-Simon si sviluppa per epoche, dove il percorso dell'uomo nella storia inizia quando quest'ultimo comprende la distinzione concettuale tra causa ed effetti. La prima epoca coincide con la civiltà egizia in cui l'uomo spiegava i fenomeni attribuendone le cause agli esseri che lo circondavano. La seconda epoca coincide con la civiltà greca in cui l'uomo spiegava i fenomeni ricorrendo a cause invisibili. La terza epoca coincide con la civiltà romana in cui l'uomo spiegava i fenomeni attribuendo le cause ad un'unica divinità. Il monoteismo è per Saint-Simon una tappa fondamentale nel percorso dell'uomo perchè viene raggiunta una spiegazione unitaria rispetto alla molteplicità del reale. Saint-Simon attribuiva, inoltre, un grande ruolo al pensiero arabo che era stato in grado di ricercare la spiegazione causale all'interno della natura. Saint-Simon intendeva ricomporre questa conoscenza frammentaria del reale intorno ad un unico principio positivo valido per il mondo della natura: la legge di gravitazione universale. Secondo il filosofo vi era omogeneità tra i fenomeni morali e sociali e quelli fisico-naturali. Per questo egli intendeva ridurre scientificamente le specificità umane (angoscia, ansia, imprevedibilità) in modo da essere ricondotte a certezze scientifiche e quindi politiche.[15]

Per una riforma della società: la politica positiva e l'industrialismo (1816-1825)[modifica | modifica wikitesto]

L’Industrie (1816-1817)[modifica | modifica wikitesto]

"È in America, è nel combattimento (…) per la libertà industriale che ho avvertito il desiderio di veder fiorire in Francia questo germoglio dell’altro mondo, questo desiderio ha dominato tutti i miei pensieri.”[16] Queste sono le parole che scrive Saint-Simon riferendosi all’esperienza maturata durante la Rivoluzione americana. Da questa esperienza cresce l’idea di mettere fine in Francia, ma anche in Europa, la crisi politica e istituzionale causata in primo luogo dalla Rivoluzione Francese e in secondo luogo dalle Guerre Napoleoniche. L’obiettivo è quello di sopprimere definitivamente l’antagonismo che si manifesta tra la nuova società emergente (scientifica e tecnico-industriale) e quella dei parassiti oziosi (anciet régime, metafisica e militare). Il progetto politico di Saint-Simon è quello di abbattere tutti i privilegi della nobiltà improduttiva e parassita al fine di sostituirla con una classe industriale. Ciò deriva dalla propria concezione della società intesa come l'insieme degli uomini liberi che producono. Il risultato sarà una classe produttiva unica, di stampo gerarchico, in cui ognuno deve mettere a disposizione le proprie risorse e il proprio talento per il benessere della società.[17] Nella filosofia della storia di Saint-Simon gioca un ruolo fondamentale l’avvento dei Comuni nel XII secolo. Per il filosofo rappresenta il passo più importante compiuto dall’industria fino ad ora. L’avvento comunale avrebbe promosso un’emancipazione della proprietà industriale, dell'alleanza tra industriali contro la nobiltà oltre che l’affermazione del primo embrione che sfocerà poi nel futuro sistema scientifico e industriale e infine nella Rivoluzione francese.[18]

Saint-Simon è convinto che l’avvento del sistema industriale sia imminente, soprattutto perché, durante il debole regno di Luigi XVIII, il monarca ha dovuto far riferimento ai fondi forniti dai banchieri per la propria legittimazione. I banchieri, dunque, occupano un ruolo importante all’interno del Consiglio del Re. [19]La classe industriale costituisce, secondo Saint-Simon, una rete in cui vi sono continui scambi di competenze tecniche ed economiche. Se questa rete fosse estesa a tutte le principali industrie nel territorio francese, sarebbe sufficiente metterle in collegamento con la Banca di Francia. Nella concezione sansimoniana dell’economia politica, il sistema bancario è l’agente chiave che sostituisce il mercato nella coordinazione delle attività economiche.[20] La corporazione degli industriali, organizzata dalla corporazione dei banchieri e guidati dalla Banca di Francia, accrescerebbe il potere politico industriale in contrapposizione a quello della nobiltà.[21] Dopo la morte di Saint-Simon, il principale dibattito sul ruolo della Banca di Francia, l'industrialismo e in generale l'economia politica si tenne all'interno della rivista "Le Globe" e vi parteciparono noti esponenti sansimoniani come: Enfantin, Chevalier e i fratelli Pereire.[22]

L’Organisateur (1819-1820)[modifica | modifica wikitesto]

All’interno di questa pubblicazione periodica è presente uno dei testi più famosi di Saint-Simon: la “Parabola”. Il testo originale aveva un titolo diverso ed era apparso un anno prima in un’altra pubblicazione “Le Politique” (1819) con il nome di “Querelle des abeilles et des frelons". Il titolo é stato cambiato da un discepolo e compagno di Saint-Simon, Olinde Rodrigues, il cui padre era lo zio dei fratelli Pereire che istituirono la Crédit Mobilier.[23] La parabola si presenta come un’accusa radicale alla società francese dominata dagli oziosi improduttivi invece che dagli industriali produttivi. La parabola recita:

«Supponiamo che la Francia perda all’improvviso i suoi cinquanta primi fisici, i suoi cinquanta primi chimici, i suoi cinquanta primi fisiologhi, i suoi cinquanta primi matematici, […] i suoi cinquanta primi meccanici, i suoi cinquanta primi ingegneri civili e militari, i suoi cinquanta primi architetti, i suoi cinquanta primi artificieri,[…] i suoi cinquanta primi banchieri, i suoi duecento primi negozianti, i suoi seicento primi coltivatori, i suoi cinquanta primi mastri d’officina, i suoi cinquanta primi fabbricanti di armi, i suoi cinquanta primi conciatori, i suoi cinquanta primi tintori, i suoi cinquanta primi minatori,[…] i suoi cinquanta primi muratori, i suoi cinquanta primi carpentieri, i suoi cinquanta primi falegnami, i suoi cinquanta primi maniscalchi, i suoi cinquanta primi fabbri, […] Questi uomini sono i produttori più necessari della Francia, forniscono i beni più importanti, dirigono i lavori più utili per la nazione e la rendono feconda nelle scienze, nelle belle arti e nelle arti e mestieri: sono realmente il fiore della società francese […]” Passiamo ad un altro caso. Supponiamo che la Francia conservi tutti gli uomini di genio ch’essa possiede nelle scienze, nelle belle arti e nelle arti e mestieri, e che invece abbia la disgrazia di perdere, nello stesso giorno, Sua Altezza il fratello del Re, Monsignor il duca di Angoulème, Monsignor il duca di Berry, Monsignor il duca di Orléans, Monsignor il duca di Borbone, la duchessa di Angouléme, la duchessa di Berry, la duchessa di Orléans, la duchessa di Borbone e la signorina di Condé; ch’essa contemporaneamente perda tutti i grandi ufficiali della corona, tutti i ministri di Stato, con o senza dipartimento, tutti i consiglieri di Stato, tutti i referendari, tutti i suoi marescialli, tutti i suoi cardinali, […] Questo avvenimento rattristerebbe indubbiamente i francesi, perché essi sono buoni e non saprebbero restare indifferenti di fronte alla sparizione improvvisa di un gran numero di compatriotti. Ma questa perdita di trentamila individui, i più importanti dello Stato, non sarebbe causa per loro di dolore se non in un senso puramente sentimentale, perché non ne risulterebbe alcun danno politico per lo Stato. […][24]»

Per Saint-Simon, la società francese del suo tempo rappresenta il rovescio del mondo. La nazione, infatti, ha stabilito come i meno abbienti debbano privarsi di una parte del loro guadagno per arricchire i nobili. L'ignoranza, la lussuria e la superstizione sono valori che contraddistinguono gli uomini al potere, mentre gli uomini umili vengono impiegati come strumenti. Infine, in tutte le attività, gli uomini incapaci dirigono ed ordinano agli uomini capaci e gli uomini immorali educano virtuosamente i cittadini.[25]

Nouveau christianisme – Dialogues entre un conservateur et un novateur (1825)[modifica | modifica wikitesto]

La tomba di Saint-Simon nel cimitero Père-Lachaise, Parigi

L’opera si presenta come un dialogo tra un conservatore ed un innovatore. La storiografia ha visto in quest’ultima pubblicazione la svolta religiosa di Saint-Simon. A rafforzare l'interpretazione di questa svolta vi è anche una testimonianza di John Stuart Mill che nel 1821 all'età di 15 anni incontra Saint-Simon nella casa di Jean Baptiste-Say e lo descrive come: "non ancora un fondatore di una filosofia o una religione, ma come un uomo intelligente."[26] Sembra, tuttavia, esser stata sottovalutata dagli studiosi la continuità teorica dei testi di Saint-Simon. È nel quadro delle difficoltà che si opponevano alla realizzazione del sistema industriale che va situata la "svolta" religiosa del filosofo francese.[27] Verso gli ultimi anni della sua vita l'ottimismo sansimoniano, che aveva generato brillanti idee, stava lasciando lo spazio per un vuoto, percepito in particolare per le resistenze opposte dal mondo conservatore. È in questo contesto che Saint-Simon cerca di utilizzare uno strumento conoscitivo più semplice come veicolo per giungere all'avvento della società industriale: la religione. Il filosofo francese non aveva mai trascurato il quadro etico, sebbene la sua indagine avesse prestato maggiore attenzione alla teorizzazione del sistema industriale. La morale a cui faceva riferimento Saint-Simon era un principio generale di fratellanza o benevolenza reciproca. L'epigrafe con cui uscì "Du système industriel" 1822 recitava "Dio ha detto: amatevi e aiutatevi gli uni con gli altri". Questa concezione morale venne espressa anche nel "Catéchisme des industriels" (1823-1824) e trovò il suo maggiore impiego proprio in questa sua ultima opera. Nelle prime pagine del "Nouveau christianisme - Dialogues entre un conservateur et un novateur" , viene chiesto all’innovatore insistentemente se crede nell’infallibilità della chiesa. L’innovatore risponde affermativamente, ma solamente dopo aver precisato che l’infallibilità della chiesa è strettamente vincolata alla guida di uomini capaci.[28] L'obiettivo del Nuovo cristianesimo è, dunque, quello di dirigere la società verso il grande miglioramento della classe più povera nel tempo più veloce possibile. Chi deve fondare il nuovo cristianesimo? Gli uomini più capaci devono diventare i capi della nuova chiesa. L’opera poi avanza mettendo in comparazione il Nuovo cristianesimo con alcune delle religioni presenti in Europa e in America in una vera e propria forma di accusa di eresia. Per esempio, la tredicesima accusa alla religione cattolica e rivolta al papa è contro il vizioso governo ecclesiastico nei confronti dei propri sudditi. L'accusa è quella di aver istituito istituzioni contrarie allo spirito del cristianesimo come l’inquisizione e i gesuiti. Se lo spirito del cristianesimo è la bontà, la carità e lealtà, quello dell’inquisizione è il dispotismo e l’avidità e quello dei gesuiti è l’egoismo.[29] Saint-Simon aveva affermato in alcune pubblicazioni come la religione fosse un compendio scientifico tipico dell'infanzia dell'umanità che caratterizzava un'epoca di immaturità intellettuale del genere umano. Ecco dunque che, una volta constatato che il processo di trasformazione della società in società industriale era ancora lontano e il mondo era ancora ancorato ad una fase di transizione, egli riconsiderò l'utilizzo della religione come veicolo e strumento per favorire questo passaggio.[30]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Lettres d'un habitant de Genève (1802)
  • Mémoire sur la Science de l'Homme (1813)
  • De la réorganisation de la société européenne, par M. le comte de Saint-Simon et par M. A. Thierry, son élève (1814) (1814)
  • L’Industrie (1816-1817)
  • Le Politique (1819)
  • L'Organisateur (1819-1820)
  • Du système industriel (1822)
  • Le Catéchisme des industriels (1823-1824)
  • Nouveau christianisme – Dialogues entre un conservateur et un novateur (1825)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Mirella Larizza Lolli, Scienza, Industria e Società. Saint-simon e i suoi primi seguaci, Milano, Il Saggiatore, 1980, pp. 15-16, SBN IT\ICCU\SBL\0322328.
  2. ^ Mirella Larizza Lolli, Scienza, Industria e Società. Saint-simon e i suoi primi seguaci, Milano, Il Saggiatore, 1980, pp. 17-18, SBN IT\ICCU\SBL\0322328.
  3. ^ Mirella Larizza Lolli, Scienza, Industria e Società. Saint-simon e i suoi primi seguaci, Milano, Il Saggiatore, 1980, p. 19, SBN IT\ICCU\SBL\0322328.
  4. ^ Mirella Larizza Lolli, Scienza, Industria e Società. Saint-simon e i suoi primi seguaci, Milano, Il Saggiatore, 1980, p. 20, SBN IT\ICCU\SBL\0322328.
  5. ^ Mirella Larizza Lolli, Scienza, Industria e Società. Saint-simon e i suoi primi seguaci, Milano, Il Saggiatore, 1980, pp. 26-28, SBN IT\ICCU\SBL\0322328.
  6. ^ Mirella Larizza Lolli, Scienza, Industria e Società. Saint-simon e i suoi primi seguaci, Milano, Il Saggiatore, 1980, pp. 29-35, SBN IT\ICCU\SBL\0322328.
  7. ^ Mirella Larizza Lolli, Scienza, Industria e Società. Saint-Simon e i suoi primi seguaci, Milano, Il Saggiatore, 1980, p. 125, SBN IT\ICCU\SBL\0322328.
  8. ^ (FR) Michel Bourdeau, Saint-Simon et Auguste Comte La Fin d’une Collaboration, 1822-1824, in Archives de Philosophie, vol. 82, n. 4, 2019, p. 771.
  9. ^ Mirella Larizza Lolli, Scienza, Industria e Società. Saint-Simon e i suoi primi seguaci, Milano, Il Saggiatore, 1980, p. 47, SBN IT\ICCU\SBL\0322328.
  10. ^ Mirella Larizza Lolli, Scienza, Industria e Società. Saint-Simon e i suoi primi seguaci, Milano, Il Saggiatore, 1980, p. 142-146, SBN IT\ICCU\SBL\0322328.
  11. ^ Mirella Larizza Lolli, Scienza, Industria e Società. Saint-Simon e i suoi primi seguaci, Milano, Il Saggiatore, 1980, p. 160, SBN IT\ICCU\SBL\0322328.
  12. ^ Mirella Larizza Lolli, Scienza, Industria e Società. Saint-Simon e i suoi primi seguaci, Milano, Il Saggiatore, 1980, p. 165, SBN IT\ICCU\SBL\0322328.
  13. ^ Mirella Larizza Lolli, Scienza, Industria e Società. Saint-Simon e i suoi primi seguaci, Milano, Il Saggiatore, 1980, p. 65, SBN IT\ICCU\SBL\0322328.
  14. ^ Mirella Larizza Lolli, Scienza, Industria e Società. Saint-Simon e i suoi primi seguaci, Milano, Il Saggiatore, 1980, p. 18-19, SBN IT\ICCU\SBL\0322328.
  15. ^ Mirella Larizza Lolli, Scienza, Industria e Società. Saint-Simon e i suoi primi seguaci, Milano, Il Saggiatore, 1980, p. 20-25, SBN IT\ICCU\SBL\0322328.
  16. ^ (FR) Claude-Henri de Saint-Simon, L'industrie ou Discussions politiques, morales et philosophiques dans l'intérêt de tous les hommes livrés à des travaux utiles et indépendans, su https://gallica.bnf.fr, p. 14 (archiviato il 22 maggio 2023).
  17. ^ (FR) Franck Yonnet, Claude-Henri de Saint-Simon, l'industrialisme et les banquiers, in Cahiers d'économie politique / Papers in Political Economy, No.46, 2004, p. 148.
  18. ^ (FR) Franck Yonnet, Claude-Henri de Saint-Simon, l'industrialisme et les banquiers, in Cahiers d'économie politique / Papers in Political Economy, No.46, 2004, p. 151.
  19. ^ (EN) E.S Mason, Saint-Simonism and the Rationalisation of Industry, in The Quarterly Journal of Economics, vol. 45, n. 4, 1931, p. 675.
  20. ^ (EN) Abdallah Zouache e Bernard Boureille, How to Coordinate Economic Activities in a Social Order: an Essay on the Saint-Simonian Economic Doctrine (1825-1832), in History of Economic Ideas, vol. 17, n. 2, 2009, p. 74.
  21. ^ (FR) Franck Yonnet, Claude-Henri de Saint-Simon, l'industrialisme et les banquiers, in Cahiers d'économie politique / Papers in Political Economy, No.46, 2004, p. 156.
  22. ^ (EN) Ludovic Frobert, French Utopian Socialists as the First Pioneers in Development, in Cambridge Journal of Economics, vol. 35, n. 4, 2011, p. 732.
  23. ^ (EN) Rondo E. Cameron, The Crédit Mobilier and the Economic Development of Europe, in Journal of Political Economy, vol. 61, n. 6, 1953, p. 463.
  24. ^ marioxmancini.medium.com, https://marioxmancini.medium.com/la-parabola-di-saint-simon-4c7532af9d78.
  25. ^ Mario Mancini, La parabola di Saint-Simon, su https://marioxmancini.medium.com (archiviato il 22 maggio 2023).
  26. ^ (EN) Abdullah Zouache, Introduction. The place of saint-simonism in the history of political economy, in History of Economic Ideas, vol. 17, n. 2, 2009, p. 14.
  27. ^ Mirella Larizza Lolli, Scienza, Industria e Società. Saint-Simon e i suoi primi seguaci,, Milano, Il Saggiatore, 1980, p. 65, SBN IT\ICCU\SBL\0322328.
  28. ^ (FR) Claude-Henri de Saint-Simon, Nouveau christianisme : dialogues entre un conservateur et un novateur, su https://gallica.bnf.fr, p. 5 (archiviato il 30 maggio 2023).
  29. ^ (FR) Claude-Henri de Saint-Simon, Nouveau christianisme : dialogues entre un conservateur et un novateur, su https://gallica.bnf.fr, p. 25 (archiviato il 30 maggio 2023).
  30. ^ Mirella Larizza Lolli, Scienza, Industria e Società. Saint-Simon e i suoi primi seguaci, Milano, Il Saggiatore, 1980, p. 67, SBN IT\ICCU\SBL\0322328.

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