Utente:Manuelarosi/Sandbox19

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Istituto Ernesto de Martino
Fondazione1 gennaio 1966
ScopoStudio della cultura delle classi popolari attraverso le fonti orali
Sede centraleBandiera dell'Italia Sesto Fiorentino
IndirizzoVia Scardassieri 47
PresidenteBandiera dell'Italia Stefano Arrighetti[1]
Sito web

L' Istituto Ernesto de Martino è un'istituzione culturale fondata nel 1966 a Milano da Gianni Bosio e Alberto Mario Cirese allo scopo di conservare e impedire la dispersione dei materiali documentari (canti sociali e politici, poesia popolare, esclusi dalle raccolte folkloriche), frutto di ricerche sulla cultura popolare italiana, svolte fin dagli anni quaranta. L'intitolazione a Ernesto de Martino fu l'omaggio al ruolo chiave che lo studioso napoletano aveva esercitato nel rinnovamento degli studi scientifici delle culture popolari. Dal 1996 ha sede a Sesto Fiorentino.

(TROVARE POSTO A QUESTA FRASE raccolti e rielaborati dal Nuovo Canzoniere Italiano, erano stati in parte pubblicati dalle Edizioni Avanti! e dalle Edizioni del Gallo).

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le origini. Milano[modifica | modifica wikitesto]

Il 1 luglio dello stesso anno Franco Coggiola fu nominato curatore del neonato istituto, rendendone di fatto possibile l'operatività[2]. Dopo la prematura scomparsa di Bosio, grazie al lavoro di coordinamento svolto da Giovanni Pirelli, nel 1972 cambiò la ragione sociale e divenne Associazione culturale prendendo il nome tuttora in uso di Istituto "Ernesto de Martino" per la conoscenza critica e la presenza alternativa del mondo popolare e proletario. Nel nome veniva incluso un vero e proprio programma di lavoro, oltre all'informazione sulla natura e sul contenuto dei suoi archivi. Responsabile divenne Clara Longhini e dal 1980 Franco Coggiola[3].

Nato come archivio di ricerca che metteva al proprio centro la storia orale e le musiche popolari e di protesta, per tutti gli anni Settanta rappresentò un punto nodale dell'elaborazione culturale e politica della sinistra italiana. Grazie alla produzione degli spettacoli militanti del Nuovo Canzoniere Italiano e all'editoria discografica de I Dischi del Sole, eventi entrambi innovativi, furono attratte nella sua orbita molte personalità di spicco del panorama culturale italiano tra cui, Cesare Bermani, Paolo Ciarchi, Dario Fo, Ivan della Mea, Luciano Della Mea, Roberto Leydi, Sergio Liberovici, Alessandro Portelli.

Agli inizi degli anni Ottanta in Italia, il clima storico politico inizia a cambiare. CITAZIONE FANELLI In particolare le "canzonette", la TV, il mercato discografico, la cultura di massa ampliarono la loro influenza sulle classi popolari e quello che aveva costituito il nucleo di pensiero

dell'Istituto, la presenza alternativa del mondo popolare e proletario, apparve come superato e le sue sorti divennero sempre più incerte. La produzione de I Dischi del Sole cessò nel 1980, gli spettacoli si diradarono fino quasi a sparire, tanto che gli introiti non furono più in grado di sostenere l'affitto e impedire lo sfratto dalla sede di via Melzo[4].

Il trasferimento. Sesto Fiorentino[modifica | modifica wikitesto]

Sagoma del trombettiere rosso all'ingresso della sede dell' Istituto Ernesto de Martino a Sesto Fiorentino

Le sorti dell'Istituto rimasero nelle mani di Franco Coggiola che continuò a lavorare per non disperdere l'enorme bagaglio di materiali storici ed etnografici; proseguì le ricerche sul campo e mantenne i contatti col mondo della musica antagonista SPECIFICARE. Nei primi anni Novanta aprì un dialogo con il giovane movimento delle Posse e con nuove generazioni di altri musicisti. Per l'Istituto cominciava una nuova vita.

Venne messo a punto un appello per il salvataggio dell'Istituto pubblicato nel luglio del 1989 su gran parte della stampa italiana a firma dei principali esponenti dello stesso Istituto e di moltissimi intellettuali tra cui Goffredo Fofi, Franco Fortini, Pietro Ingrao, Sergio Liberovici, Giacomo Manzoni, Luigi Pintor, Rossana Rossanda e molti altri. L'appello fu raccolto dall'amministrazione comunale di Sesto Fiorentino che si impegnò a reperire una sede idonea per tutto l'insieme del suo patrimonio e attività. Venne identificata in Villa San Lorenzo al Prato[5]. Dopo un lungo trasloco che dal 1992 in poi aveva visto la mobilitazione di volontari vecchi e nuovi, anno dopo anno l'Istituto mise nuove radici in terra toscana e si legò alle tradizioni associative e ai movimenti culturali e politici locali. Nacque nel 1992 la rivista scientifica Il de Martino. Nel 1993 con l'iniziativa "Un'Altra Italia: percorsi di ricerca sulla storia, la musica e il canto sociale" l'Istituto si presentò in Toscana con mostre, spettacoli, concerti e un seminario di studi organizzato in collaborazione con il comune e la regione. Nel 1995 iniziò la rassegna annuale di canto popolare "InCanto: rassegna di canto di tradizione orale e nuova espressività in Italia" che continua ancora oggi. La morte improvvisa e prematura di Franco Coggiola non frenò l'attività dell'Istituto che ormai era avviato verso la sua rinascita sotto la direzione di Ivan della Mea.

Si intensificò la collaborazione con le università italiane e straniere, gli enti locali e le istituzioni culturali nazionali. I materiali di archivio furono aperti agli iscritti all'associazione. Ripresero le attività editoriali, discografiche e cinematografiche. Nell'aprile del 2009, in base alle regole statutarie in vigore, venne eletto presidente Stefano Arrighetti. SONO ARRIVATA QUI


Attività[modifica | modifica wikitesto]

Spettacolo nella ricorrenza del 150° della Comune di Parigi, organizzato dall'Istituto Ernesto de Martino nel cortile di Villa San Lorenzo a Sesto Fiorentino il 29 maggio 2021

Lo scopo dell'Istituto fin dall'inizio fu lo studio della cultura delle classi popolari da attuarsi tramite la ricerca sul campo, la raccolta e la conservazione delle fonti orali e la diffusione della loro conoscenza per mezzo di originali elaborazioni pubblicate in libri, opuscoli, periodici, dischi e spettacoli, un vero e proprio laboratorio di analisi del mondo oppresso e antagonista e di valorizzazione della cultura orale e del canto sociale vecchio e nuovo. In una analoga prospettiva collaborano strettamente con l'Istituto de Martino, pur in totale autonomia, la Lega di Cultura di Piadena, la Società di Mutuo Soccorso Ernesto de Martino di Venezia, il Circolo Gianni Bosio di Roma e le Edizioni Kurumuny del Salento. Con cadenza annuale a Sesto Fiorentino viene organizzato "InCanto: rassegna di canto di tradizione orale e nuova espressività in Italia" e insieme alle organizzazioni pacifiste e all'ANPI, presso il Teatro dell'Affratellamento di Firenze, "Canzoni contro la guerra". L'Istituto collabora con gli Archivi della Resistenza - Circolo Edoardo Bassignani di Fosdinovo al festival " Fino al cuore della rivolta". Pubblica la rivista semestrale "Il de Martino"[6].

Archivio[modifica | modifica wikitesto]

La nastroteca[modifica | modifica wikitesto]

Nastroteca: armadi per la conservazione di nastri e bobine e strumentazione per il riversamento delle registrazioni su supporto digitale

Si tratta di oltre 6000 unità tra bobine e audiocassette per circa 15000 ore di registrazioni effettuate in tutte le regioni italiane tra il 1944 e il 2005, per la maggior parte canti di tradizione popolare, testimonianze e memorie, sia in italiano che in dialetto, sul lavoro, la protesta politica, le rappresentazioni religiose. Il materiale è suddiviso in fondi, in parte catalogato e in corso di riversamento dai supporti originari, che sono diversi e in molti casi deteriorati o in precarie condizioni di conservazione, a CD master previo ascolto e recupero della qualità dell'audio. Fino ad ora sono stati prodotti circa 2000 CD e 1200 schede catalografiche.

La biblioteca[modifica | modifica wikitesto]

Comprende diversi periodici e circa 3500 volumi che riguardano le tradizioni popolari italiane, i canti popolari, gli studi sulla storia del movimento operaio italiano e sui canti sociali che ne sono nati, raccolte di canti sociali italiani e di altri paesi, studi e raccolte documentarie sulle forme espressive del mondo contadino e del mondo operaio. Il materiale è catalogato e confluito nel Sistema Documentario Integrato di Area Fiorentina

Fondi documentari[modifica | modifica wikitesto]

Una sezione importante dell'archivio è quella che conserva i documenti cartacei, spesso collegati ai materiali della nastroteca, che testimoniano dell'attività svolta dall'Istituto, i suoi ricercatori e i suoi fondatori. In questa sezione si trovano le carte relative alle Edizioni Avanti!-Edizioni Del Gallo-Edizioni Bella Ciao (1953-1980) nonché de I Dischi del Sole e la documentazione degli spettacoli del Nuovo Canzoniere Italiano (1964-1980), corrispondenza e biografie dei personaggi che ne fecero parte tra cui Fausto Amodei, Rudy Assuntino, Gualtiero Bertelli, Mimmo Boninelli e Sandra Boninelli, Caterina Bueno, Giovanna Daffini, Dario Fo, Ivan Della Mea, Paolo Ciarchi, Sandra Mantovani, Giovanna Marini, Paolo Pietrangeli ed altri.


Nella sede dell'Istituto sono inoltre conservate collezioni di dischi di canti popolari e sociali italiani e stranieri, con molte registrazioni raccolte sul campo e musica jazz. Importanti anche le fotografie e le diapositive relative al lavoro di ricerca, i manifesti, i volantini e gli opuscoli, nonché i video e i filmati.


Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Organi direttivi, su Istituto Ernesto de Martino. URL consultato il 10 giugno 2021.
  2. ^ https://www.iedm.it/istituto/
  3. ^ Antonio Fanelli, L'Istituto Ernesto de Martino: un laboratorio politico sulle culture popolari e la storia orale, in Passato e presente, 2021
  4. ^ Franco Coggiola, Per un rilancio dell'Istituto, in Il de Martino, 1992
  5. ^ cfr. le carte conservate presso la sede dell'Istituto
  6. ^ https://www.iedm.it/istituto/

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Antonio Fanelli, L'Istituto Ernesto de Martino:un laboratorio politico sulle culture popolari e la storia orale, in Passato e presente, 2021.
  • Cesare Bermani, Una storia cantata,1962-1997:trentacinque anni di attività del Nuovo Canzoniere Italiano/Istituto Ernesto de Martino, Milano, Jaca Book, 1997.
  • Il Nuovo Canzoniere Italiano dal 1962 al 1968, Milano, Mazzotta, 1978.
  • Gianni Bosio, L'intellettuale rovesciato, Milano, Edizioni Bella Ciao, 1975.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]


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